Dopo il sì del Senato USA, è via libera all'accordo con l'India sul nucleare
Con l'approvazione del Senato americano, arrivata stanotte, Stati Uniti e India possono
dare il via all'attuazione dell'accordo di cooperazione quarantennale che prevede
forniture nucleari americane in cambio di ispezioni internazionali ai reattori civili
indiani. Il servizio di Fausta Speranza:
L'accordo,
firmato nel luglio 2005, segna una svolta in 30 anni di politica USA in materia, mettendo
fine al divieto di collaborazione nucleare con l'India - Paese che ha l'arma atomica
e che non ha firmato il Trattato di non proliferazione - e consentendo così l'avvio
di una nuova relazione strategica tra i due Paesi. Manca ora solo la firma scontata
del presidente George W. Bush, che si è molto speso per arrivare a questo risultato
per la definitiva entrata in vigore. La partnership era una priorità per il capo del
governo indiano: “Il presidente Bush ha giocato un ruolo storico nell'avvicinare le
nostre due democrazie”, aveva detto il primo ministro Manmohan Singh nel corso della
sua visita a Washington giovedì scorso, aggiungendo che sarebbe rimasto “molto deluso”
se l'accordo non fosse stato firmato. Il via libera definitivo all'accordo è arrivato
alla vigilia del viaggio in India, previsto per il fine settimana, del segretario
di Stato americano Condoleezza Rice. Per quanto riguarda la reazione del Pakistan,
c’è da dire che il primo ministro pachistano Gilani ha detto di non essere preoccupato
per l'accordo sul nucleare civile tra India e Stati Uniti, ma ha ribadito il diritto
del suo Paese a sottoscrivere accordi simili con altri Paesi.
Nord Corea Il
negoziatore americano sulla questione del nucleare nordcoreano Christopher Hill prolungherà
la sua permanenza in Corea del Nord per cercare di salvare il processo negoziale.
Hill, giunto ieri in Corea del Nord su invito della autorità comuniste, sarebbe dovuto
arrivare oggi a Seul per poi proseguire per Pechino domani. Il portavoce dell'ambasciata
ha aggiunto di non poter dire quando il vice segretario di Stato arriverà nella capitale
della Corea del Sud. Hill sta cercando di salvare l'accordo sulla denuclearizzazione
di Pyongyang, firmato lo scorso anno ma che ha subito una battuta di arresto questa
estate. Invocando la mancata cancellazione della Corea del Nord dalla lista americana
dei Paesi che sostengono il terrorismo, le autorità di Pyongyang hanno riaperto il
reattore nucleare di Yongbyon che avevano cominciato a smantellare. Un giornale sudcoreano
il Dong-a Ilbo scrive oggi che la Corea del Nord si starebbe anche preparando al lancio
di un nuovo missile a lungo raggio. Attività sono state infatti rilevate in una base
di lancio nel nordest del Paese.
In Iraq attentati a due moschee sciite Attentati
kamikaze hanno colpito questa mattina due moschee sciite a Baghdad dove alcuni fedeli
si trovavano per la fine del mese di digiuno del Ramadan. Secondo la polizia sono
state uccise 12 persone, mentre altre 31 sono rimaste ferite. Secondo una fonte dei
servizi di sicurezza iracheni, citata dall'AFP, i morti nei due attentati sono invece
almeno otto. La polizia ha precisato che uno dei due attacchi è stato compiuto con
un'autobomba, l'altro da un kamikaze recatosi a piedi sul luogo. Gli attentati sono
stati compiuti, rispettivamente, nelle moschee sciite del quartiere al-Jadida (zona
sud-est di Baghdad), e del quartiere di Zafaraniyah (zona sud). Ieri sera quattro
persone erano morte e altre 15 erano rimaste ferite in un attentato con un'autobomba
compiuto contro un'altra moschea sciita, situata 80 km a nord di Baghdad. Una raffica
di attentati, dunque, ha caratterizzato quelle che per la gran parte della comunità
sciita erano le prime ore dell'Eid al Fitr, ovvero la fine del Ramadan, il mese sacro
di digiuno e purificazione. Ieri, il grande ayatollah Ali Sistani, massima autorità
religiosa sciita in Iraq, ha stabilito che l'Eid al Fitr, che dura tre giorni, sarebbe
iniziato oggi per la comunità sciita, anche se altri esponenti religiosi sciiti avevano
iniziato i festeggiamenti già da ieri, mentre i sunniti festeggiano già da due giorni.
