2008-10-04 16:32:33

Attacco di guerriglieri del PKK nel sudest della Turchia


Guerriglieri curdi del PKK hanno attaccato una gendarmeria nel sudest della Turchia uccidendo 15 soldati turchi. Probabilmente hanno rapito anche altri due soldati, che risultano dispersi. L'attacco è avvenuto ad Aktcium, presso il confine con l'Iraq. Negli stessi scontri, sono rimasti uccisi 23 separatisti curdi. Stefano Leszczynski ha chiesto a Paolo Quercia, analista del Centro militare di studi strategici, se questo scontro possa far temere un’escalation nel conflitto:RealAudioMP3

R. - Sicuramente, da quando il PKK ha ripreso le attività, abbiamo visto un susseguirsi di questi interventi, con le reazioni militari turche in Iraq settentrionale. Questo, probabilmente, potrebbe anche essere l’inizio di una nuova escalation. Ricordiamo, tra l’altro, che tra qualche settimana scade anche il mandato che attualmente i militari turchi hanno per eseguire le operazioni in Iraq e c’è tutto un dibattito sull’eventuale ampliamento della capacità operativa turca.

 
D. - Può essere legato anche al processo di autonomia in corso per quanto riguarda il Kurdistan iracheno…

 
R. - Sicuramente. Ricordiamo che il PKK e i movimenti che hanno preso il suo posto hanno ripreso le attività dopo la tregua unilaterale dal 2003, dopo l’intervento in Iraq. Quindi, il fattore iracheno è chiave nella riattivazione del PKK che, dopo l’arresto di Ocalan, aveva abbandonato l’iniziativa militare.

 
D. - Può esserci qualcun altro interessato a fomentare uno scontro aperto tra PKK e turchi in Iraq, per complicare ulteriormente la situazione?

 
R. - Sicuramente sì. Ricordiamo che il PKK storicamente è un’eredità della Guerra Fredda, è un prodotto dell’Unione Sovietica come fenomeno militare nel tentativo di destabilizzare la Turchia come importante alleato della NATO. Ovviamente, i collegamenti internazionali sono tanti ed anche l’Iran ha problemi con i propri curdi ed ha un suo PKK attivo sul suo territorio. Diciamo anche che, fra gli Stati dell'area, la Russia è quello che ancora non riconosce il PKK come movimento terroristico e quindi probabilmente una serie di riflessioni possono essere anche fatte in questo ambito.

 
Crisi economia
Wall Street ha incassato ieri il via libera del Congresso al "piano salvafinanza" rivisitato e le rassicurazioni del Tesoro e della FED senza troppo entusiasmo. Il progetto rivisto potrebbe rivelarsi non sufficiente a risolvere i problemi, soprattutto per l'economia reale che appare sempre più sull'orlo della recessione. Ed è proprio quest'ultima a preoccupare maggiormente e a pesare sugli indici. La FED e il Tesoro statunitense promettono di continuare a lavorare a stretto contatto per mitigare le distruzioni sul mercato e promuovere un'economia solida e vibrante. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

 
È proprio sulle future mosse della FED che il mercato trova conforto: gli investitori puntano a un taglio a breve del costo del denaro, dopo il susseguirsi di indicazioni congiunturali negative per gli Stati Uniti. L'ultima è di oggi: a settembre sono stati persi 159 mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,1%, ai massimi degli ultimi cinque anni, le richieste di sussidio di disoccupazione sono salite ai massimi da sette anni. In definitiva, l'economia americana mostra segni evidenti di rallentamento anche a causa della sempre più scarsa disponibilità delle banche a prestare denaro. Se si guarda all’Europa, secondo gli economisti, ci sono ragioni strutturali che tengono al sicuro rispetto alle preoccupanti dinamiche statunitensi. Eppure, in ogni caso, i dati che si registrano in tema di economia non sono positivi. La Francia che accoglie oggi i leader dei Paesi europei del G4 per cercare di dare una risposta europea alla crisi mondiale, è alle prese con problemi economici interni sempre più urgenti. Dopo due trimestri negativi, è tecnicamente in recessione, anche se questa parola non viene pronunciata. E la notizia è giunta dopo quelle che mostrano un forte aumento della disoccupazione e della progressione del debito pubblico. E a prospoito di disoccupazione, da annoatare anche il triste record della Spagna, che a settembre ha toccato il livello più alto dal 1997.

 
Iraq
Uno dei capi di al-Qaida in Iraq è stato ucciso dai soldati USA a Baghdad. Lo riferisce stamani l'agenzia ufficiale irachena Nina, citando un comunicato del Comando americano in Iraq. L'agenzia precisa che Maher Ahmad al-Zubaydi, anche noto come Abu Assaad e Abu Rami, indicato come “la mente di alcuni tra i più sanguinosi attentati compiuti di recente a Baghdad” e come “uno dei capi della rete di al-Qaida in Iraq”, è stato ucciso ieri dai militari statunitensi ad Azamiyya, quartiere a maggioranza sunnita della capitale. Da parte americana, si ritiene che al-Zubaydi "controllasse il quartiere di Rassafa a Baghdad e che avesse autorità sulla strategia del terrore anche in altre zone della città". A lui sono attribuiti altri attentati compiuti a Baghdad tra il 2006 e il 2007.

