Crisi finanziaria. Stasera il voto del Senato Usa al piano di salvataggio. Mosca
attacca :“Washington è irresponsabile
In evidenza la crisi finanziaria che sta travolgendo i mercati internazionali. C’è
grande attesa per il voto del Senato americano, questa stasera, sul piano di salvataggio
da 700 mld di dollari, modificato dopo il no della Camera dei rappresentanti. Forti
critiche a Washington arrivano da Mosca, mentre la Commissione europea sollecita gli
Usa ad una rapida decisione e intanto vara norme anti-crisi. Sabato a Parigi il presidente
francese ha convocato una riunione d’urgenza del G4. Il servizio di Elena Molinari
Gli Stati
Uniti hanno bisogno di un'azione decisiva: solo così saremo in grado di far risorgere
la Nazione americana. Questo, in sintesi, il nuovo messaggio del presidente Bush,
dopo la bocciatura del piano di salvataggio dell’economia da parte della Camera. Il
capo della Casa Bianca ha pure aggiunto che se “non si agisce, le conseguenze saranno
peggiori ogni giorno di più". Intanto cresce l’attesa per il nuovo voto del Senato,
che avverrà questa sera. Saranno presenti anche i due candidati alle presidenziali
del prossimo novembre, Obama e McCain. Ma quali conseguenze politiche concrete ha
avuto questo nuovo discorso di Bush alla nazione? Salvatore Sabatino lo ha chiesto
a Paolo Mastrolilli, responsabile Esteri del TG1-RAI
R.
– L’appello del presidente sembra aver avuto già un effetto, perché i senatori oggi
dovrebbero riprendere la legge e probabilmente discuterla e votarla già oggi, con
alcune modifiche che potrebbero poi renderla accettabile anche alla Camera, che l’ha
invece bocciata due giorni fa. Le modifiche di cui si parla sono principalmente due:
primo, aggiungere a questa legge un taglio alle tasse che servirebbe ad invogliare
i repubblicani a votarla; e, secondo, aumentare il tetto di depositi in banca sui
quali esiste poi l’assicurazione governativa. In sostanza, negli Stati Uniti, se una
persona ha un deposito da 100 mila dollari in banca, questi soldi sono garantiti dal
Governo che in caso di fallimento dell’Istituto li protegge e li rimborsa. Questa
nuova legge vorrebbe alzare questo limite a 250 mila dollari: questo è un provvedimento
che servirebbe in sostanza ad aiutare i risparmiatori e a convincere anche i democratici
più scettici a votare per questa legge.
D. – Quanto la bocciatura della
Camera è stata determinata dalle prossime elezioni presidenziali in novembre e quanto,
invece, questa crisi finanziaria influenzerà il voto?
R. – Quella bocciatura
è stata determinata soprattutto dal voto contrario dei repubblicani, che si oppongono
a questo genere di interventi economici da parte del governo. Naturalmente è stata
determinata dalle elezioni, dalle prossime elezioni, perché molti di questi deputati
devono farsi rieleggere e sanno che questa legge o meglio il modo in cui era stata
congeniata non era popolare fra i loro elettori, perché in sostanza sembrava un intervento
pensato per aiutare le grandi agenzie di Wall Street e i manager che avevano provocato
questa crisi con il loro comportamento, rimborsando le loro perdite, ma non dava un
grande aiuto invece ai cittadini comuni che stanno perdendo le case e si trovano in
una situazione di crisi economica. Questo naturalmente ha un impatto forte anche per
le elezioni presidenziali, perché i repubblicani sono stati al potere per gli ultimi
8 anni, hanno nominato gli ultimi due presidente della Federal Reserve e quindi la
responsabilità della crisi sembra ricadere soprattutto sulla filosofia economica dei
repubblicani e in sostanza sembra danneggiare John McCain.
D. – Ieri, però,
Wall Street ha recuperato le forti perdite di lunedì: una dimostrazione, questa, di
fiducia nei fatti nei confronti della Casa Bianca…
R. – In sostanza i mercati
hanno creduto a questo appello del presidente Bush ed hanno creduto alla possibilità
di riproporre questo pacchetto di salvataggio con un qualche emendamento. In sostanza,
quindi, i mercati sono risaliti: avevano perso oltre 700 punti lunedì e ne hanno recuperato
quasi 500 ieri e riassorbendo, quindi, quasi totalmente le perdite, nella speranza
che la legge venga ripresa e approvata dall’intero Congresso.
D. – Cosa
potrebbe accadere, invece, se giungesse una nuova bocciatura del piano di salvataggio?
Quali sarebbero le conseguenze?
R. – Una nuova bocciatura avrebbe naturalmente
come prima conseguenza quella di deprimere Wall Street ancora di più, ma soprattutto
– come ha detto il presidente Bush – metterebbe a rischio l’intera economia americana.
A questo punto, infatti, non stiamo più parlando semplicemente del salvataggio di
Wall Strett, perché l’impatto della crisi potrebbe effettivamente far precipitare
l’economia del Paese e trasmettersi poi anche all’Europa, dove i primi segnali di
contagio sono già evidenti.
D. – Nel frattempo il consenso di Bush, secondo
un sondaggio, è al minimo storico. Come verrà ricordato nella storia? Come il presidente
della guerra in Iraq o come il presidente della crisi economica?
R. – Sono
certamente entrambi due questioni molto importanti e che al momento non hanno avuto
uno sbocco positivo: la guerra in Iraq è ancora in corso, nonostante vi siano stati
dei progressi e il pubblico americano non è più convinto che sia stata – a livello
strategico - una scelta giusta quella di invadere l’Iraq; la crisi economica, però,
rischia di diventare il lascito definitivo, l’eredità definitiva della presidenza
Bush e questo certamente con un impatto molto negativo sull’opinione che ci sarà poi
di lui in futuro.
Ed il discorso di Bush ha avuto conseguenze positive
su Wall Street. L’indice Dow Jones ha chiuso le contrattazioni ieri recuperando in
parte le perdite di lunedì. In risalita pure le piazze asiatiche ed europee. Proprio
nel “vecchio continente” ieri è sceso in campo anche il presidente francese Sarkozy,
che ha convocato per sabato a Parigi un summit straordinario tra i Paesi europei del
G8.