L’arcivescovo di San Salvador chiede di inserire nell'agenda del vertice iberoamericano
il tema della famiglia
“La famiglia in quanto cellula fondamentale della società non può essere esclusa dall’agenda
del prossimo vertice iberoamericano”. Così, ieri, nella sua tradizionale conferenza
stampa dopo la Santa Messa, l’arcivescovo di San Salvador mons. Fernando Sáenz Lacalle,
ha voluto sottolineare l’importanza della questione dal punto di vista politico in
uno degli appuntamenti più importanti dei paesi di lingua spagnola e portoghese. Ricordando
il tema centrale del XVIII Vertice Iberoamericano che si svolgerà in San Salvador
dal 29 al 31 ottobre – “Gioventù e sviluppo” – mons. Sáenz Lacalle ha rilevato che
“difficilmente le grandi questioni dei giovani possono oggi essere analizzate senza
tenere conto del focolare famigliare, dei diritti e doveri dei genitori e del primo
ambiente umano e sociale ove si forgia la personalità di ogni individuo”. “È importante
far sapere ai governi, e ai leader del vertice - ha aggiunto l’arcivescovo di san
Salvador - che lo sviluppo dei giovani ha come base la famiglia e perciò chiediamo
che in queste discussioni si tenga conto della centralità della realtà familiare”.
Riflettendo più in generale sulle condizioni dello sviluppo autentico, l’arcivescovo
ha voluto insistere sull’urgenza e sul bisogno di “dare alla famiglia un sostegno
adeguato per metterla in condizioni di adempiere alla sua alta missione di formare
i giovani”. In riferimento alla bozza della Dichiarazione finale del Vertice, mons.
Sáenz Lacalle ha lamentato che nel documento, almeno per ora, “non c’è traccia sulla
famiglia tranne quando appare come un qualsiasi rapporto tra lo Stato e il mondo dei
giovani e degli adolescenti”. Al riguardo ha rilevato con forza che lo “Stato e il
governo sono realtà importanti ma secondarie” poiché spetta “alla famiglia il ruolo
e la missione inderogabile di formare i propri figli e introdurli nel tessuto sociale
collettivo”. Nella capitale salvadoregna, fra un mese s’incontreranno i Capi di stato
e di governo di 20 Nazioni dell’America latina di lingua spagnola e portoghese. Inoltre,
come è tradizione dal primo vertice, ai lavori prenderanno parte il Re di Spagna,
il Presidente del Portogallo e osservatori di altre nazioni della regione. (A cura
di Luis Badilla)