Georgia
Il colonnello Ivan Petrik, capo delle forze di pace russe nella regione georgiana separatista dell'Ossezia del sud, è una delle sette vittime dell'esplosione di un'autobomba ieri a Tskhinvali. Lo ha reso noto il colonnello Igor Konashenkov, comandante delle forze di terra russe, come riferisce l'agenzia Interfax. L'esplosione ha causato anche sette feriti, quattro dei quali sono ora in gravi condizioni. Ieri sera, anche il Ministero della difesa russa aveva definito l'episodio un “atto terroristico” volto a minare gli sforzi per ristabilire la pace nella regione.

Bosnia
Si vota domani in Bosnia per le amministrative. Durante la campagna elettorale, le divisioni etniche sono riemerse con grande forza sulla scena politica e la retorica dei maggiori partiti nazionalisti, serbi, croati e musulmani, è stata spesso paragonata a quella della vigilia della guerra in Bosnia (1992-95). I candidati, secondo l'Acips, l'unica organizzazione non governativa che ha analizzato le dichiarazioni e i messaggi elettorali, solo nel 2% dei casi hanno trattato i problemi concreti delle comunità locali, come la disoccupazione (al 26%), le politiche sociali, l'istruzione, la sanità e l'ambiente (questi ultimi i meno citati). Ha prevalso invece in particolare lo scontro tra leader serbi e musulmani, relativo alla divisione del Paese sancita dall'accordo di Dayton (1995) in due entità: la Republika Srpska (RS), a maggioranza serba) e la Federazione BH (a maggioranza croato-musulmana), che da oltre due anni domina la scena politica del Paese, rallentando, secondo molti osservatori, le riforme imposte dalla firma, nel giugno scorso, dell'Accordo di stabilizzazione ed associazione all'UE (ASA). I musulmani, con in testa Haris Silajdzic, vogliono un'ulteriore rafforzamento delle istituzioni dello Stato centrale con l'obiettivo di abolire le entità, mentre i croato-bosniaci vorrebbero un'ulteriore divisione per avere una terza entità croata. Da parte loro, i serbo-bosniaci - guidati dal premier della RS, Milorad Dodik - vogliono conservare a tutti i costi l'autonomia della loro entità, minacciando persino la secessione. Un'altra peculiarità, secondo una modifica della legge elettorale approvata nel maggio scorso, è che i cittadini residenti a Srebrenica prima della guerra (1992-95), e sopravvissuti alla strage compiuta dai serbi che massacrarono oltre 8.000 musulmani nell'estate del 1995, potranno votare per il Consiglio comunale della loro città, indipendentemente dal luogo in cui vivono adesso.

Risoluzione dell’AIEA per la questione nucleare in Corea del Nord
L'assemblea generale dell'AIEA ha approvato una risoluzione che invita la Corea del Nord a non rinnegare il patto per il disarmo nucleare. La mozione è stata adottata per consenso un giorno dopo la fine della missione negoziale a Pyongyang del vicesegretario di Stato USA, Christopher Hill. Ieri, l'inviato americano a Seul non aveva voluto dire se le autorità nordcoreane avessero accettato di abbandonare i loro progetti per riattivare il reattore nucleare di Yongbyon. La risoluzione è stata approvata dalla Conferenza generale dell'Aiea e sottolinea il bisogno di una soluzione diplomatica che arrivi ad un denuclearizzazione della penisola coreana in modo verificabile dagli ispettori dell'AIEA. Lo scorso anno, la Corea del Nord, dopo lunghi negoziati con Cina, Corea del sud, Giappone, Russia e Stati Uniti, aveva firmato un accordo che prevedeva la fine del suo programma nucleare, ma a luglio c'era stata un'improvvisa battuta di arresto. Gli Stati Uniti hanno chiesto una serie di controlli ulteriori per cancellare la Corea del nord dalla lista dei Paesi che sostengono il terrorismo, ma le autorità di Pyongyang hanno rifiutato e nelle ultime settimane hanno riaperto il reattore nucleare di Yongbyon che avevano cominciato a smantellare.

Il segretario di Stato USA in India
Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, è giunta oggi in India dopo la ratifica da parte del Congresso americano dello storico accordo per la vendita di materiale nucleare a New Delhi. La firma ufficiale del patto con le autorità indiane, in programma durante la visita, è però incerta per problemi burocratici: il provvedimento deve essere ancora inviato al presidente George W. Bush per la firma. “Ci sono diversi dettagli amministratici da mettere a punto”, ha detto Rice ai giornalisti sull'aereo prima dello scalo tecnico a Ramstein, in Germania. Un rinvio della firma costituirebbe una nuova battuta di arresto nell'accidentato percorso di questo accordo che risale al 2005.

