2008-10-15 15:46:27

Il cardinale Sepe presenta a Roma il suo libro "Non rubate la speranza"


“Non rubate la speranza” è insieme il titolo e la sfida del libro del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Il testo è stato presentato ieri a Roma alla presenza del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e di molte personalità del mondo ecclesiale e politico. Il servizio è di Debora Donnini:RealAudioMP3

Un viaggio nel cuore di Napoli, quella della camorra e dei rifiuti, nelle strade delle periferie più dissestate: lo ha compiuto il cardinale Sepe per raccontare nel suo libro una realtà difficile dove però non manca chi si impegna per non rubare la speranza, come sacerdoti, medici, volontari che vogliono costruire. Il male non può vincere, ha detto il porporato alla presentazione del libro, Napoli bisogna amarla per risvegliarla. Sull’impegno concreto della Chiesa, sentiamo lo stesso cardinale Crescenzio Sepe:
 
“Abbiamo cercato non soltanto a parole, ma con i fatti cosa potevamo realizzare e si sta realizzando ormai dappertutto un oratorio in ogni parrocchia e nelle parrocchie stesse si stanno creando delle minicooperative per insegnare ai giovani come lavorare il cuoio o la ceramica: tutte cose, queste, che possono essere utili. In cento parrocchie abbiamo messo dei centri informatici per insegnare ai giovani ad usare questi strumenti, che potranno dare loro domani uno sbocco concreto nella società. Abbiamo tante, tante iniziative, magari piccole, ma certamente sono segni di speranza per dire che si può, si può ricostruire partendo soprattutto dai giovani”.
 
''Ha scritto un bellissimo libro su Napoli e soprattutto è bellissimo il suo impegno per Napoli'', ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine dell’incontro. Il capo dello Stato ha poi assicurato che si veglia sulla sicurezza di Roberto Saviano, sotto scorta da due anni perché con il suo libro, “Gomorra”, ha aiutato a fare luce sull’attività criminale dei Casalesi. Oggi Saviano ha, però, espresso l’intenzione di lasciare l’Italia per non vivere – ha detto – prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. A lui, ieri, la solidarietà del cardinale Sepe.







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