2008-10-02 16:21:17

Dopo il sì del Senato USA, è via libera all'accordo con l'India sul nucleare


Con l'approvazione del Senato americano, arrivata stanotte, Stati Uniti e India possono dare il via all'attuazione dell'accordo di cooperazione quarantennale che prevede forniture nucleari americane in cambio di ispezioni internazionali ai reattori civili indiani. Il servizio di Fausta Speranza:

 
L'accordo, firmato nel luglio 2005, segna una svolta in 30 anni di politica USA in materia, mettendo fine al divieto di collaborazione nucleare con l'India - Paese che ha l'arma atomica e che non ha firmato il Trattato di non proliferazione - e consentendo così l'avvio di una nuova relazione strategica tra i due Paesi. Manca ora solo la firma scontata del presidente George W. Bush, che si è molto speso per arrivare a questo risultato per la definitiva entrata in vigore. La partnership era una priorità per il capo del governo indiano: “Il presidente Bush ha giocato un ruolo storico nell'avvicinare le nostre due democrazie”, aveva detto il primo ministro Manmohan Singh nel corso della sua visita a Washington giovedì scorso, aggiungendo che sarebbe rimasto “molto deluso” se l'accordo non fosse stato firmato. Il via libera definitivo all'accordo è arrivato alla vigilia del viaggio in India, previsto per il fine settimana, del segretario di Stato americano Condoleezza Rice. Per quanto riguarda la reazione del Pakistan, c’è da dire che il primo ministro pachistano Gilani ha detto di non essere preoccupato per l'accordo sul nucleare civile tra India e Stati Uniti, ma ha ribadito il diritto del suo Paese a sottoscrivere accordi simili con altri Paesi.

Nord Corea
Il negoziatore americano sulla questione del nucleare nordcoreano Christopher Hill prolungherà la sua permanenza in Corea del Nord per cercare di salvare il processo negoziale. Hill, giunto ieri in Corea del Nord su invito della autorità comuniste, sarebbe dovuto arrivare oggi a Seul per poi proseguire per Pechino domani. Il portavoce dell'ambasciata ha aggiunto di non poter dire quando il vice segretario di Stato arriverà nella capitale della Corea del Sud. Hill sta cercando di salvare l'accordo sulla denuclearizzazione di Pyongyang, firmato lo scorso anno ma che ha subito una battuta di arresto questa estate. Invocando la mancata cancellazione della Corea del Nord dalla lista americana dei Paesi che sostengono il terrorismo, le autorità di Pyongyang hanno riaperto il reattore nucleare di Yongbyon che avevano cominciato a smantellare. Un giornale sudcoreano il Dong-a Ilbo scrive oggi che la Corea del Nord si starebbe anche preparando al lancio di un nuovo missile a lungo raggio. Attività sono state infatti rilevate in una base di lancio nel nordest del Paese.

In Iraq attentati a due moschee sciite
Attentati kamikaze hanno colpito questa mattina due moschee sciite a Baghdad dove alcuni fedeli si trovavano per la fine del mese di digiuno del Ramadan. Secondo la polizia sono state uccise 12 persone, mentre altre 31 sono rimaste ferite. Secondo una fonte dei servizi di sicurezza iracheni, citata dall'AFP, i morti nei due attentati sono invece almeno otto. La polizia ha precisato che uno dei due attacchi è stato compiuto con un'autobomba, l'altro da un kamikaze recatosi a piedi sul luogo. Gli attentati sono stati compiuti, rispettivamente, nelle moschee sciite del quartiere al-Jadida (zona sud-est di Baghdad), e del quartiere di Zafaraniyah (zona sud). Ieri sera quattro persone erano morte e altre 15 erano rimaste ferite in un attentato con un'autobomba compiuto contro un'altra moschea sciita, situata 80 km a nord di Baghdad. Una raffica di attentati, dunque, ha caratterizzato quelle che per la gran parte della comunità sciita erano le prime ore dell'Eid al Fitr, ovvero la fine del Ramadan, il mese sacro di digiuno e purificazione. Ieri, il grande ayatollah Ali Sistani, massima autorità religiosa sciita in Iraq, ha stabilito che l'Eid al Fitr, che dura tre giorni, sarebbe iniziato oggi per la comunità sciita, anche se altri esponenti religiosi sciiti avevano iniziato i festeggiamenti già da ieri, mentre i sunniti festeggiano già da due giorni.

