2008-10-01 15:20:31

Anche in Africa si temono i riflessi della crisi finanziaria USA


In attesa di comprendere i reali effetti che la grave crisi finanziaria in corso negli Stati Uniti potrà avere anche sull’economia africana nel breve periodo, nel Continente ci si interroga su come reagire alle conseguenze negative sul medio e lungo periodo. Aprendo ieri la riunione annuale della Banca di Sviluppo della Comunità dell’Africa orientale (Comesa) - rende noto l'agenzia Misna - il ministro delle finanze ugandese, Ezra Suruma, ha invitato i suoi omologhi di 19 Paesi del continente africano a “cercare mercati alternativi ai nostri prodotti”. Secondo i responsabili delle economie di quasi la metà degli Stati africani, le esportazioni africane verso Europa e Stati Uniti rischiano seriamente di risentire della crisi in corso: i contraccolpi del tracollo di alcuni istituti finanziari e gli esborsi governativi per correre ai ripari potrebbero portare a una rapida revisione delle corsie preferenziali garantite ad alcune categorie di prodotti africani. Per questo, secondo il ministro ugandese, l’Africa dovrebbe “accrescere le esportazioni verso i Paesi asiatici” a cominciare da India e Cina. Aprendo la riunione dei ministri delle Finanze dell’area orientale del continente, poi, il ministro Suruma ha sottolineato come la crisi in corso dimostra che il concetto di capitalismo dovrà essere riesaminato. “Il capitalismo – ha spiegato - non potrà più mantenersi allo stato attuale e la regolamentazione governativa diventa una scelta inevitabile”. Più cauto Mohit Dhoorundhur, presidente del Consiglio d’amministrazione della banca di sviluppo della Comesa, secondo cui l’impatto della crisi in corso sulle economie africane è ancora imprevedibile. Tuttavia, lo stesso Dhoorundhur ha evidenziato come, soprattutto le banche sono chiamate “a riconoscere la necessità di un cambiamento e a mostrare la loro determinazione ad intraprendere riforme rapide”. (A.L.)







All the contents on this site are copyrighted ©.