2008-10-09 16:06:28

Ingrid Betancourt sottolinea il valore della parola per risolvere i conflitti


“Le parole hanno un grande impatto sulla vita reale”; dobbiamo credere nel valore della parola, nella sua capacità di convincere e di trasformare le persone”. Dopo oltre 6 anni di silenzio nella foresta colombiana, prigioniera delle cosiddette Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Ingrid Betancourt porta la sua “parole di pace” nell’emiciclo del Parlamento europeo, che lei stessa loda per “essere un esempio in tutto il mondo di democrazia e di dialogo”. Invitata dal presidente Hans-Gert Poettering per ricordare i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948), l’ex candidata alle presidenziali e oggi attivista dei diritti umani ha affermato che occorre prevenire i conflitti perseguendo la giustizia sociale: nelle società più ricche, “dobbiamo cominciare a riconoscere agli altri il diritto a desiderare ciò che noi desideriamo”. Ingrid Betancourt - riferisce il Sir - si è più volte interrotta in lacrime e ha chiesto la liberazione dei suoi compagni rimasti prigionieri. “I governi – ha aggiunto l’ex candidata alle presidenziali – devono negoziare con le forze terroristiche per salvare vite umane ma anche perché respingere il dialogo significa dar loro delle giustificazioni” ed isolare “estremisti e fanatici”. “Andrei – ha concluso Ingrid Betancourt – nello Zimbabwe, nel Darfur per abbracciare le madri e i bambini che soffrono, per abbracciare gli sfollati. Poi in Somalia, per portare parole di rispetto e in Congo, dove ci sono i bambini soldato”. (A.L.)







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