Il rabbino capo di Haifa, Cohen: sono al Sinodo per ribadire il desiderio degli ebrei
a collaborare per la pace. Il cardinale Vanhoye: i cristiani riscoprano la lettura
della Bibbia
Al Sinodo sulla Parola di Dio, è dunque intervenuto ieri il rabbino capo di Haifa,
Shear Yashyv Cohen. Sul significato di questa presenza all’assemblea sinodale,
Philippa Hitchen, del nostro programma inglese, ha intervistato lo stesso rabbino
Cohen:
R. - I’m here not as individual ... Non sono qui a titolo
personale, ma rappresento il Gran Rabbinato d’Israele che è il corpo ufficiale che
guida la religione ebraica in Israele e, in un certo senso, nel mondo ebraico. Direi
quindi che rappresento la maggioranza degli ebrei, qui in Vaticano. Vi sono alcuni
che pensano si tratti di qualcosa di più di un dialogo e sospettano che possa essere
un tentativo, in un certo senso, di attenuare le differenze, quasi come se si trattasse
della medesima religione: ma così non è, perché ci sono elementi fondamentali negli
articoli di fede in cui noi crediamo, in cui i cristiani credono, e che non possiamo
ignorare. Personalmente, penso che l’intenzione non sia quella di indurci a cambiare,
quanto piuttosto di invitarci a comprenderci a vicenda e a vivere insieme secondo
quei principi e quelle idee che ci uniscono. Discendiamo dalla stessa madre, o dallo
stesso padre Abramo, il Patriarca - Avram Avinu in ebraico -
il Padre delle tre religioni abramitiche: ebraismo, cristianesimo e islam.
Credo sia importante ricordare le nostre origini: in questo modo, saremo meglio capaci
di portare la pace nel mondo. E questo è importante. Io credo che la religione abbia
un influsso sui capi laici di tutti gli Stati del mondo: essi hanno bisogno di sapere
che tutti gli esseri umani pregano lo stesso Dio.
Come ha affermato Benedetto
XVI, anche per i cristiani è sempre in agguato il pericolo di non saper cogliere,
tra i rumori e le parole del mondo, il suono della Parola di Dio. Sul come contrastare
questa insidia il cardinale Albert Vanhoye, intervenuto ieri, offre alcuni
consigli pratici al microfono di Giovanni Lin, della redazione cinese della
nostra emittente: R. - La Parola di Dio è veramente essenziale però
talvolta non si ha un contatto sufficiente con la Parola di Dio. Ora direi che è augurabile
che i cristiani abbiano un contatto personale con la Sacra Scrittura, che molti cristiani
comincino a meditare un po’ ogni giorno, per dieci minuti, ad esempio, su un passo
della Sacra Scrittura, cercando di capire cosa voglia dire, cosa suggerisca per la
propria vita. D’altra parte, è molto importante pure che i predicatori siano buoni
conoscitori della Bibbia e possano così introdurre i cristiani ad una conoscenza più
viva e più completa della Bibbia. D. - Cosa auspica come risultato
di questo incontro tra i vescovi di tutto il mondo? R. - Sarà
un’occasione per riaccendere il fervore per lo studio e la meditazione della Sacra
Scrittura. Certamente, verranno prese iniziative di formare gruppi che si raduneranno
per approfondire alcuni testi della Sacra Scrittura. San Girolamo ha detto che l’ignoranza
delle Scritture è ignoranza di Cristo. Se si vuole conoscere veramente il cuore di
Cristo, i pensieri di Cristo, dobbiamo andare a cercare i testi della Bibbia che nominano
il mistero di Cristo ed esprimono anche i sentimenti di Dio e di Cristo.