Appello di mons. Marchetto per l'integrazione degli adolescenti immigrati nelle scuole
in Europa
Promuovere politiche adeguate all’integrazione degli adolescenti immigrati, puntando
in particolare sul loro inserimento scolastico nei Paesi di accoglienza. E’ il punto
di vista espresso ieri, durante una Conferenza a Bruxelles, dall’arcivescovo Agostino
Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli
itineranti, invitato dalla Konrad-Adenaur-Stiftung. Dopo un intervento dedicato all’integrazione
dei giovani immigrati, il rappresentante vaticano ha puntato l’attenzione sulla fascia
dei teenager. L’adolescente che arriva da una situazione d’emigrazione, ha
osservato, “non sembra essere restio ad un inserimento nella cultura europea”, a patto
che essa non gli sia presentata “come un macigno, pesante e inflessibile”. La politica,
allora, “si dovrà modulare - ha affermato mons. Marchetto - sulla gradualità possibile
per l’adolescente”, che gli consenta “di non perdere la sua identità personale e culturale”.
In
prima linea nel processo di integrazione, ha proseguito, si pongono dunque la scuola
e le associazioni giovanili. “Un indicatore molto importante del grado di inserimento
dei giovani - ha rilevato il segretario del dicastero pontificio - è la loro integrazione
nel sistema formativo del Paese di residenza, il che significa successo scolastico
e quindi sviluppo delle capacità personali e dell’autostima, premesse indispensabili
per l’accesso al mondo del lavoro qualificato”. Mons. Marchetto ha poi ribadito, in
questo campo, la collaborazione della Chiesa con le istituzioni dei Paesi di accoglienza,
ricordando che la Chiesa stessa gestisce attualmente nel mondo più di 196 mila scuole
di istruzione primaria e secondaria, frequentate da più di 51 milioni di bambini e
ragazzi. Con, inoltre, quasi mille tra università cattoliche, collegi superiori o
altri istituti, che si dedicano alla formazione di oltre 4 milioni di giovani. Fornendo
a un giovane con esperienze migratorie un’adeguata istruzione ciò gli consentirà -
ha concluso mons. Marchetto - di diventare “un buon cittadino europeo”. (A cura
di Alessandro De Carolis)