Paura tra i cattolici indiani dopo l'attacco nello Stato del Madhya Pradesh da parte
di estremisti indù
E’ ancora forte lo sconcerto nella comunità cattolica indiana, dopo l’attacco nei
giorni scorsi condotto da un gruppo estremista indù, nella diocesi di Jabalpur nello
stato del Madhya Pradesh. Un incendio doloso che ha provocato notevoli danni nella
cattedrale dei santi Pietro e Paolo. “Dobbiamo restare uniti”, ha detto il vescovo
di Jabalpur, mons. Gerard Almeida, che ha riferito della minaccia incombente su altre
11 chiese. Dei cristiani trattati come “cittadini di seconda classe” e pertanto perseguitati,
ha parlato il cardinale Varkey Vithayathil, presidente della Conferenza dei vescovi
dell’India. Completare l'opera di Gandhi e sconfiggere l'odio con la non violenza
e il perdono di Cristo è invece l'invito del cardinale Telesphore Placidus Toppo,
arcivescovo di Ranchi. Per chiedere la fine delle violenze e la protezione delle minoranze
religiose è prevista per oggi una nuova manifestazione nell’Andra Pradesh a cui parteciperanno
anche musulmani e buddisti. La collega inglese Tracy McClure ha raccolto la testimonianza
di fratel Matthias Bhuria, vicario generale della diocesi di Jhabua nello Stato di
Madhya Pradesh: