2008-09-27 09:16:28

Memoria di San Vincenzo de’ Paoli: nei poveri vedeva il volto di Cristo


Oggi la Chiesa ricorda San Vincenzo de’ Paoli, patrono di tutte le associazioni di Carità. Sergio Centofanti ci traccia un profilo di questo Santo.

 
San Vincenzo de’ Paoli nasce nel 1581 in Francia da una povera famiglia di contadini. Fino a 15 anni non fa altro che lavorare nei campi e badare ai porci. Ma è ambizioso e vuole fare carriera: diventa sacerdote sperando di trarre vantaggi economici. Nel 1605 durante un viaggio in mare, la sua nave viene attaccata dai pirati turchi: fatto schiavo vive tra i galeotti per due anni. Un’esperienza che lo segna per sempre: una volta liberato si dedicherà per sempre ai più poveri, con una particolare attenzione per i detenuti. Fonda due congregazioni: le Figlie della Carità e i Preti della Missione, i cosiddetti Lazzaristi. Il carisma di San Vincenzo è quello di aver organizzato la carità. Tra l’altro cerca di eliminare l’accattonaggio avviando al lavoro i mendicanti. In ognuno di loro vede Cristo che dice: «Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio». San Vincenzo entra nei sentimenti di Gesù che volle nascere povero e ha curato e consolato i poveri fino a dire che il bene o il male che noi faremo ai poveri lo terrà come fatto alla sua persona divina. “Dio ama i poveri – affermava San Vincenzo - e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri… Così – aggiungeva - abbiamo ragione di sperare che, per amore di essi, Dio amerà anche noi”.

 
Per il Santo il servizio dei poveri deve essere preferito a tutto. “Se nell'ora dell'orazione avete da portare una medicina o un soccorso a un povero – diceva - andatevi tranquillamente. Offrite a Dio la vostra azione, unendovi l'intenzione dell'orazione. Non dovete preoccuparvi e credere di aver mancato, se per il servizio dei poveri avete lasciato l'orazione. Non è lasciare Dio, quando si lascia Dio per Iddio, ossia un'opera di Dio per farne un'altra. Se lasciate l'orazione per assistere un povero, sappiate che far questo è servire Dio. La carità è superiore a tutte le regole, e tutto deve riferirsi ad essa. E` una grande signora: bisogna fare ciò che comanda”. Muore nel 1660, quasi ottantenne. In una lettera aveva scritto: “Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcun timore della morte. Serviamo dunque con rinnovato amore i poveri e cerchiamo i più abbandonati. Essi sono i nostri signori e padroni”.







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