India: non si fermano le violenze contro i cristiani
In India le violenze contro i cristiani non si fermano. Ieri nello Stato dell’Orissa,
una persona è stata uccisa e diverse ferite gravemente. Numerose le case e le chiese
date alle fiamme dagli estremisti indù che da giorni stanno prendendo di mira le
comunità cristiane impegnate nella diffusione del Vangelo e nell’emancipazione dei
più poveri. Ma come stanno vivendo questi drammatici momenti i missionari impegnati
nel Paese? Federico Piana lo ha chiesto a padreGiuseppe Verzotto,
responsabile della Casa Provinciale salesiana di Calcutta:
R. – Con
tanta sofferenza. Non siamo capaci di capire, perché tutta questa opposizione al cristianesimo,
non solo nell’Orissa, ma dappertutto in India. Sono solo due o tre gli Stati che non
sono stati toccati da tutto questo. In alcuni c’è questa voglia di distruggere, di
far soffrire o di fare anche scomparire, in certi sensi, il cristianesimo da questi
posti. Non vorrebbero che ci fosse la cristianità in India.
D.
– Padre Verzotto, per quale motivo vogliono questo? Cosa ha fatto loro il cristianesimo,
che cosa odiano del cristianesimo?
R. – Certamente,
il cristianesimo ha sempre fatto tanto bene e continua a fare tanto bene. Vorrebbero
dire: “La nostra religione di per sé soddisfa la nostra popolazione e quindi non c’è
bisogno che voi veniate qui ad attirare molti alla religione cattolica”. Per di più
dicono: “Voi vi rivolgete a quelli che sono poveri”. E, infatti, la prima persecuzione
in Orissa è avvenuta sempre tra questa gente “bassa”, quelli che Gandhi chiamava “i
figli di Dio”, la popolazione più povera. E continuano a dire: “Voi date un po’ di
aiuto materiale e poi volete che diventino quello che non sono. Loro sono indiani
e voi volete che diventino come i religiosi di altre nazioni”.
D.
– Padre Verzotto, ma le violenze chi le compie? La popolazione o sono gruppi politici
organizzati?
R. – Non è certamente la popolazione.
E si vede anche qui, che quelli che fanno queste persecuzioni sono un numero limitato.
Sono, però, eccitati da altri che dicono: “Questi vengono qui a conquistarvi e vogliono
portare ancora l’oppressione di cento anni fa”.
D.
– Hanno paura i missionari in India, padre Verzotto?
R.
– Non credo. Certo è una situazione, secondo me, per la quale non si vede ancora una
buona soluzione. C’è sempre un effetto politico. Il governo di Delhi ha sempre paura,
perché dice: “Se noi ci muoviamo, avverrà una cosa non tanto buona per noi alle elezioni
del prossimo anno”. E di fatti sembra che in tutti gli Stati - come l’Orissa, il Kerala,
perché anche lì ci sono stati dei casi - il governo non si sia mosso per niente e
non abbia mai detto: “Questo non è bene”. I poliziotti, per esempio, arrivano quando
tutto è finito oppure sono lì presenti e non fanno niente.