2008-10-04 17:01:27

La beatificazione di don Francesco Pianzola, apostolo di braccianti e operai nella Lomellina. Il cardinale Saraiva Martins: ha condiviso le ferite dei poveri


Sempre oggi pomeriggio è stato proclamato Beato il sacerdote lombardo don Francesco Pianzola, fondatore delle Suore missionarie dell’Immacolata Regina della Pace e degli Oblati diocesani dell’Immacolata. Ha svolto la sua missione pastorale nella prima metà del ‘900 tra i braccianti e gli operai della Lomellina ed è conosciuto come “il prete santo delle mondine”. Ha presieduto la celebrazione nella Cattedrale di Vigevano il vescovo della città mons. Claudio Baggini, mentre la formula di beatificazione è stata pronunciata dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, che al termine del rito ha pronunciato un discorso. Il servizio di Adriana Masotti:RealAudioMP3  
Don Pianzola – afferma il porporato – si è fatto povero con i poveri “per sentire le loro ferite”. “Non solo attendeva, ma andava in cerca della pecorella smarrita” amando con pazienza anche in mezzo all’incomprensione e al rifiuto. La sua – ha sottolineato il cardinale Saraiva Martins – è la storia di un amore che non si arrende. E' la storia dell'Amore di Dio per gli uomini, per ciascuno di noi. Una storia che ci dice la verità della nostra vita. Ma nello stesso tempo ci dà una consolazione e una speranza immensa. Perché ci dice che Dio è paziente con noi, ci ama senza limiti, ci insegue e ci aspetta”. Ma in quale contesto ha vissuto don Pianzola? Ascoltiamo suor Tiziana Conterbia, Missionaria dell’Immacolata Regina della Pace e postulatrice della Causa di beatificazione del sacerdote:
 
R. – Il contesto è quello della fine Ottocento inizio Novecento, caratterizzato da classi sociali molto disagiate e soprattutto in terra di Lomellina, dove stava diffondendosi il socialismo che raggiungeva in prima istanza la classe sociale impegnata nel mondo dell’industria, con l’espansione in Vigevano, dei primi calzaturifici. Don Pianzola ha investito, quindi, tutto il suo tempo e la sua missione, con animo aperto, a favore della gente che viveva un disagio molto profondo.
 
D. – Quale, appunto, la caratteristica principale della personalità di don Francesco?
 
R. – E’ questo animo aperto sul mondo: la capacità di incontrare l’altro, la voglia di incontrare l’altro, il diverso.
 
D. – Nel 1908, don Pianzola fondò gli Oblati diocesani dell’Immacolata e, nel 1919, le Suore missionarie dell’Immacolata Regina della Pace….
 
R. – Il suo pensiero nella pratica è stato quello di riformare un clero, affinché andasse a celebrare laddove la gente viveva. E la stessa cosa con le Suore missionarie di fronte al disagio a livello femminile, che nella Lomellina era il disagio vissuto da molte giovani in cerca di lavoro nelle terre del riso: un gran numero di persone abbandonate a se stesse nelle cascine, che dormivano sui pagliericci, con orari di lavoro senza tregua... Don Pianzola ha pensato di mettere a fianco di queste donne, altre donne per ridare dignità al mondo femminile.
 
D. – Allora voi, Missionarie dell’Immacolata, come incarnate nell’oggi la spiritualità del vostro fondatore?
 
R. – Cerchiamo di attuare questa attenzione in particolare con la visita alle famiglie più disagiate; alle donne che vengono tolte dalla strada; alle donne che sono in procinto di essere madri; alle giovani che arrivano dall’estero e che sono lasciate a se stesse. A noi, infatti, don Francesco dice: “Non dovete stare lì ad aspettare, ma dovete andare , girare e soffermarvi nei mercati, nei crocicchi, lungo i sentieri dei campi, davanti ai cinema".







All the contents on this site are copyrighted ©.