2008-10-10 15:52:18

Amnesty chiede all'ONU di occuparsi delle violazioni dei diritti dei cattolici in Vietnam


Le Nazioni Unite si occupino di quanto sta accadendo in Vietnam, lo visiti il relatore speciale sul diritto di opinione e di espressione. Lo chiede Amnesty International a conclusione di un lungo rapporto nel quale esamina il comportamento delle autorità di Hanoi nei confronti di “pacifici manifestanti” cattolici. Nel documento si ricostruiscono le vicende relative al complesso della ex delegazione apostolica e del terreno di Thai Ha di Hanoi ed in particolare all’atteggiamento tenuto dal governo di fronte alla richiesta dei cattolici di avere la restituzione dei loro beni, atteggiamento fatto di intimidazioni, violenze, arresti, violazioni della libertà di pensiero e di religione, campagne di stampa, discriminazioni. “Il governo vietnamita – scrive Amnesty, in una nota diffusa ieri a Londra ripresa dall'agenzia Asianews - deve mettere fine a intimidazioni e attacchi contro i cattolici ed assicurare protezione contro le violenze di gruppi sponsorizzati dallo Stato”. Nel suo rapporto, l’organizzazione ricostruisce le vicende che dallo scorso dicembre vedono i fedeli appoggiare con pacifiche veglie di preghiera le richieste dell’arcivescovato di Hanoi e dei redentoristi di Thai Ha. Dopo un periodo nel quale è sembrato prevalere il dialogo – a febbraio il governo parlò di un graduale ritorno dei beni alla Chiesa - da agosto le autorità hanno scelto la linea dura. Il rapporto parla anche di “crescenti” intimidazioni contro i cattolici e riferisce di “studenti sempre più timorosi di parlare della loro fede a scuola o nelle università, dove emergono vicende di prevaricazioni ed espulsioni”. A conclusione del rapporto, Amnesty International ricorda al Vietnam di aver sottoscritto l’accordo per i diritti civili e politici e chiede al governo di Hanoi di: “proteggere i diritti di libertà di espressione, di riunirsi pacificamente e la libertà di religione senza discriminazioni”; “rilasciare immediatamente ed incondizionatamente coloro che sono stati arrestati per aver espresso pacificamente le loro opinioni”; “abolire le illegali restrizioni ai diritti di riunirsi pacificamente, di libertà di espressione e di libertà di religione ed in particolare di riformare quanto previsto nel Codice penale del 1999 in materia di sicurezza nazionale”; “assicurare che non si manifesti un clima di impunità per ciò che riguarda gli attacchi contro i cattolici, procedendo ad inchieste imparziali su tutti gli attacchi e gli atti di intimidazione da parte di funzionari di polizia, compreso l’eccessivo uso della forza contro pacifici fedeli cattolici, e di ‘giovani bulli’ sponsorizzati dallo Stato e di sottoporre i responsabili a processi compatibili con gli standard internazionali”. (R.P.)







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