Concluso a Belgrado il seminario sulle ferite causate dai conflitti nella ex-Jugoslavia
“Trovare la strada del dialogo e della riconciliazione” per le vittime del conflitto
nella ex Jugoslavia, affinché le loro divergenti “richieste di giustizia e verità
siano riconosciute”: è l’auspicio contenuto nella dichiarazione finale dell’incontro
di “Giustizia e pace Europa”, che ha riunito fino a ieri a Belgrado, i rappresentanti
delle 31 commissioni nazionali che fanno parte dell’organismo europeo, nato nel 1971
per far sentire la voce delle Chiese europee sui temi della lotta alla povertà, migrazioni,
diritti dell’uomo, pace. A Belgrado si è svolto il seminario sul tema “Guarire le
ferite e i ricordi delle guerre: la Serbia di fronte al presente e al passato”, insieme
all’assemblea generale che ha eletto il nuovo presidente di “Giustizia e pace Europa”:
si tratta di mons. Gérard Defois, arcivescovo emerito di Lille, che ha annunciato
la sua volontà di “lavorare a nuove forme di solidarietà europea: la solidarietà economica,
politica e l’apertura culturale e spirituale”, per vivere “la pluralità come una ricchezza
e non come una minaccia”. I partecipanti si sono recati anche a Pristina e Mitrovica
in Kosovo, e a Vukovar in Croazia, incontrando le realtà locali. Nella dichiarazione
si riconosce che “la situazione è estremamente complessa”, con tanta “sofferenza da
parte di ogni comunità visitata”. “Non sorprende – osserva la nota ripresa dall'agenzia
Sir – che, come in ogni fase di post-conflitto, la versione della verità di una persona
contraddice quella di un’altra”. Perciò, affermano, “una delle più significative sfide
per il futuro sarà quella di trovare una strada per il dialogo e la riconciliazione
di questi diversi punti di vista”. Tutte le vittime ascoltate, precisano, hanno espresso
“un autentico desiderio di pace”, riconoscendo che “la riconciliazione è l’unica strada
da percorrere”. E’ inoltre “diffusa la volontà di impegnarsi e partecipare a questi
processi”. C’è anche “la convinzione che non si deve permettere che quanto accaduto
si ripeta ancora” e che “la pace, a lungo termine, può essere realizzata solo se vengono
garantiti il rispetto e una giustizia equa per tutti”. I rappresentanti delle 31 conferenze
episcopali europee riconoscono anche “il contributo che i leader religiosi possono
dare a questo processo”. A questo proposito si è svolta una fruttuosa tavola rotonda
a Belgrado tra leader musulmani, ortodossi e cattolici. “Abbiamo verificato che le
comunità di fede – si legge nella dichiarazione – possono avere un ruolo guida nel
processo di riconciliazione, ed essere esempio che altri possono seguire”. (R.P.)