2008-10-14 15:07:23

Si è spento all'età di 83 anni il cardinale arcivescovo emerito di Quito, Antonio José González Zumarrága. Il Papa: fino all'ultimo ha servito la Chiesa con generosità


Un pastore “che ha servito la Chiesa in modo intenso e generoso”, impegnato “fino all’ultimo nella sua missione evangelizzatrice”. Benedetto XVI ha ricordato con queste parole, in un telegramma di cordoglio, il cardinale ecuadoriano, Antonio José González Zumarrága, arcivescovo emerito di Quito, morto ieri all’età di 83 anni. L’annuncio è stato dato dalla Conferenza episcopale dell’Ecuador, i cui presuli sono in questo periodo in visita ad Limina in Vaticano. Le esequie del porporato si svolgeranno tra poche ore, alle 12, ora di Quito, nella cattedrale cittadina. Al termine, le spoglie verranno inumate nella cripta della Chiesa. Questa mattina, informa un comunicato, i vescovi ecuadoriani hanno celebrato una Messa di ringraziamento per la canonizzazione di Santa Narcisa Martillo y Moràn, levando preghiere per l’anima del confratello defunto. Con la morte del cardinale González Zumarrága, il Collegio cardinalizio risulta composto da 192 cardinali, di cui 116 elettori e 76 non elettori.

Il cardinale González Zumárraga nasce a Pujilí, nella diocesi ecuadoriana di Latacunga, il 18 marzo 1925. Fin dall'infanzia mostra una chiara inclinazione al sacerdozio ministeriale. Viene ordinato nel giugno del 1951 e tre anni dopo, terminate le prime esperienze pastorali, si trasferisce in Spagna per gli studi di Diritto Canonico alla Pontificia Università Ecclesiastica di Salamanca, dove consegue il dottorato. Tornato a Quito nel 1957, entra a far parte del corpo accademico della Pontificia Università Cattolica dell'Ecuador e nel 1960 gli viene assegnata la cattedra di Diritto Pubblico Ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza. Dopo numerosi incarichi di docenza, e dopo aver svolto l'incarico di rettore del collegio “Nuestra Madre de la Mercede”, il 17 maggio 1969 Paolo VI lo nomina ausiliare di Quito. All’interno della Conferenza episcopale ecuadoriana assume varie responsabilità, tra le quali quello di presidente della Commissione di evangelizzazione e catechesi.

Nel marzo 1976, la Santa Sede lo pone a capo dell’amministrazione apostolica della diocesi di Machala finché Paolo VI lo nomina vescovo della medesima diocesi. Con questa funzione pastorale si è dedicato a visitare la sua giurisdizione e ad offrirle tutti gli aiuti di cui aveva bisogno e che il suo zelo pastorale gli suggeriva. Nel 1980, Giovanni Paolo II lo nomina coadiutore di Quito con diritto alla successione, che avviene nel 1985. Molto noti sono, in quel periodo, i suoi interventi alla Radio Católica Nacional dell'Ecuador, nel programma “La Palabra de Dios”, grazie ai quali offre un grande contributo alla formazione del clero e dei fedeli. Come pastore di Quito, la sua attenzione va presto a quartieri emarginati, che dota di piccole comunità religiose per garantire assistenza nell'evangelizzazione e nella catechesi. Il 3 aprile 1987, è eletto presidente della Conferenza episcopale dell'Ecuador e poi rieletto nell'aprile 1990 per un ulteriore triennio. Dal 1989 al 2004, svolge l’incarico di consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina (CAL) e l'11 novembre 1995 riceve la nomina dalla Santa Sede a primate dell'Ecuador. La porpora gli arriva per le mani di Giovanni Paolo II, che lo crea e pubblica cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001. (A cura di Alessandro De Carolis)







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