2008-10-16 15:43:21

Borse mondiali ancora in forte ribasso. L'UE prova a dare fiducia ai mercati


Borse mondiali di nuovo in picchiata. Netto calo in apertura per quelle europee, trainate in basso anche le piazze asiatiche, con Tokyo che perde questa mattina quasi il 10%. I leader europei, a conclusione del vertice di Bruxelles, hanno definito un ulteriore pacchetto di interventi per costruire una posizione comune contro la crisi. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Avallare le misure per stabilizzare il sistema finanziario approvate domenica dall’Eurogruppo, rilanciare la proposta di un sistema di vigilanza a livello europeo per banche e assicurazioni e rinviare, a dicembre, la scadenza entro cui trovare un accordo sul pacchetto del clima. Dopo le divisioni espresse ieri sull’ambiente, i 27 leader europei si ritrovano su queste tre linee guida della bozza conclusiva, stilata al termine del vertice di Bruxelles. Dal vertice emerge anche la richiesta di decisioni rapide sull'elaborazione di norme europee in materia di sicurezza sui depositi per assicurare la tutela dei risparmiatori. ''Per cominciare – si legge nel documento - il Consiglio invita i supervisori nazionali ad incontrarsi almeno una volta al mese, per uno scambio di informazioni''. Si tratta di proposte fortemente sostenute dalla presidenza francese che hanno raccolto il plauso di tutti gli Stati membri. Diversamente è andata invece sull’attuazione del piano per la riduzione delle emissioni di gas serra approvato a gennaio. Per il momento, sono state accolte le istanze di Italia e Polonia, entrambe preoccupate par la produzione industriale già provata dalla recessione economica; una decisione definitiva è stata rinviata al consiglio Europeo di dicembre. L’ulteriore risposta corale dell’Europa ha dato una boccata di ossigeno ai listini del Vecchio Continente, che fanno registrare un leggero rialzo dopo l’apertura in forte ribasso, sulla scia dell’ennesimo tonfo delle Borse asiatiche.
 
Sull’andamento dell’economia e della finanza internazionale, Giada Aquilino ha intervistato Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, che domani sarà in edicola con un numero dal titolo “Il mondo dopo Wall Street”:RealAudioMP3

R. – La mia impressione è che, comunque, non bisogna troppo agganciare la nostra attenzione alle oscillazioni della Borsa; altrimenti, rischiamo di perdere di vista la sostanza. E la sostanza – secondo gli indicatori disponibili – è quella di una recessione, già parzialmente in atto, ma che rischia di diventare una vera e propria depressione, con possibilità di durata superiore a quell’anno, anno e mezzo di cui si parlava fino a poco tempo fa.
 
D. - Il ruolo assunto dallo Stato nelle banche americane; i vertici europei per frenare la crisi; una prossima riunione del G8, se non addirittura del G14; si è parlato di una nuova Brenton Woods: che assetto può scaturire da questi interventi?
 
R. – Ne esce soprattutto lo 'iato' tra quella che è la realtà economica e finanziaria e quella che è la potenza della politica: i politici, o comunque i manager, non sono in grado di gestire un’emergenza di questo tipo perché non sono culturalmente preparati a farlo o perché non dispongono dell’autorità sufficiente. Per quanto possiamo intervenire e per quanto stiamo intervento in vari Stati iniettando direttamente liquidità nelle banche o acquistandone parzialmente o totalmente la proprietà, è chiaro che ci sono poi dei fenomeni che sfuggono al controllo della politica. Fenomeni che prevedranno poi una loro logica interna di assestamento.
 
D. – Quindi che tipo di provvedimenti sono le massicce iniezioni di aiuti pubblici nel sistema finanziario?
 
R. – Probabilmente, rappresentano l’unico provvedimento possibile in questo momento. Certamente, la questione fondamentale è quella di fare in modo che le banche continuino, o meglio riprendano, a prestarsi il denaro fra loro e ad immetterlo nell’economia reale. In caso contrario, questa recessione - di cui stiamo vedendo i prodromi - diventerà molto più severa.







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