2008-10-11 15:12:33

Il G7 vara il piano anticrisi


Cala il sipario su una delle settimane più nere degli ultimi decenni per i mercati finanziari mondiali. Le Borse hanno chiuso, ieri, ancora in forte ribasso, con perdite settimanali complessive a due cifre. Per ridare fiducia ai mercati il G7 ha intanto varato un pacchetto di misure eccezionali. Si aspetta una risposta coordinata anche dal vertice europeo di domenica a Parigi. Il punto nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3  
In Europa, i listini hanno chiuso lasciando sul terreno tra il 6,54 di Milano e l’8,85 di Londra. La peggiore seduta della settimana con 400 miliardi di capitalizzazione bruciati. In cinque giorni di contrattazione i mercati del Vecchio Continente hanno perso il 22% del proprio valore, New York il 18%. Continuano a tremare anche le piazze asiatiche: in Giappone si è registrato il primo fallimento e l’indice Nikkei ieri ha perso il 10%. Non si allenta dunque la morsa della paura sulle Borse. E proprio per ristabilire l’ordine e la fiducia sui mercati finanziari globali i ministri dell’Economia dei Paesi G7 hanno varato, ieri a Washington, un piano in cinque punti di misure “urgenti ed eccezionali”. I sette grandi si impegnano a sostenere le istituzioni finanziarie con ogni sforzo, garantendo l’accesso alla liquidità sia dal pubblico sia dai privati. Vengono, inoltre, indicati programmi di garanzia dei depositi per rassicurare i correntisti. Il G7 si impegna, infine, a riattivare i mercati secondari dei mutui e delle altre cartolarizzazioni. “L'accordo è una 'cornice organica' entro la quale fare scattare gli interventi dei vari Paesi”, ha detto alla fine del vertice il segretario del Tesoro USA, Paulson. Fronte anticrisi che si sposta domani a Parigi, dove andrà in scena il vertice dei capi di Stato e di governo UE. Obiettivo è definire un’azione forte e coordinata superando le resistenze alla mobilitazione comune espresse dalla Germania. Per le misure adottate nel fine settimana si aspetta comunque il giudizio dei mercati lunedì, ma il fantasma più temuto dai governi resta quello delle ripercussioni sull’economia reale.







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