USA: vescovi del Connecticut condannano la sentenza che legalizza i matrimoni omosessuali
Un esempio “deplorevole di attivismo giudiziario”. Con queste parole i vescovi del
Connecticut hanno espresso la loro ferma riprovazione per la decisione della Corte
Suprema dello Stato di ammettere i matrimoni omosessuali. La sentenza è stata emessa
il 10 ottobre, con quattro voti favorevoli e tre contrari e dà ragione ad un gruppo
di coppie omosessuali che nel 2004 si erano rivolte a un tribunale dopo che era stata
loro rifiutata la licenza di matrimonio. L’attuale legislazione del Connecticut ammette
solo le unioni civili, mentre vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Secondo
il tribunale di massima istanza dello Stato, tuttavia, tale divieto “calpesta un diritto
fondamentale e costituisce una discriminazione”. “L’essenza del matrimonio - afferma
il dispositivo della sentenza ripresa dall'agenzia Cns - è una relazione affettiva
tra due adulti e la sola ragione per cui il matrimonio è stato sinora limitato a un
uomo e una donna è la disapprovazione morale della società o l’avversione irrazionale
contro le persone gay”. Per i vescovi del Connecticut, la decisione è una palese forzatura
che contrasta con il diritto, ma anche con il sentire comune. “La Corte – affermano
i presuli in una nota - ha deciso di ignorare il giudizio dei rappresentanti eletti,
la volontà popolare e tradizioni sociali e religiose plurimillenarie, imponendo un
esperimento sociale sulla pelle del popolo del nostro Stato. La Corte Suprema - prosegue
la nota - sembra avere dimenticato che i tribunali sono chiamati ad interpretare le
leggi, mentre spetta al legislatore farle. La sentenza – concludono quindi i vescovi
- crea un inevitabile conflitto tra le persone di fede, la legge naturale e l’autorità
dello Stato”. (L.Z.)