Il cardinale Bertone all'Aspen Institute: "la politica ha bisogno del cristianesimo"
La politica ha bisogno del cristianesimo, una religione che ha saputo coniugare ragione,
fede e vita. Queste le parole del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone,
nel corso del dibattito organizzato ieri all’Aspen Institute di Roma sul tema “Religione
e Politica nell’era globale”, incentrato sul ritorno della religione nel dibattito
pubblico. All’incontro sono intervenuti anche Massimo D’Alema e il ministro dell’economia
Giulio Tremonti. Per noi c’era Linda Giannattasio:
In un mondo
dai confini sempre più aperti è positivo il confronto tra ragione e fede, il dialogo
è una necessità. Il cardinale Tarcisio Bertone apre così il suo
intervento sul dibattito tra religione e politica puntando poi fin da subito l’accento
sui valori di cui la politica si nutre, valori che non possono essere rispettati ignorando
Dio:
“Nella distinzione dei ruoli, la politica ha
bisogno della religione. Quando invece Dio è ignorato, la capacità di rispettare il
diritto di riconoscere il bene comune, comincia a svanire. La politica, per gestire
la globalizzazione, non necessita soltanto di un’etica ispirata alla religione, ma
ha bisogno che tale religione sia razionale. Proprio per questo, la politica ha bisogno
del cristianesimo”.
“La religione non è come il fumo,
che si può tollerare in privato ma che in pubblico deve essere sottoposta a restrizioni”
– ha quindi proseguito il porporato – ricordando la lettera enciclica “Deus caritas
est” nella quale si sottolinea come la Chiesa non deve sostituirsi allo Stato ma ha
il dovere di offrire, attraverso la formazione etica, il suo contributo specifico.
Un contributo e una ricchezza condivisa anche dall’ex premier Massimo D’Alema,
che ha ricordato come il cristianesimo sia la religione capace nei secoli di una apertura
che le altre fedi non hanno maturato, pur sottolineando la necessità di uno Stato
laico:
“Io penso che questa presenza della Chiesa
nella vita pubblica, nel dibattito sulle grandi questioni etiche, sui grandi temi
della pace, della guerra, della solidarietà, è un elemento di ricchezza. Il problema
è trovare questa misura tra la laicità dello Stato - che è un valore, che è la garanzia
di un pluralismo che è il fondamento della convivenza - e la presenza, così significativa,
così rilevante, della religione, nella sfera pubblica”.
Su
questo tema è intervenuto anche lo stesso Bertone, che nel suo discorso ha ricordato
come il cristianesimo conosca da sempre quella che ha definito la “sana laicità” e
non promuova valori “di parte”, accettabili solo da chi condivide questa fede:
“Il
cristianesimo promuove valori che non si dovrebbero etichettare come cattolici. La
verità di quei valori, infatti, sta nella loro corrispondenza alla natura dell’uomo.
Il Concilio Vaticano II afferma questo diritto dovere dei cristiani di esprimere la
loro opinione, quando sono in gioco i diritti della persona, quando sono in gioco
valori fondamentali e sui valori non negoziabili, non credo che sia possibile il compromesso”.
Anche
il ministro Tremonti, intervenuto al convegno ha criticato la tendenza a vedere una
religione come “prevaricatrice” rispetto alla funzione politica dello Stato. Credo
– ha detto il ministro – che la dimensione religiosa sia uno dei fondamenti dello
Stato democratico e, per questo, legittimata ad esprimere la sua posizione.