2008-09-23 15:10:29

RD Congo: smentito il rapimento di tre missionari comboniani


“I due missionari comboniani italiani che si trovavano a Duru non sono stati rapiti dai ribelli ugandesi del Lord’s Resistence Army (Lra)”: lo ha detto alle agenzie Misna e Fides il segretario generale dei missionari comboniani, padre Umberto Pescantini, smentendo ufficialmente le informazioni diffuse ieri da alcune fonti giornalistiche sulla base di una nota informativa dell'Unicef che nel testo riporta il rapimento di “due missionari italiani” in un attacco condotto mercoledì notte dagli uomini del Lra nella zona di Dungu - nella provincia orientale, nell’est della Repubblica Democratica del Congo al confine con il Sudan - e più precisamente nei centri abitati di Duru, Kiliwa e Nambia. I tre padri comboniani, due italiani e un sudanese, che si trovavano a Duru sono l’unica presenza missionaria nella remota zona del Parco della Garamba. “Tutti e tre si trovano a Yambio - primo centro abitato di rilievo oltre confine in territorio sudanese - e stanno aspettando i documenti necessari per recarsi in Uganda, dai loro confratelli” aggiunge padre Pescantini. I tre padri comboniani, gli italiani Mario Benedetti e Ferruccio Gobbi e il sudanese Peter Magalasi, si erano divisi la notte di mercoledì durante l’attacco del Lra su Duru. Padre Gobbi e padre Magalasi erano subito fuggiti a bordo di una moto, insieme a una parte della popolazione civile di Duru, oltre confine in Sudan, trovando rifugio dal vescovo di Yambio, mentre padre Benedetti era rimasto in città insieme a quella parte di popolazione che non aveva voluto lasciare il centro abitato. Nel fine settimana poi, anche l’ultimo missionario italiano presente a Duru si è recato in Sudan insieme ai suoi confratelli. L’attacco condotto dai ribelli del Lra a Duru è stato uno dei più gravi degli ultimi mesi. Nell’incursione sono state uccise almeno quattro persone, un centinaio di abitazioni sono state date alle fiamme (incluse alcune strutture missionarie) e oltre circa una quarantina di persone, prevalentemente bambini, sono stati prese in ostaggio dai ribelli, probabilmente per trasportare il bottino. Destino simile è toccato anche a Kiliwa e a Nambia, centri più piccoli. Il gruppo protagonista del ventennale conflitto del nord Uganda ,e che da quasi due anni è impegnato in un delicato e complesso negoziato di pace nel vicino Sud Sudan, negli ultimi mesi è stato ripetutamente accusato di vessare la popolazione della zona con saccheggi, attacchi, rapimenti e violenze. Secondo la commissione diocesana di Giustizia e pace di Dungu, i villaggi di Duru, Diabio e Doruma (85 chilometri da Dungu) sono i più colpiti dalle violenze del Lra. Un bilancio stilato dalla stessa fonte riferisce che dalla fine di dicembre, i ribelli ugandesi hanno ucciso nove persone e ne hanno rapite altre 50. Nonostante i progressi sul fronte negoziale, l’ufficializzazione di un accordo di pace tra governo ugandese e Lra è ferma da mesi per le reticenze del capo del movimento spaventato dal mandato di cattura internazionale che pende sulla sua testa. (R.P.)







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