Australia: per la Chiesa la nuova legge sull’aborto è un “tradimento dell’umanità”
Una sconfitta per la vita, per la società, per la convivenza civile. Un autentico
“tradimento dell’umanità, della donna, degli innocenti bambini non-nati”. Così l’arcivescovo
di Melbourne, mons. Denis Hart, ha definito, in un discorso colmo di amarezza ripreso
dall'agenzia Fides, la recente approvazione della Legge sull’aborto nello Stato australiano
di Vittoria. L’arcivescovo ha notato che la legge non servirà a ridurre la percentuale
degli aborti clandestini nello Stato, ma che sarà lo strumento per uccidere oltre
20.000 bambini all’anno, ai quali sarà negato il diritto alla vita. La comunità cristiana
ha accolto con disappunto il parere favorevole del Parlamento statale, che ha dato
il via alla nuova legge sull’aborto. I cristiani hanno organizzato nei giorni scorsi
marce e veglie di preghiera per sensibilizzare la popolazione, l’opinione pubblica
e le autorità politiche sul tema. Ma la discussione in Parlamento, dopo un dibattito-maratona
prolungatosi fino all’8 ottobre, si è conclusa con un voto favorevole al provvedimento,
anche se i due maggiori partiti si sono divisi al loro interno fra favorevoli e contrari.
Nelle comunità cristiane di tutte le confessioni circola grande delusione. L’arcivescovo
ha comunque sottolineato, con una decisione definita “irrevocabile”, che gli aborti
non saranno effettuati in ospedali o strutture sanitarie cattoliche, chiedendo che
ai medici cattolici operanti in strutture pubbliche, sia concessa la possibilità dell’obiezione
di coscienza. Secondo gli attivisti dei Movimento per la Vita, il voto avrà un effetto
devastante nella società, soprattutto sui giovani, immettendo una cultura che promuove
l’uso disinvolto e la svalutazione della vita umana, dell’esperienza stessa del dare
la vita, della valore della relazione fra uomo e donna e del loro compito generativo.
(R.P.)