Iran-USA
Il governo iraniano sta esaminando la richiesta avanzata da un centro di studi politici americano di aprire una sede a Teheran, iniziativa già autorizzata dall'amministrazione USA. Lo scrive oggi la stampa iraniana. Ieri, il Dipartimento di Stato americano, pur negando un cambiamento di rotta nella sua politica verso l'Iran, aveva detto che l'autorizzazione per l'apertura di un ufficio nella capitale iraniana era stata concessa all'"American Iranian Council" (AIC), un'organizzazione non governativa che lavora alla distensione tra i due Paesi, che dal 1980 non hanno relazioni diplomatiche. Il quotidiano iraniano Etemad Mellì scrive che dietro all'organizzazione vi è Hushang Amir-Ahmadi, un ex alto ufficiale dell'esercito dello Scià il quale, dopo essersi rifugiato negli USA in seguito alla rivoluzione islamica del 1979, ha avviato ormai da molti anni sforzi diretti a favorire una pacificazione tra Washington e Teheran. Paradossalmente, è stato proprio negli ultimi tre anni, con la presidenza dell'ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad, che Amir-Ahmadi ha potuto compiere missioni nella Repubblica islamica per colloqui con le autorità locali.

Scandalo del latte: nuove scoperte di melamina in Corea sud e Australia
Prodotti alimentari contaminati dal latte cinese alla melamina sono stati scoperti in Corea del Sud e Australia. Le Agenzie per la sicurezza alimentare dei rispettivi Paesi hanno pubblicato i nomi dei prodotti realizzati in Cina che i consumatori devono evitare. In Corea, l'Agenzia per la sicurezza alimentare Kfda ha reso noto di aver trovato tracce di melamina nelle caramelle M&M's e nelle barrette "Snickers" (gruppo Mars) e "Kit Kat" importate dallo stabilimento Nestlè di Tianjin in Cina. La Kfda ha precisato di aver trovato la melamina in 10 prodotti dei 288 già esaminati. “Stiamo procedendo al ritiro di questi due marchi”, ha reso noto il gruppo Mars in Corea del sud. In Australia, l'amministrazione per la sicurezza alimentare ha invitato i consumatori con un comunicato a “non consumare il the al latte della marca Kirin prodotto in Cina”, dove sono state riscontrate tracce di melamina. Si tratta del terzo prodotto contaminato dalla sostanza chimica scoperto in Australia. Dal commercio sono già stati ritirati i cioccolatini del gruppo britannico Cadbury prodotti in Cina, le caramelle cinesi "White Rabbit" e biscotti "Koala".

Nigeria
Un britannico rapito il 15 settembre a Port Harcourt, nel sud della Nigeria, è stato liberato oggi all'alba. Lo ha annunciato un portavoce militare. David Melford è stato rilasciato senza che sia stato versato alcun riscatto, ha aggiunto il tenente colonnello Musa Sagir, portavoce della forza congiunta esercito-polizia, incaricata della sicurezza nel sud della Nigeria. A Londra, un portavoce del Foreign Office ha confermato la liberazione dell'ostaggio “in buona salute e in sicurezza”. Il rapimento era avvenuto nel pieno della “guerra del petrolio”, una campagna di attentati contro gli interessi petroliferi nel sud del Paese lanciata dal Movimento per l'emancipazione del delta del Niger (MEND). Dalla sua nascita nel 2006, i rapimenti di stranieri che lavorano nel settore petrolifero si sono moltiplicati.

Ucraina
Il presidente ucraino, Viktor Iushenko, ha stabilito oggi che il 7 ottobre sarà il termine ultimo per la formazione di una nuova coalizione di maggioranza, dopo che il suo partito “Ucraina Nostra” è uscito dalla maggioranza arancione filoccidentale guidata dal premier, Iulia Timoshenko, accusata di “golpe bianco”. Lo riferisce l'agenzia Interfax, citando l'ufficio stampa presidenziale ucraino. Iushenko ha spiegato di sentirsi “pienamente titolato a sciogliere il parlamento già ora”, ma di voler dare la possibilità ai gruppi politici di formalizzare un accordo per una nuova coalizione fino al 7 ottobre, giorno per il quale ha programmato consultazioni e “momento formale dopo il quale il presidente avrà il diritto legale di sciogliere il parlamento”. Il capo dello Stato è ai ferri corti con la sua ex alleata della rivoluzione arancione, Iulia Timoshenko, sospettata di aver stabilito un asse con Mosca e accusata di aver ridotto i poteri presidenziali con il sostegno dell'opposizione filorussa in parlamento. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 278

 
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