Messico: appello dell’arcivescovo di Guadalajara per la lotta contro il crimine
“La situazione che stiamo vivendo è grave e pericolosa”: lo ha detto chiaramente,
domenica scorsa, l’arcivescovo messicano di Guadalajara, card. Juan Sandoval İñiguez,
rivolgendosi ai fedeli. Chiedendo esplicitamente ai cattolici e ai messicani in genere
di appoggiare le autorità civili nel processo di restaurazione della sicurezza, il
porporato ha detto che “il crimine organizzato è una minaccia per l’ordine sociale.
Per questo, le autorità, consapevoli di tale fenomeno, si sono impegnate nel fermare
le bande criminali che stanno causando gravi stragi in tutto il Messico, e non solo
per il numero di vittime che provocano ogni giorno e per la violenza ed il terrore
che hanno diffuso, ma anche per la paralisi sociale ed economica che hanno determinato
e che rischia di trasformarsi in un caos”. Di qui, l’appello lanciato dal card. Sandoval
İñiguez affinché “ogni messicano di buona volontà faccia la sua parte per porre rimedio
a questa preoccupante situazione”: in particolare, il porporato ha fatto riferimento
ad “organizzazioni criminali potentissime, con ramificazioni estese, che operano nel
narcotraffico, mettono in atto sequestri, furti, assalti a cittadini pacifici proprietari
di un’automobile, di denaro, di beni e a volte solo della vita”. “Tutto ciò – ha aggiunto
l’arcivescovo di Guadalajara – è un fatto grave ed insopportabile che preoccupa tutti
e ci fa temere che il Paese sprofondi in una spirale di violenza incontrollabile e
che le forze del male, i criminali e i delinquenti ben armati ed organizzati, possano
arrivare ad imporsi sulle forze dell’ordine”. Inoltre, il porporato si è soffermato
sulle elezioni legislative federali previste per il 2009: “È necessario prefiggersi
di dare il proprio voto a persone capaci e oneste – ha detto - che abbiano il carattere
e la volontà per portare avanti il Paese e trovare soluzioni ai suoi problemi”. Quindi,
l’auspicio finale del card. Sandoval İñiguez è che non vengano elette persone “colluse
con il narcotraffico, inette o corrotte, poiché ciò sarebbe una disgrazia” per tutto
il Paese. Nell’ultimo anno, lo ricordiamo, il Messico ha subito una nuova ondata di
violenza: dall’inizio del 2008, le vittime del crimine sono state più di 3mila, con
un crescendo vertiginoso negli ultimi due mesi, ovvero 987 morti, pari ad uno ogni
85 minuti. 651, inoltre, i sequestrati fino al 15 settembre. Solo lunedì scorso, un
attentato nella città di Morelia, capitale dello Stato di Michoacan, ha provocato
sette morti e 132 feriti. A destare preoccupazione, poi, è la brutalità delle bande
delinquenziali, come i “Los Zetas”, legati al traffico della cocaina e colpevoli del
macabro rito della decapitazione di cadaveri. Di fronte a tutto questo, il governo
messicano ha approvato, nei giorni scorsi, un progetto che prevede la progressiva
costituzione di una Forza antisequestro alle dipendenze della Procura generale della
Repubblica. Inoltre, il capo dello Stato, Felipe Calderon, ha annunciato di aver inviato
al Parlamento una legge che permetterà di aiutare finanziariamente le vittime della
delinquenza organizzata tramite i proventi della vendita dei beni sequestrati ai narcotrafficanti
ed alle bande criminali. Infine, 35mila militari sono stati mobilitati sul territorio,
in particolare nelle zone di confine con gli Stati Uniti, dove è il traffico di stupefacenti
è più intenso. In molti casi, i soldati hanno estromesso la polizia locale, sospettata
di collusione con i “cartelli” della droga. (I.P.)