Afghanistan Truppe
della NATO francesi di stanza in Afghanistan, temendo un attentato, avrebbero aperto
il fuoco contro un minibus ferendo quattro civili. Lo riferisce la televisione pachistana.
Capito l'errore, hanno trasportato i quattro feriti nella loro base militare per le
cure mediche. La NATO, interpellata dalla televisione pachistana, ha riferito di un
incidente ma non ha fornito dettagli.
Georgia Il parlamento georgiano
si appresta a prorogare di dieci giorni lo stato di emergenza nelle cosiddette fasce
di interposizione a ridosso dei confini di Abkhazia e Ossezia del sud, dove sono ancora
presenti le forze russe. Alla scadenza dei dieci giorni, lo stato di emergenza dovrebbe
venire sostituito da una legge sui "territori occupati" per fissare le regole di comportamento
nelle zone di conflitto, che, in base agli accordi firmati da Russia e UE, devono
esser lasciati entro il 10 ottobre dai soldati russi, sostituiti dalla missione europea.
Ucraina Il
presidente ucraino Viktor Iushenko si è trovato coinvolto in un atterraggio di emergenza
mentre stava andando a Leopoli, nell'ovest del paese. Lo riferiscono le agenzie russe.
Secondo i primi accertamenti, l'aereo presidenziale, un Tupolev 134 di fabbricazione
russa, si è alzato in volo, ma dopo 20 minuti è tornato indietro a causa di un guasto.
È giallo sulla provenienza di quell'aereo, che sarebbe il velivolo col quale la premier
Iulia Timoshenko si preparava ad andare oggi a Mosca: secondo l'agenzia Itar-tass,
Timoshenko lo avrebbe offerto a Iushenko, secondo Interfax invece, il protocollo governativo
avrebbe sottratto il velivolo alla premier per impedirle di andare a Mosca, dove è
attesa per discutere dell'importante nodo dei prezzi del metano russo. Iulia Timoshenko
ha avallato quest'ultima interpretazione dicendosi sorpresa dell'accaduto, e affermando
di non essere riuscita a parlare col presidente per chiarire la vicenda. Anche la
premier era in aeroporto per prepararsi alla partenza per Mosca.
Sale a
224 vittime il bilancio della tragedia al tempio in India di due giorni fa Si
aggrava il bilancio delle vittime della calca scatenatasi due giorni fa in un tempio
indù a Jodhpur, in India, causata dalla paura di un attentato. I morti sono almeno
224, secondo un nuovo bilancio diffuso oggi dalla polizia (in precedenza si parlava
di circa 190 vittime). Teatro della tragedia il tempio del Chamunda Devi, riaperto
ieri a soli 200 pellegrini: erano oltre 25.000 le persone accalcate martedì nel luogo
di culto al momento del crollo di un muro che ha scatenato il panico tra la folla.
Questo di Jodhpur è uno degli incidenti del genere più grave in India negli ultimi
anni. Nel gennaio 2005, furono 257 le persone che persero la vita in circostanze identiche
durante un pellegrinaggio indù a sud di Mumbai (ex Bombay).
Scandalo latte
non solo in Cina Le autorità della Corea del Sud hanno trovato tracce di melamina
in alcuni derivati del latte importati dalla Nuova Zelanda ed usati in prodotti nutrizionali
per bambini. Le importazioni sono state immediatamente bloccate. Lo riferisce l'agenzia
sudcoreana per la Sicurezza alimentare. Sotto accusa la lattoferrina (una proteina
del latte) commercializzata dalla Tatua Cooperative Diary Company. La Corea del Sud
ha vietato l'import anche di tutti gli altri prodotti della casa neozelandese fino
a nuovi test. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 276
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