Giornata mondiale della Salute Mentale: appello dell'OMS ad aumentare l'assistenza
Uno sforzo congiunto per aumentare i servizi di assistenza sanitaria mentale. Lo chiede
il programma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) anche in occasione della
Giornata mondiale della Salute Mentale che ricorre oggi. Un problema, quello dei disturbi
psichici, che attraversa tutte le culture, le età e le latitudini del pianeta, come
ricorda il messaggio del segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon. Per una panoramica
della situazione mondiale sentiamo al microfono di Debora Donnini, il dott.
Benedetto Saraceno, direttore del dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze
dell’OMS:
R. – C’è
un suicidio ogni 40 secondi, vale a dire che ci sono quasi un milione di suicidi all’anno,
e ci sono circa 300 milioni di persone che hanno un problema di salute mentale o di
abuso di sostanze. Alcune malattie mentali sono certamente responsabili di importanti
disabilità permanenti. Questo evidentemente ha delle conseguenze gravi sia sulla sofferenza
delle singole persone, ma anche sulle loro famiglie e le comunità intere. D.
– Quali sono i Paesi maggiormente colpiti dai disordini mentali, quelli più sviluppati
o quelli più poveri? R. – I disordini mentali colpiscono nella
stessa misura i Paesi poveri e i Paesi ricchi. E’ un mito quello che i Paesi poveri
non abbiano problemi di salute mentale: basti pensare al fatto che il suicidio ha
tassi elevatissimi in Paesi poveri dell’Europa dell’Est, in Cina, in India, in Sri
Lanka; se guardiamo poi anche al consumo dell’alcool, questo è un consumo molto comune
nei Paesi poveri; così come se guardiamo agli effetti delle guerre e dei conflitti,
dei campi rifugiati e ad altri eventi sia naturali che generati dall’uomo, questi
creano in Paesi poveri e poverissimi gravissime sofferenze mentali e psichiatriche. D.
– C’è un’età in cui maggiormente si manifestano? R. – Certo,
ma a seconda di quali malattie. Evidentemente la demenza, cioè l’Alzheimer, colpisce
gli anziani mentre la schizofrenia è una malattia che ha un esordio piuttosto giovanile
e spesso prima dei vent’anni di età. D. – Cosa si può fare per
curare i disordini mentali e che cosa, quindi, l’OMS chiede ai governi? R.
– L’OMS chiede ai governi tre cose. La prima è che c’è un legame tra sviluppo, povertà
e sofferenza mentale e, quindi, certamente grandi povertà e grandi sottosviluppi sono
responsabili di grande sofferenze mentali: la prima cosa è quindi quella di occuparsi
del fatto che le popolazioni non debbano essere esposte a queste situazioni di abbandono
e di vulnerabilità sociale grave. La seconda cosa è che i servizi di salute mentale
e l’intervento sui problemi di salute mentale è estremamente scarso, soprattutto nei
Paesi poveri dove non ci sono abbastanza risorse per occuparsi di questi problemi.
La terza cosa, infine, è che i governi dovrebbero occuparsi di diminuire le violazioni
dei diritti umani che avvengono negli ospedali psichiatrici di tutto il mondo, sia
nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri.