Non lasciatevi sedurre dal male e dai falsi idoli della modernità: l'invito del
cardinale Tarcisio Bertone ai fedeli croati. Nota dei vescovi sulla visita del segretario
di Stato vaticano
Non lasciatevi sedurre dai richiami del male: è l’invito che il cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone ha rivolto ai giovani croati ieri sera, nella cattedrale
di Zagabria. Stamane Il porporato - giunto giovedì scorso in terra croata Croazia
per celebrare i 1700 anni della fondazione di Spalato e ricordare il viaggio apostolico
di Giovanni Paolo II 10 anni fa - ha presieduto una solenne Messa nella piazza della
stessa cattedrale, benedicendo i fedeli croati a nome del Papa ed esortandoli a testimoniare
con coraggio la loro fede in Cristo. Il servizio di Tiziana Campisi:
“Papa Benedetto
XVI … mi ha incaricato di salutarvi con tanto affetto. Egli ha ancora viva negli occhi
e nel cuore l’esperienza della recente Giornata Mondiale della Gioventù, che si è
svolta nel mese di luglio a Sydney, in Australia”: si è rivolto con queste parole
il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ai giovani croati invitandoli
a vegliare e a pregare di fronte alle “insidie dei paradisi artificiali delle droghe”
e alla “potenza distruttrice di molte altre false luci che abbagliano gli occhi, illudono
la mente e uccidono il cuore”. Il porporato ha aggiunto che è Gesù “l’unico che ci
può scuotere dai nostri vani sogni, che spesso diventano incubi; l’unico che può far
fiorire il deserto delle nostre delusioni e può colmare il vuoto interiore del nostro
cuore”, e se “la sua parola a tratti … può apparire forse troppo esigente”, solo lui
“può destarci dal letargo del peccato e dell’indifferenza”. Per questo, ha proseguito
il cardinale Bertone, non resta che aprire il cuore alla Parola di Cristo, incontrarlo,
conoscerlo, ripercorrere la sua vita e la missione affidata ai suoi discepoli: il
comandamento dell’amore, amare cioè “ogni persona come Lui ci ha amati, sino a dare
la vita per i fratelli”. Il porporato ha poi sottolineato che per incontrare Gesù
bisogna accogliere il dono dello Spirito Santo, “permettergli di penetrare nella dura
crosta dell’indifferenza, della stanchezza spirituale e del cieco conformismo prodotti
in noi dalla mentalità del nostro tempo, secolarizzato ed edonista. Tutto questo significa
rinnegare se stessi, secondo l’invito di Gesù, prendere la propria croce e seguirlo”.
Ma pure scoprire “la bellezza di far parte della comunità cristiana: la Chiesa”, attraverso
anche la testimonianza e “il servizio ai bisognosi nelle varie forme di volontariato”.
Infine il cardinale segretario di Stato ha ricordato ai giovani l’esempio del beato
cardinale Luigi Stepinac, che “non ha mai separato la vita dalla fede”. E
proprio sulla figura del porporato beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre del
‘98 si è soffermato stamani il cardinale Bertone durante la Messa celebrata nella
piazza della cattedrale di Zagabria. Sul suo esempio, e a nome di Benedetto XVI che
ha voluto inviare ai fedeli croati la propria benedizione, il cardinale segretario
di Stato ha esortato i cattolici a proseguire “il cammino della fedeltà e della santità
… dell’unità e della comunione”. Di fronte alle “false ideologie fasciste e comuniste,
che nel secolo scorso hanno causato tanta sofferenza” e alle “difficoltà e sfide con
le quali i cristiani devono confrontarsi”, “nelle mutate condizioni socio-politico-culturali”
di oggi, ha affermato il cardinale Bertone, “occorre … educare, specialmente le nuove
generazioni, all’eroismo della santità. È indispensabile una nuova evangelizzazione
… nei modi e nelle forme di catechesi e di azione missionaria”. Il porporato, inoltre,
ha messo in guardia i fedeli dagli “idoli della modernità, nelle società capitalistiche
dell’Occidente”, in particolare “il mito del profitto e la sete del denaro”. “Siate
dunque saggi e coscienti interpreti della vostra tradizione cristiana che ha fatto
del popolo croato un popolo cattolico – ha detto ancora – sappiate affrontare con
coraggio e saggio discernimento le sfide che presenta l’allettante progresso moderno,
la cultura odierna del liberalismo e del relativismo. Custodite integro il tesoro
della fede ed i valori morali che avete ricevuto dai vostri antenati, e trasmettetelo
inalterato alle generazioni che vi succederanno”. A tutta la Chiesa croata, infine
l’invito ad imitare con coraggio l’esempio del cardinale Stepinac, “nell’affrontare
le difficoltà, la sofferenza e ogni ostacolo piuttosto che tradire la propria coscienza
e così venir meno alla propria parola data a Cristo ed alla Chiesa”. In
merito alla visita del cardinale Tarcisio Bertone, che lascia oggi la Croazia, i vescovi
del Paese hanno diffuso una nota rimarcando l’apprezzamento espresso dal porporato
“per l’impegno pastorale e i progetti di rinnovamento messi in atto a favore della
nuova evangelizzazione, della vita sacramentale e della vita sociale del popolo croato”.
Il segretario di Stato Vaticano, “riconosciuto il buon livello dei rapporti tra lo
Stato e la Chiesa”, ha pure riaffermato – scrivono i presuli croati - che la Chiesa
non fa politica, “ma sempre e dovunque, e con vera libertà, è suo diritto predicare
la fede ed insegnare la sua dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la sua missione
tra gli uomini e dare il suo giudizio morale, anche su cose che riguardano l’ordine
politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla
salvezza della anime”. E per questo il cardinale Bertone ha auspicato “un dialogo
leale e aperto con le autorità politiche per promuovere sempre di più il bene comune
della Nazione”. E se “la competenza per l’emanazione delle leggi dello Stato spetta
al Governo e al Parlamento”, pure “i vescovi possono esprimere il loro parere”, al
fine “di correggere o migliorare le leggi” ed i laici “adeguatamente formati”, “in
piena sintonia con i vescovi” debbono impegnarsi “coraggiosamente” per “animare le
realtà temporali” loro affidate. Nel momento storico che vede la Croazia avviarsi
ad entrare nell’Unione Europea, i vescovi croati esprimono “il proprio consenso” e
assicurano “il proprio impegno a favore di tale integrazione, unito alla necessaria
salvaguardia dell’identità e del patrimonio religioso, culturale e morale tanto cari
al popolo croato”.