Terminato il XII Congresso dell’Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo
In attesa di contemplare il Volto di Cristo – che in ogni tempo l’uomo iconizza nelle
tante forme dell’arte e nei linguaggi della cultura – il fedele predispone il proprio
“volto” perché la contemplazione di Dio “faccia a faccia” sia il termine ultimo di
un cammino caratterizzato dal riconoscere l’immagine di Dio nel volto dei fratelli.
A questo invitano le Beatitudini. Beati noi se siamo capaci di raccogliere questa
sfida nel cui esito positivo si gioca la beata eternità di ciascuno. Può essere questa
la sintesi delle due giornate dense di ben 23 interventi sul tema del Congresso svoltosi
sabato scorso e nella giornata di ieri presso la Pontificia Università Urbaniana,
inaugurato e presenziato dal cardinale Fiorenzo Angelini che fu il promotore dell’iniziativa
nel 1997. Il Congresso ha visto avvicendarsi al banco degli oratori teologi, liturgisti,
moralisti, biblisti come l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, e pure personalità del mondo
laico come il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, e lo scrittore napoletano Erri
De Luca. In sostanza è stato detto che, nel mondo, principale responsabile delle Beatitudini
è la Chiesa. Senza ridursi a una “agenzia di moralità e di riscatto sociale” in conflitto
o in competizione o in irenismo con altri progetti sociali, senza ritirarsi in una
predicazione rassegnata e complice che rimanda all’al di là ogni consolazione promessa,
la Chiesa deve hic et nunc percorrere l’unica via veramente missionaria: quella che
conduce Gesù Cristo ad ogni uomo oppresso, e quest’uomo a Gesù Cristo. Il Vangelo
delle Beatitudini è sempre una sfida, in modo particolare nel nostro mondo di violenza
e di contro-violenza, d’oppressione sia della destra che della sinistra, in questo
mondo globalizzato di ricchi sempre più ricchi e di poveri sempre più poveri. Annunciare
il Vangelo delle Beatitudini in parole ed opere, è un dovere irrinunciabile della
Chiesa in missione. (A cura di Giovanni Peduto)