2008-09-24 15:34:28

Filippine: le sofferenze dei cristiani nelle isole del sud


Emarginati, impoveriti, sfollati, a volte rapiti da gruppi estremisti come Abu Sayyaf. E’ la situazione dei cristiani dell’isola di Basilan (una esigua minoranza) e nell’arcipelago delle Sulu, corona di isole nell’estremo Sud delle Filippine. Lo riferisce all’Agenzia Fides il missionario Pime padre Sebastiano D’ambra, da decenni impegnato per il dialogo islamo-cristiano nelle Filippine meridionali, iniziatore dell’Movimento per il dialogo “Silsilah”, con sede a Zamboanga city, sull’isola di Mindanao. In un recente viaggio nell’Isola di Basilan, padre D’ambra ha raccolto e ascoltato le sofferenze, le povertà, i traumi delle famiglie cristiane che vivono nella zona. Racconta di averle incoraggiate a “perdonare e ad amare i nemici”, secondo lo spirito del Vangelo, cercando di costruire relazioni amichevoli con i vicini. “Cristiani e musulmani delle Filippine Sud dovrebbero alzare insieme la voce per chiedere la pace, lavorare insieme e avere il coraggio di condannare ogni forma di violenza fisica e psicologica”, afferma il missionario, in quanto essi condividono la stessa terra e una sorte comune: tutta la popolazione dell’area all’estremo Sud di Mindanao e nell’arcipelago delle Sulu è infatti oggi sottoposta a una forte pressione dato l’innalzarsi del livello di scontro fra le forze dell’esercito filippino e i movimenti ribelli di matrice islamica. “Si tratta del peggior conflitto nell’area dal 2003 ad oggi”, afferma la Croce Rossa Internazionale, sottolineando il numero crescente di vittime civili e l’aumento degli sfollati, che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni a causa della guerra. Secondo le organizzazioni umanitarie, sono 500mila gli sfollati interni che soffrono carenza dei beni di prima necessità a causa dell’escalation della violenza. L’allarme è stato lanciato da alcune settimane ma non ha avuto risposte concrete: secondo le organizzazioni, la crisi umanitaria è imminente. (R.P.)







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