Il Primate anglicano Williams a Lourdes: "Maria è la prima missionaria"
“Maria ci appare qui come la prima missionaria” e “ci ricorda che la missione non
inizia con la trasmissione di un messaggio fatto di parole, ma con un viaggio verso
un’altra persona con Gesù nel nostro cuore”. Lo ha detto questa mattina l’arcivescovo
di Canterbury, Rowan Williams, commentando la visita di Maria a Elisabetta nel sermone
pronunciato a Lourdes in occasione della Messa internazionale. Per l’arcivescovo -
riferisce l'agenzia Sir - “il nostro primo e principale compito è portare Gesù con
noi, con gratitudine e fede, in ogni nostra azione”. Due gli esempi citati, tratti
dal mondo cattolico e da quello ortodosso: come Santa Teresa d’Avila – ha suggerito
Williams – “potremmo piuttosto semplicemente tenere sempre con coi un’immaginetta
o una croce in tasca, così da rimanere costantemente ‘in contatto’ con il Signore”,
oppure potremmo seguire “la guida della tradizione spirituale ortodossa ripetendo
silenziosamente: ‘Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore’”.
Per l’arcivescovo di Canterbury, “è molto attraente pensare alla missione come a qualcosa
da compiere allo stesso modo con cui facciamo altre cose, dove tutto dipende dalla
programmazione e dalla valutazione di come stiamo procedendo” e può sorgere la tentazione
di “pensare tutta la vita della Chiesa in questi termini”. Di fronte a questo rischio,
ammonisce l’arcivescovo Williams, “la missione di Maria ci dice che esiste sempre
una dimensione più profonda, radicata in Cristo che è all’opera sconosciuto e silenzioso,
andando oltre nel profondo del cuore di ognuno”; “vivendo con fede nel cuore della
Chiesa, in mezzo ai suoi disastri, tradimenti e confusioni, continuando a dare se
stesso senza riserve”. “Tutto ciò che chiamiamo missione – ha ammonito il primate
– dipende da questo”. “La vera missione – ha aggiunto – è pronta a lasciarsi sorprendere
da Dio” come Elisabetta che pur conoscendo tutta la storia di Israele “è rimasta sorpresa
quando il bambino le è sussultato in grembo”. I vicini e gli insegnanti di Bernadette,
e i sacerdoti della parrocchia, ha concluso l’arcivescovo, “sapevano tutto ciò che
ritenevano necessario conoscere sulla Madre di Dio” eppure “sono stati sorpresi da
questa adolescente che aveva difficoltà ad esprimersi, debole e marginale”. (R.P.)