Il cardinale Martino in Cile: "una società senza Dio rischia di essere una società
contro l'uomo"
Mentre va diffondendosi in molti Paesi un pericoloso atteggiamento di antipolitica,
è della somma importanza riaffermare che per i cristiani la politica – secondo la
nota espressione di Paolo VI – è una forma esigente della carità. Lo ha detto il presidente
del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino,
che dal 29 settembre si trova in Cile e domani, 2 ottobre, passerà per due giorni
in Guatemala, allo scopo di illustrare le risposte della dottrina sociale cristiana
alle grandi sfide di oggi. Parlando stamani alla Pontificia Università Cattolica di
Valparaiso, il porporato ha tracciato l’identikit della politica alla luce dell’insegnamento
sociale della Chiesa. Al centro è posta sempre la persona umana, nel rispetto dei
suoi diritti fondamentali, soprattutto quello alla vita. La politica va intesa come
servizio al bene comune e deve ispirarsi ad un umanesimo integrale e solidale, che
valorizzi i corpi intermedi, principalmente la famiglia fondata sul matrimonio tra
un uomo e una donna. Valori chiave della politica – ha detto il cardinale Martino
- sono la verità, la giustizia, la libertà e la carità. Essa deve riuscire a regolare
equamente i rapporti economici, soprattutto il mercato, con un’opzione preferenziale
per i poveri, ed esser capace di conferire un orientamento umanistico alla tecnica.
Di fronte a valori che non dipendono da essa o sono indisponibili, la politica deve
sapersi arrestare, senza mandare in esilio il trascendente, giacché una società senza
Dio corre il pericolo di diventare una società contro l’uomo. Infine essa deve essere
una politica di pace e per la pace. A questo identikit della politica secondo la dottrina
sociale cristiana il cardinale Martino, sempre parlando all’Università Cattolica di
Valparaiso, ha aggiunto il ricordo delle Beatitudini del politico formulate dal suo
predecessore alla guida del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, il
Servo di Dio cardinale Nguyen Van Thuan. Tra di esse: Beato il politico che lavora
per il bene comune e non per il proprio;che sa ascoltare il popolo prima, durante
e dopo le elezioni; che realizza l’unità e la difende; che non ha paura dei media,
perché al momento del giudizio dovrà rispondere solo a Dio.
A Santiago del
Cile, parlando il 29 settembre nel Santuario di Sant’Alberto Hurtado ai giovani dei
movimenti apostolici, il cardinale Martino aveva sottolineato le grandi lezioni sociali
che si apprendono dall’Eucaristia: la solidarietà, la disponibilità al servizio e
l’impegno attivo a favore della giustizia sociale nella difesa e promozione della
dignità e dei diritti di ogni persona umana. “Oggi – aveva detto tra l’altro il presidente
di Giustizia e Pace – è necessario rafforzare la percezione della politica come luogo
dove esercitare la carità, l’amore del prossimo e per far ciò occorre accrescere la
forza morale e spirituale di cui la politica ha bisogno per affrontare le tante e
grandi sfide a livello nazionale e internazionale: povertà corruzione, opzioni per
la vita, la famiglia, l’alloggio, il lavoro, la ricerca scientifica”. Raccomandando
infine lo studio e l’applicazione della dottrina sociale cristiana, il cardinale Martino
aveva ribadito che con tale insegnamento la Chiesa non detta legge ai poteri pubblici,
né si dichiara a favore di una parte o di un’altra; sua intenzione è bensì salvare
la persona e rinnovare la società umana. (A cura di Paolo Scappucci)