RD Congo: smentito il rapimento di tre missionari comboniani
“I due missionari comboniani italiani che si trovavano a Duru non sono stati rapiti
dai ribelli ugandesi del Lord’s Resistence Army (Lra)”: lo ha detto alle agenzie Misna
e Fides il segretario generale dei missionari comboniani, padre Umberto Pescantini,
smentendo ufficialmente le informazioni diffuse ieri da alcune fonti giornalistiche
sulla base di una nota informativa dell'Unicef che nel testo riporta il rapimento
di “due missionari italiani” in un attacco condotto mercoledì notte dagli uomini del
Lra nella zona di Dungu - nella provincia orientale, nell’est della Repubblica Democratica
del Congo al confine con il Sudan - e più precisamente nei centri abitati di Duru,
Kiliwa e Nambia. I tre padri comboniani, due italiani e un sudanese, che si trovavano
a Duru sono l’unica presenza missionaria nella remota zona del Parco della Garamba.
“Tutti e tre si trovano a Yambio - primo centro abitato di rilievo oltre confine in
territorio sudanese - e stanno aspettando i documenti necessari per recarsi in Uganda,
dai loro confratelli” aggiunge padre Pescantini. I tre padri comboniani, gli italiani
Mario Benedetti e Ferruccio Gobbi e il sudanese Peter Magalasi, si erano divisi la
notte di mercoledì durante l’attacco del Lra su Duru. Padre Gobbi e padre Magalasi
erano subito fuggiti a bordo di una moto, insieme a una parte della popolazione civile
di Duru, oltre confine in Sudan, trovando rifugio dal vescovo di Yambio, mentre padre
Benedetti era rimasto in città insieme a quella parte di popolazione che non aveva
voluto lasciare il centro abitato. Nel fine settimana poi, anche l’ultimo missionario
italiano presente a Duru si è recato in Sudan insieme ai suoi confratelli. L’attacco
condotto dai ribelli del Lra a Duru è stato uno dei più gravi degli ultimi mesi. Nell’incursione
sono state uccise almeno quattro persone, un centinaio di abitazioni sono state date
alle fiamme (incluse alcune strutture missionarie) e oltre circa una quarantina di
persone, prevalentemente bambini, sono stati prese in ostaggio dai ribelli, probabilmente
per trasportare il bottino. Destino simile è toccato anche a Kiliwa e a Nambia, centri
più piccoli. Il gruppo protagonista del ventennale conflitto del nord Uganda ,e che
da quasi due anni è impegnato in un delicato e complesso negoziato di pace nel vicino
Sud Sudan, negli ultimi mesi è stato ripetutamente accusato di vessare la popolazione
della zona con saccheggi, attacchi, rapimenti e violenze. Secondo la commissione diocesana
di Giustizia e pace di Dungu, i villaggi di Duru, Diabio e Doruma (85 chilometri da
Dungu) sono i più colpiti dalle violenze del Lra. Un bilancio stilato dalla stessa
fonte riferisce che dalla fine di dicembre, i ribelli ugandesi hanno ucciso nove persone
e ne hanno rapite altre 50. Nonostante i progressi sul fronte negoziale, l’ufficializzazione
di un accordo di pace tra governo ugandese e Lra è ferma da mesi per le reticenze
del capo del movimento spaventato dal mandato di cattura internazionale che pende
sulla sua testa. (R.P.)