Afghanistan
Truppe della NATO francesi di stanza in Afghanistan, temendo un attentato, avrebbero aperto il fuoco contro un minibus ferendo quattro civili. Lo riferisce la televisione pachistana. Capito l'errore, hanno trasportato i quattro feriti nella loro base militare per le cure mediche. La NATO, interpellata dalla televisione pachistana, ha riferito di un incidente ma non ha fornito dettagli.

Georgia
Il parlamento georgiano si appresta a prorogare di dieci giorni lo stato di emergenza nelle cosiddette fasce di interposizione a ridosso dei confini di Abkhazia e Ossezia del sud, dove sono ancora presenti le forze russe. Alla scadenza dei dieci giorni, lo stato di emergenza dovrebbe venire sostituito da una legge sui "territori occupati" per fissare le regole di comportamento nelle zone di conflitto, che, in base agli accordi firmati da Russia e UE, devono esser lasciati entro il 10 ottobre dai soldati russi, sostituiti dalla missione europea.

Ucraina
Il presidente ucraino Viktor Iushenko si è trovato coinvolto in un atterraggio di emergenza mentre stava andando a Leopoli, nell'ovest del paese. Lo riferiscono le agenzie russe. Secondo i primi accertamenti, l'aereo presidenziale, un Tupolev 134 di fabbricazione russa, si è alzato in volo, ma dopo 20 minuti è tornato indietro a causa di un guasto. È giallo sulla provenienza di quell'aereo, che sarebbe il velivolo col quale la premier Iulia Timoshenko si preparava ad andare oggi a Mosca: secondo l'agenzia Itar-tass, Timoshenko lo avrebbe offerto a Iushenko, secondo Interfax invece, il protocollo governativo avrebbe sottratto il velivolo alla premier per impedirle di andare a Mosca, dove è attesa per discutere dell'importante nodo dei prezzi del metano russo. Iulia Timoshenko ha avallato quest'ultima interpretazione dicendosi sorpresa dell'accaduto, e affermando di non essere riuscita a parlare col presidente per chiarire la vicenda. Anche la premier era in aeroporto per prepararsi alla partenza per Mosca.

Sale a 224 vittime il bilancio della tragedia al tempio in India di due giorni fa
Si aggrava il bilancio delle vittime della calca scatenatasi due giorni fa in un tempio indù a Jodhpur, in India, causata dalla paura di un attentato. I morti sono almeno 224, secondo un nuovo bilancio diffuso oggi dalla polizia (in precedenza si parlava di circa 190 vittime). Teatro della tragedia il tempio del Chamunda Devi, riaperto ieri a soli 200 pellegrini: erano oltre 25.000 le persone accalcate martedì nel luogo di culto al momento del crollo di un muro che ha scatenato il panico tra la folla. Questo di Jodhpur è uno degli incidenti del genere più grave in India negli ultimi anni. Nel gennaio 2005, furono 257 le persone che persero la vita in circostanze identiche durante un pellegrinaggio indù a sud di Mumbai (ex Bombay).

Scandalo latte non solo in Cina
Le autorità della Corea del Sud hanno trovato tracce di melamina in alcuni derivati del latte importati dalla Nuova Zelanda ed usati in prodotti nutrizionali per bambini. Le importazioni sono state immediatamente bloccate. Lo riferisce l'agenzia sudcoreana per la Sicurezza alimentare. Sotto accusa la lattoferrina (una proteina del latte) commercializzata dalla Tatua Cooperative Diary Company. La Corea del Sud ha vietato l'import anche di tutti gli altri prodotti della casa neozelandese fino a nuovi test. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 276

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