Dal 3 novembre la Commissione episcopati delle Comunità europee (Comece) ha una nuova
sede a Square de Meeûs 19/1, sempre a Bruxelles, che verrà inaugurata nel corso della
plenaria d'autunno. Preceduta dal Servizio di informazione pastorale europeo cattolico
(Sipeca 1976-1980), la Comece ha visto la luce a Bruxelles il 3 marzo 1980, quale
strumento di collegamento tra Conferenze episcopali e la Comunità europea. Essa è
composta da 24 vescovi delegati di altrettante Conferenze episcopali dell'Ue. I vescovi
di Croazia e Svizzera partecipano come osservatori. Scopo della Commissione, accompagnare
e analizzare il processo politico dell'Ue, informare le Chiese sugli sviluppi della
legislazione e delle politiche europee, incoraggiare la riflessione sulle sfide poste
dall'Europa. Dal 2006 a guidarla è mons. Adrianus Herman van Luyn, vescovo di Rotterdam.
Nuovo segretario generale dal 1° ottobre, succeduto a mons. Noël Treanor, ordinato
vescovo di Down & Connor (Irlanda del Nord), è padre Piotr Mazurkiewicz, sacerdote
dell'arcidiocesi di Varsavia, specialista di questioni europee e direttore dell'Istituto
di politologia all'Università "Cardinal Stefan Wyszynski". Il segretariato della Comece
ha espresso apprezzamento per la proposta della Commissione europea di prolungare
la durata minima del congedo di maternità in Europa da 14 a 18 mesi. "Questa misura
- si legge in una nota - può infatti consentire alle donne di conciliare meglio lavoro
e vita familiare, garantendo al tempo stesso maggiore equità salariale tra uomini
e donne" e "potrebbe inoltre contribuire ad arrestare la flessione delle nascite in
Europa". "La proposta di revisione della Direttiva 92/85/Cee sulla tutela della maternità"
prosegue la nota - fa parte del 'pacchetto famiglia' presentato il 3 ottobre dal commissario
agli affari sociali Vladimir Spidla" e si prefigge di creare una situazione omogenea
nei 27 Stati membri, prolungando il congedo fino ad un minimo di 18 settimane "con
il mantenimento del salario e la garanzia di ritrovare al rientro un posto equivalente
a quello dell'inizio del congedo". La Comece ravvisa un ulteriore passo avanti nella
possibilità per la madre che riprende il lavoro di "chiedere al suo datore di lavoro
una maggiore flessibilità nell'orario". Il segretariato Comece incoraggia inoltre
gli Stati membri a "rispettare gli obiettivi di Barcellona (2002) di realizzare entro
il 2010 strutture di accoglienza per almeno il 90% dei bambini fra i tre anni e l'età
scolare, e per almeno il 33% dei piccoli con meno di tre anni", e invita infine il
Consiglio dei ministri e il Parlamento europeo a "fare della riconciliazione tra lavoro
e vita familiare uno dei principali fari della politica sociale europea che dovrebbe
inoltre guidare altri progetti di legge come, ad esempio, l'attuale revisione della
Direttiva 2003/88/Ce sui tempi del lavoro". (L.B.)