2008-09-28 09:46:59

Ecuador a rischio crisi per il referendum sulla nuova Costituzione


Ecuador oggi alle urne per un cruciale referendum sulla nuova Costituzione voluta dal presidente Rafael Correa che intende portare il Paese – come lui stesso ha detto - nel socialismo del XXI secolo. Ma la nazione è spaccata e il voto sull’approvazione o meno dei 444 articoli della nuova carta costituzionale potrebbe innescare una grave crisi sociale e politica non meno preoccupante di quella boliviana. Tra i cambiamenti più rilevanti c’è la concentrazione dei poteri sulla carica presidenziale, che ha suscitato le dure proteste di quanti temono l’instaurazione di una forma latente di totalitarismo. Ambigui anche i nuovi articoli sul rispetto della vita, criticati dai vescovi. Il servizio di Luis Badilla. RealAudioMP3

Sia Rafael Correa in Ecuador sia Evo Morales in Bolivia, con un’Assemblea costituente ampiamente favorevole, sono riusciti a far approvare un nuovo testo costituzionale al quale, però si oppongono vasti settori sociali e politici. Oggi, Morales, dopo una crisi molto pericolosa che ha lasciato in 18 mesi decine di vittime, sembra più convinto che occorre dialogare e cercare accordi con le opposizioni anche perché una Costituzione è un solenne patto politico che riguarda la convivenza di tutti e non solo di una parte. Il medesimo problema si pone oggi al presidente Correa in Ecuador. È probabile, come dicono i sondaggi, una vittoria del leader ecuadoriano. Va ricordato però che in Venezuela, nel caso del referendum per la Costituzione bolivariana del presidente Chávez, i sondaggi anticiparono una vittoria che poi nelle urne si tramutò in una seria sconfitta. Ad ogni modo, se fosse approvata la nuova Costituzione dell’Ecuador, la ventesima dalla sua indipendenza dalla Spagna, si aprono ugualmente due grandi incognite: la prima riguarda la percentuale dei 10 milioni di elettori che si recherà alle urne e ciò potrebbe condizionare pesantemente il risultato del referendum. L’altra incognita è sostanziale: coloro che non condividono il testo costituzionale, sia il suo impianto generale e il suo spirito nonché gli articoli specifici su materie di grande importanza e che, ovviamente, non dipendono dal conteggio dei voti a favore o contro, difficilmente accetteranno un qualsiasi risultato elettorale e porranno una questione simile a quella che in questi mesi ha spaccato la Bolivia, e cioè, il bisogno di un dialogo per definire con ampio consenso sociale, politico e culturale le questioni che riguardano lo Stato, la persona, la vita, la famiglia, ecc. Una tale delicata prospettiva è apparsa ancora più evidente in questi ultimi giorni. In Ecuador, in realtà poco si è discusso sul contenuto dei 444 articoli del testo costituzionale. Da più parti si è fatto di tutto per far passare l‘idea, non vera e gravemente fuorviante, che nel fondo si tratta di un “referendum” sul presidente Rafael Correa. Una tale impostazione, frutto di rischiose manipolazioni, invece di risolvere i problemi potrebbe innescare un’ altra crisi, in una nazione come l’Ecuador dove le fragilità delle istituzioni hanno portato il Paese ad avere nell’arco di cinque anni 10 presidenti.







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