Appello delle Ong cattoliche per la crisi alimentare in Kenya
È emergenza fame in Kenya: quasi 5 milioni di persone sono a rischio malnutrizione,
soprattutto nelle aree aride e nelle baraccopoli delle grandi città del Paese. Lo
confermano fonti della Chiesa locale e diverse ong cattoliche che hanno rivolto un
pressante appello per aiuti alimentari urgenti alle popolazioni colpite. L’allarme
era stato lanciato la settimana scorsa da un rapporto del Gruppo per la sicurezza
alimentare in Kenya (Kfssg), che riunisce rappresentanti del governo, agenzie ONU,
Ong internazionali e locali. Secondo il rapporto , reso noto dall’Ufficio ONU per
il coordinamento degli affari umanitari, “il numero degli abitanti delle baraccopoli
che per queste ragioni non avrà abbastanza cibo è fra i 3,5 e i 4,1 milioni, rispetto
ai 3 milioni del 2007”, mentre si stima che “senza un sostegno esterno, 1 milione
380mila abitanti delle aree rurali non sarà in grado di procurarsi nemmeno il minimo
indispensabile”. Questa cifra, si legge nel documento, “comprende anche i 300mila
sfollati a causa delle violenze post-elettorali d’inizio anno che, sebbene rientrati
o in via di trasferimento dai campi hanno ancora bisogno di assistenza”. Insieme all’instabilità
che ha segnato la vita politica del Kenya in questi ultimi mesi, alla crisi hanno
contribuito la siccità e il conseguente aumento del prezzo dell’acqua. A tutto questo
si è aggiunta una grave epidemia di peste dei piccoli ruminanti che ha colpito molti
allevamenti, unica fonte di sostentamento per una parte consistente della popolazione
keniota. Fonti ecclesiali locali e la CAFOD, l’agenzia dei vescovi inglesi per gli
aiuti ai Paesi d’oltremare, confermano che la situazione è particolarmente drammatica
in alcune aree e che gli aiuti governativi non sono sufficienti a coprire il fabbisogno.
Secondo queste stesse fonti, la crisi alimentare sta inoltre fomentando le tensioni
interetniche, già alte nel Paese. (L.Z.)