Al finlandese Martti Ahtisaari il Premio Nobel per la Pace 2008
Il premio Nobel per la pace 2008 è stato assegnato ieri all’ex presidente finlandese
Martti Ahtisaari. Nelle motivazioni rese note a Oslo dal Comitato norvegese del Nobel,
Ahtisaari è stato premiato “per i suoi importanti sforzi, in molti continenti e per
più di tre decenni, per risolvere i conflitti internazionali”. Martti Ahtisaari autore
del rapporto ONU sullo status del Kosovo nel 2005 era stato artefice dell'accordo
del 2005 tra l'Indonesia e i ribelli dell'Aceh. Nato a Viipuri il 23 giugno 1937,
diventò un esperto di cooperazione per lo sviluppo al Ministero finlandese degli Esteri,
proseguendo poi nella carriera diplomatica. Al termine del suo incarico come ambasciatore,
fu nominato commissario dell’ONU per la Namibia, con lo scopo di prepararne l'indipendenza.
Stefano Leszczynski ha chiesto ad Antonio Papisca, titolare della cattedra
UNESCO per i diritti umani, la democrazia e la pace, all’Università di Padova, un
commento sulla figura di Martthi Ahtisaari:
R. – Io sono
convinto che il Premio quest'anno sia stato bene assegnato. Ci sono stati altri Premi
Nobel per la Pace assegnati a personalità politiche o diplomatiche che hanno destato
qualche perplessità quanto a coerenza tra il modo di agire della persona e il grande
riconoscimento ricevuto, che ha un carattere essenzialmente morale. In questo caso,
io direi che si tratta di un personaggio coerente e benemerito ma è anche un riconoscimento
al Paese di cui quest’uomo è stato presidente: la Finlandia. D.
– Questo Premio Nobel si può dire che porti un po’ di valore aggiunto anche alle Nazioni
Unite? R. – Decisamente! Martti Ahtisaari è “onusiano” per vocazione,
per principio, per prassi e quindi è importante per l’Organizzazione delle Nazioni
Unite in questo momento. Sappiamo che l’Assemblea generale ha votato una risoluzione
con cui si chiede alla Corte internazionale di giustizia di dare un parere sull’indipendenza
del Kosovo. Sappiamo che Ahtisaari è l’autore del Rapporto al Consiglio di Sicurezza
appunto sulle sorti del Kosovo. Diciamo che nel caso di Ahtisaari c’è un messaggio
di ordine mondiale: in questo momento, alla luce di quello che stiamo soffrendo drammaticamente,
c’è bisogno di segnalare delle persone autorevoli che hanno in mente la Carta delle
Nazioni Unite e la Dichiarazione Universale e che portano avanti – correttamente inteso
– il principio della responsabilità di proteggere. Il Premio Nobel, quest’anno, io
lo vedo come uno stimolo per tutti a portare avanti la costruzione di un ordine mondiale
fondato sulla prima parte della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Universale.