2008-10-05 11:29:15

Con Benedetto XVI come primo lettore, al via, stasera a Roma, la lettura integrale delle Sacre Scritture. La riflessione di mons. Gianfranco Ravasi


Come ricordato dal Papa all'Angelus, prende il via stasera l’iniziativa “La Bibbia Giorno e notte”, lettura integrale e continuata dei 73 Libri della Bibbia. Dopo il Santo Padre, che leggerà il primo capitolo della Genesi, si alterneranno nella lettura delle Sacre Scritture quasi 1200 persone. L’evento, che avrà per cornice la Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, durerà 139 ore sino alle ore 13,25 di sabato 11 ottobre. L’iniziativa, ideata dal responsabile di RAI Vaticano Giuseppe De Carli, potrà essere seguita in diversi modi, attraverso radio, tv e Internet. Sull’importanza della lettura della Bibbia, Amedeo Lomonaco ha intervistato mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:RealAudioMP3

R. – La Bibbia stessa si presenta come Parola e la Parola è di sua natura proclamata, detta. Ecco allora l’importanza del ritornare ancora alla Parola e in questo caso far risuonare proprio questa Parola, scansione per scansione, passo per passo, affidata alla voce, direi al ventaglio di tutte le voci possibili, che sono le voci dell’umanità. Questa Parola che risuona e che rompe il silenzio del nulla e si apre all’essere e all’esistere. Noi sappiamo che una parola, una volta detta non è morta: è proprio allora che comincia a vivere! E’ per questo che idealmente si vorrebbe che questa lettura sia come un punto di partenza, perché questa Parola abbia da attraversare il cielo distratto o inquinato delle nostre città, abbia da attraversare – idealmente – le nostre strade, entrare nelle nostre case e ritornare ad essere ancora come la Bibbia stessa dice di se stessa: una Parola che è “offensiva”, che inquieta, che sommuove anche la superficialità, la banalità. Geremia dice: “La mia parola è come un martello che spacca la roccia”, la roccia delle incrostazioni, delle banalità diremmo noi oggi. Eccoci a ritrovare che questa Parola che facciamo risuonare per una volta nella sua integralità sotto le volte di questa Basilica romana, sia una Parola che ritorni ancora ad essere lampada per i passi nel cammino della vita.

 
D. – Per l’uomo che non si è ancora accostato alla Bibbia, l’esortazione è quella di ripercorrere l’esperienza di Sant’Agostino, la cui conversione è racchiusa in quel “Tolle lege”- prendi e leggi…

 
R. – Sì, è vero. Potremmo assumerlo come motto. Ma naturalmente “prendi e leggi” vuol dire anche riprendere ancora da capo la necessità di un itinerario da compiere. Il prendere e aprire a caso la Bibbia, prendendone una pagina e assumendola non è del tutto corretto come norma, anche se qualche volta può essere una sorta di stimolo. Bisogna proprio che questo “prendi e leggi” avvenga con una certa continuità, con una certa serietà e con una certa fedeltà. E’ però indiscutibile: l’appello che noi lanciamo è solo quello di cercare il più possibile di raggiungere la Parola con la propria continua e costante conoscenza e con la propria continua e costante esperienza di vita.

 
D. – In questa esplorazione leggere, scrutare la Bibbia e mettersi davanti a Dio con un atteggiamento di apertura, senza giudicare la Parola che è ispirata da Dio, ma lasciandosi guidare dalla Parola….

 
R. – Lasciamoci guidare dalla Parola, ma questa Parola deve essere accolta, compresa, deve essere penetrata con le capacità umane, con la propria libertà. C’è una frase bellissima nell’Apocalisse che potrebbe riassumere questo discorso: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno mi apre io entrerò, cenerò con lui e lui cenerà con me”. Cristo passa per le strade del mondo, la sua Parola passa e se non dovesse passare noi resteremmo soli nel nostro mondo, nel nostro piccolo orizzonte finito. E’ indispensabile, però, “se uno mi apre la porta”: ecco il gioco della libertà, che accoglie la Parola. Se si vuole c’è la grazia - come dice Paolo – che si accende nel cielo della nostra vita ed è il primato assoluto di Dio, ma c’è anche la fede – come dice Paolo – che è la risposta dell’uomo. In questo incrocio, questo intreccio c’è tutto il mistero della Bibbia e della Rivelazione.







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