2008-09-21 16:14:28

Non lasciatevi sedurre dal male e dai falsi idoli della modernità: l'invito del cardinale Tarcisio Bertone ai fedeli croati. Nota dei vescovi sulla visita del segretario di Stato vaticano


Non lasciatevi sedurre dai richiami del male: è l’invito che il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha rivolto ai giovani croati ieri sera, nella cattedrale di Zagabria. Stamane Il porporato - giunto giovedì scorso in terra croata Croazia per celebrare i 1700 anni della fondazione di Spalato e ricordare il viaggio apostolico di Giovanni Paolo II 10 anni fa - ha presieduto una solenne Messa nella piazza della stessa cattedrale, benedicendo i fedeli croati a nome del Papa ed esortandoli a testimoniare con coraggio la loro fede in Cristo. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

“Papa Benedetto XVI … mi ha incaricato di salutarvi con tanto affetto. Egli ha ancora viva negli occhi e nel cuore l’esperienza della recente Giornata Mondiale della Gioventù, che si è svolta nel mese di luglio a Sydney, in Australia”: si è rivolto con queste parole il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ai giovani croati invitandoli a vegliare e a pregare di fronte alle “insidie dei paradisi artificiali delle droghe” e alla “potenza distruttrice di molte altre false luci che abbagliano gli occhi, illudono la mente e uccidono il cuore”. Il porporato ha aggiunto che è Gesù “l’unico che ci può scuotere dai nostri vani sogni, che spesso diventano incubi; l’unico che può far fiorire il deserto delle nostre delusioni e può colmare il vuoto interiore del nostro cuore”, e se “la sua parola a tratti … può apparire forse troppo esigente”, solo lui “può destarci dal letargo del peccato e dell’indifferenza”. Per questo, ha proseguito il cardinale Bertone, non resta che aprire il cuore alla Parola di Cristo, incontrarlo, conoscerlo, ripercorrere la sua vita e la missione affidata ai suoi discepoli: il comandamento dell’amore, amare cioè “ogni persona come Lui ci ha amati, sino a dare la vita per i fratelli”. Il porporato ha poi sottolineato che per incontrare Gesù bisogna accogliere il dono dello Spirito Santo, “permettergli di penetrare nella dura crosta dell’indifferenza, della stanchezza spirituale e del cieco conformismo prodotti in noi dalla mentalità del nostro tempo, secolarizzato ed edonista. Tutto questo significa rinnegare se stessi, secondo l’invito di Gesù, prendere la propria croce e seguirlo”. Ma pure scoprire “la bellezza di far parte della comunità cristiana: la Chiesa”, attraverso anche la testimonianza e “il servizio ai bisognosi nelle varie forme di volontariato”. Infine il cardinale segretario di Stato ha ricordato ai giovani l’esempio del beato cardinale Luigi Stepinac, che “non ha mai separato la vita dalla fede”.
 
E proprio sulla figura del porporato beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre del ‘98 si è soffermato stamani il cardinale Bertone durante la Messa celebrata nella piazza della cattedrale di Zagabria. Sul suo esempio, e a nome di Benedetto XVI che ha voluto inviare ai fedeli croati la propria benedizione, il cardinale segretario di Stato ha esortato i cattolici a proseguire “il cammino della fedeltà e della santità … dell’unità e della comunione”. Di fronte alle “false ideologie fasciste e comuniste, che nel secolo scorso hanno causato tanta sofferenza” e alle “difficoltà e sfide con le quali i cristiani devono confrontarsi”, “nelle mutate condizioni socio-politico-culturali” di oggi, ha affermato il cardinale Bertone, “occorre … educare, specialmente le nuove generazioni, all’eroismo della santità. È indispensabile una nuova evangelizzazione … nei modi e nelle forme di catechesi e di azione missionaria”. Il porporato, inoltre, ha messo in guardia i fedeli dagli “idoli della modernità, nelle società capitalistiche dell’Occidente”, in particolare “il mito del profitto e la sete del denaro”. “Siate dunque saggi e coscienti interpreti della vostra tradizione cristiana che ha fatto del popolo croato un popolo cattolico – ha detto ancora – sappiate affrontare con coraggio e saggio discernimento le sfide che presenta l’allettante progresso moderno, la cultura odierna del liberalismo e del relativismo. Custodite integro il tesoro della fede ed i valori morali che avete ricevuto dai vostri antenati, e trasmettetelo inalterato alle generazioni che vi succederanno”. A tutta la Chiesa croata, infine l’invito ad imitare con coraggio l’esempio del cardinale Stepinac, “nell’affrontare le difficoltà, la sofferenza e ogni ostacolo piuttosto che tradire la propria coscienza e così venir meno alla propria parola data a Cristo ed alla Chiesa”.
 
In merito alla visita del cardinale Tarcisio Bertone, che lascia oggi la Croazia, i vescovi del Paese hanno diffuso una nota rimarcando l’apprezzamento espresso dal porporato “per l’impegno pastorale e i progetti di rinnovamento messi in atto a favore della nuova evangelizzazione, della vita sacramentale e della vita sociale del popolo croato”. Il segretario di Stato Vaticano, “riconosciuto il buon livello dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa”, ha pure riaffermato – scrivono i presuli croati - che la Chiesa non fa politica, “ma sempre e dovunque, e con vera libertà, è suo diritto predicare la fede ed insegnare la sua dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini e dare il suo giudizio morale, anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza della anime”. E per questo il cardinale Bertone ha auspicato “un dialogo leale e aperto con le autorità politiche per promuovere sempre di più il bene comune della Nazione”. E se “la competenza per l’emanazione delle leggi dello Stato spetta al Governo e al Parlamento”, pure “i vescovi possono esprimere il loro parere”, al fine “di correggere o migliorare le leggi” ed i laici “adeguatamente formati”, “in piena sintonia con i vescovi” debbono impegnarsi “coraggiosamente” per “animare le realtà temporali” loro affidate. Nel momento storico che vede la Croazia avviarsi ad entrare nell’Unione Europea, i vescovi croati esprimono “il proprio consenso” e assicurano “il proprio impegno a favore di tale integrazione, unito alla necessaria salvaguardia dell’identità e del patrimonio religioso, culturale e morale tanto cari al popolo croato”.







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