2008-09-26 14:20:09

India: non si fermano le violenze contro i cristiani


In India le violenze contro i cristiani non si fermano. Ieri nello Stato dell’Orissa, una persona è stata uccisa e diverse ferite gravemente. Numerose le case e le chiese date alle fiamme dagli estremisti indù che da giorni stanno prendendo di mira le comunità cristiane impegnate nella diffusione del Vangelo e nell’emancipazione dei più poveri. Ma come stanno vivendo questi drammatici momenti i missionari impegnati nel Paese? Federico Piana lo ha chiesto a padre Giuseppe Verzotto, responsabile della Casa Provinciale salesiana di Calcutta:RealAudioMP3

R. – Con tanta sofferenza. Non siamo capaci di capire, perché tutta questa opposizione al cristianesimo, non solo nell’Orissa, ma dappertutto in India. Sono solo due o tre gli Stati che non sono stati toccati da tutto questo. In alcuni c’è questa voglia di distruggere, di far soffrire o di fare anche scomparire, in certi sensi, il cristianesimo da questi posti. Non vorrebbero che ci fosse la cristianità in India.

 
D. – Padre Verzotto, per quale motivo vogliono questo? Cosa ha fatto loro il cristianesimo, che cosa odiano del cristianesimo?

 
R. – Certamente, il cristianesimo ha sempre fatto tanto bene e continua a fare tanto bene. Vorrebbero dire: “La nostra religione di per sé soddisfa la nostra popolazione e quindi non c’è bisogno che voi veniate qui ad attirare molti alla religione cattolica”. Per di più dicono: “Voi vi rivolgete a quelli che sono poveri”. E, infatti, la prima persecuzione in Orissa è avvenuta sempre tra questa gente “bassa”, quelli che Gandhi chiamava “i figli di Dio”, la popolazione più povera. E continuano a dire: “Voi date un po’ di aiuto materiale e poi volete che diventino quello che non sono. Loro sono indiani e voi volete che diventino come i religiosi di altre nazioni”.

 
D. – Padre Verzotto, ma le violenze chi le compie? La popolazione o sono gruppi politici organizzati?

 
R. – Non è certamente la popolazione. E si vede anche qui, che quelli che fanno queste persecuzioni sono un numero limitato. Sono, però, eccitati da altri che dicono: “Questi vengono qui a conquistarvi e vogliono portare ancora l’oppressione di cento anni fa”.

 
D. – Hanno paura i missionari in India, padre Verzotto?

 
R. – Non credo. Certo è una situazione, secondo me, per la quale non si vede ancora una buona soluzione. C’è sempre un effetto politico. Il governo di Delhi ha sempre paura, perché dice: “Se noi ci muoviamo, avverrà una cosa non tanto buona per noi alle elezioni del prossimo anno”. E di fatti sembra che in tutti gli Stati - come l’Orissa, il Kerala, perché anche lì ci sono stati dei casi - il governo non si sia mosso per niente e non abbia mai detto: “Questo non è bene”. I poliziotti, per esempio, arrivano quando tutto è finito oppure sono lì presenti e non fanno niente.







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