Ancora violenze contro i cristiani in India: i corpi senza vita di tre persone sono
stati trovati ieri nel fiume vicino a Kandhamal, il distretto che è divenuto da oltre
un mese l’epicentro delle violenze contro i cristiani in Orissa. I corpi sono quelli
di una coppia e di una donna che nei giorni scorsi erano scomparsi dopo aver distribuito
vaccini a un villaggio vicino. Un sacerdote che si trova in quella zona ha inoltre
riferito all’agenzia AsiaNews che gli attacchi rientrano in un preciso piano anticristiano
condotto da estremisti indù. “I fuoricasta e tribali cristiani – ha spiegato il sacerdote
- vengono minacciati se non si convertono all’induismo”. “I cristiani – ha aggiunto
- devono firmare un documento nel quale si afferma che la loro riconversione è avvenuta
in piena libertà; se non accettano di firmare, sono torturati e uccisi”. Se diventano
indù – ha precisato il sacerdote - sono costretti comunque a pagare una multa”. “Come
segno di conversione, devono anche distruggere statue cristiane, assaltare chiese
e perfino uccidere altri cristiani che resistono alla riconversione”. I cristiani
che rifiutano la conversione sono fuggiti nelle foreste o nei campi di rifugio. Vi
sono circa 25 mila persone in 17 campi. “Le violenze – ha precisato inoltre il sacerdote
- avvengono alla luce del giorno, nelle città, sulle strade principali, senza che
la polizia intervenga”. Sostegno alla Chiesa indiana è stato espresso infine dai vescovi
dell’intero Continente asiatico: “Preghiamo il Dio dell’amore e della pace, attraverso
l’intercessione della Beata Vergine Maria, affinché la violenza possa fermarsi”. Nel
messaggio i presuli lanciano infine un forte appello alle autorità del governo indiano
perché fermino le aggressioni e condannino i responsabili”. (A.L.)