Il Partito comunista cinese, a conclusione di una riunione del proprio Comitato centrale,
ha approvato ieri a Pechino una riforma che permetterà di fatto ai contadini di ''trasferire
con vari strumenti i contratti di gestione della terra'', come anticipato qualche
giorno fa dal presidente cinese, Hu Jintao. Secondo quanto riportato dalla stampa
asiatica, i lavoratori agricoli potranno usare la terra che coltivano come se fosse
di loro proprietà, ma - in base alla legge cinese - nelle zone rurali tale proprietà
rimarrà comunque ''collettiva''. Sulla riforma del settore agricolo cinese, ascoltiamo
Fernando Mezzetti, autore di diversi libri sulla trasformazione della Cina,
intervistato da Giada Aquilino:00:01:36:62 R. – La rifroma consiste
nel fatto che lo Stato regolarizza una situazione in atto dal 1978, da quando avviarono
le riforme. Il primo atto fu smantellare le comuni del popolo che si erano rivelate
insufficienti e dare la terra ai contadini dicendo: coltivate quello che volete, purché
ci paghiate un canone annuo in prodotti. La situazione si è poi aggravata perché con
le riforme sono stati inizialmente tutti vincitori, poi ci sono stati vincitori e
vinti e i contadini sono rimasti indietro rispetto alle città, rispetto ai centri
urbani. Quindi, questa decisione regolarizza una situazione in atto da tempo. Viene
ceduta non la terra, ma l’uso della terra, trasmissibile in senso ereditario e commerciabile,
cioè vendibile. D. – Con la riforma, comunque, i contadini non
avranno formalmente la proprietà privata della terra, vietata dalla Costituzione.
Ma quali cambiamenti ci saranno? R. – Immediati nel senso che,
per esempio, se uno ha acquistato l’uso del terreno dal vicino o da un altro, adesso
avrà la configurazione giuridica con la quale potrà chiedere prestiti alle banche,
perché l’altra decisione che è stata presa è di stimolare i crediti all’agricoltura. D.
– Il nuovo corso varato a Pechino arriva in un momento in cui la Cina, a causa della
crisi finanziaria internazionale, ha urgente necessità di aumentare il consumo interno
… R. – Nella situazione di contrazione delle esportazioni che
la Cina prevede, data la recessione negli Stati Uniti, che sono il loro maggior mercato,
e in Europa – altro importante mercato – la Cina svilupperà i consumi interni, e i
consumi interni da sviluppare sono quelli dei contadini, che sono 700 milioni di persone.