2008-09-24 15:39:43

Kenya: preoccupazione per il rispetto dei diritti umani


Circa 500 persone sarebbero state uccise in Kenya da veri e propri “squadroni della morte”, legati ai servizi segreti locali. Lo afferma un rapporto della Commissione nazionale per i diritti umani in Kenya. Le vittime - riporta l'agenzia Fides - sarebbero in gran parte appartenenti alla setta dei “Mungiki”, che è a sua volta responsabile di gravi crimini in diverse aree del Paese ed in particolare negli slum di Nairobi. Il rapporto afferma che alcune delle vittime prima di venire uccise sono state torturate e mutilate. Le “squadre della morte” avrebbero avuto la copertura di alcuni alti esponenti politici, ma su questa parte il rapporto non offre prove certe, perché i testimoni chiave non sono stati ancora inseriti in un apposito programma di protezione. Per il resto il documento appare circostanziato: vi sono i nomi delle vittime, le circostanze del loro rapimento, le targhe dei veicoli della polizia utilizzati nel sequestro, la data dell'esecuzione e il luogo dove sono sono stati gettati i loro corpi. Vi sono anche le testimonianze delle famiglie che hanno pagato un forte riscatto per liberare un loro figlio arrestato. La polizia ha smentito di essere implicata in attività illecite di alcun genere. La questione del rispetto dei diritti umani da parte delle forze militari e di polizia era stata sollevata anche nel corso delle attività di repressione del Sabaot Land Defence Force (SLDF), un gruppo di guerriglia attivo nell'area del Mount Elgon. Alcune organizzazioni umanitarie internazionali avevano affermato che vi erano stati casi di tortura e di uccisioni extragiudiziarie di prigionieri. Anche il SLDF si era reso responsabile di gravi crimini: dal 2006 ad oggi circa 600 persone sono state uccise dalle guerriglia e diverse altre rapite e torturate. La Chiesa cattolica ha da tempo chiesto un'indagine indipendente sui fatti del Mount Elgon e di cercare la via del dialogo per mettere fine alle violenze dei Mungiki. (R.P.)







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