Violenze anticristiane in India: il cardinale Gracias chiede il rispetto della libertà
religiosa
“La preghiera e il dialogo sono le armi per vincere l'ondata di anticristianesimo
che sta attraversando l'India” ha affermato il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo
di Bombay e presidente della Conferenza Episcopale Indiana. “Non riesco a spiegare
questa campagna di odio contro i cristiani”, ha confessato in un’intervista a L’Osservatore
Romano. “In India tutti si dicono scossi per gli avvenimenti in Orissa. Ma solo dopo
che la Corte suprema ha emanato direttive e svolto alcune indagini il governo locale
è parso svegliarsi”. “La preghiera, anche per coloro che ci odiano, resta la nostra
principale arma”, ha rivelato il cardinale. Accanto alla preghiera, “è vitale, fondamentale”
il dialogo, e “solo un vero dialogo interreligioso permetterà di eliminare ogni possibile
causa di tensione e di disaccordo tra gruppi religiosi ed etnici in India”. “Abbiamo
un obiettivo chiaro – ha dichiarato il cardinale Gracias –: nessuno vada a letto affamato;
nessuna dignità sia offesa; nessun diritto delle minoranze, compresa la libertà religiosa,
sia negato; nessun povero sia abbandonato”. Ritenendo “parola di Dio e speranza” “le
grandi prospettive per l'India”, il porporato ha quindi alluso al tema del prossimo
Sinodo dei Vescovi, che inizierà il 5 ottobre in Vaticano, definendolo un argomento
“provvidenziale”. “Spero che dopo il Sinodo tutti comprenderemo meglio che la parola
di Dio è un messaggio di amore diretto a ciascuno di noi”, ha spiegato, osservando
che l'incontro potrà donare all'India “una più profonda comprensione della Scrittura”
in grado di rimuovere “equivoci e pregiudizi”. E si manifestano preoccupazioni per
la sorte dei cristiani in India anche negli Stati Uniti: la commissione sulla libertà
religiosa internazionale, organo di controllo sulle politiche adottate dal governo
USA, ha inviato una lettera al presidente americano George W. Bush chiedendogli di
intervenire per fermare la violenza in India. “La risposta del governo indiano rimane
inadeguata”, si legge nell’appello che chiede a Bush di utilizzare il suo incontro
di domani con il premier indiano Manmohan Singh per premere per un intervento immediato.
Intanto la situazione nel Paese è ancora critica: una persona è stata uccisa oggi
e una dozzina sono state ferite durante uno scontro a fuoco tra la polizia e una folla
di indù che chiedevano la liberazione dei loro leader arrestati per gli attacchi contro
i cristiani. (V.V.)