Non abbiate paura e non scoraggiatevi nel vostro "lavoro pastorale difficile e complesso":
cosi Benedetto XVI ai nuovi vescovi
Guardare a San Paolo, “maestro delle genti”, nel “lavoro pastorale difficile e complesso”
in un ambiente “di fronte al quale le armi della predicazione possono apparire prive
della forza necessaria”. Sono le raccomandazioni del Papa ai vescovi di recente nomina,
ricevuti nella sala degli Svizzeri a Castelgandolfo. I presuli, proprio oggi, concludono
il corso di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei
popoli. Il servizio di Benedetta Capelli:
E’ a San Paolo
al “grande Apostolo delle Genti”, al “banditore di Gesù Cristo” a cui i vescovi, dice
il Papa, devono riferirsi soprattutto nel corso dell’odierno Anno Paolino che la Chiesa
celebra con “l’intento di approfondire la conoscenza dello spirito missionario e della
personalità carismatica di San Paolo”. “Egli è il nostro maestro – aggiunge Benedetto
XVI - e da lui dobbiamo imparare a guardare con simpatia i popoli ai quali siamo inviati”
Da
lui dobbiamo anche imparare a cercare in Cristo la luce e la grazia per annunciare
oggi la Buona Novella; al suo esempio dobbiamo rifarci per essere instancabili nel
percorrere i sentieri umani e geografici del mondo odierno, portando il Cristo a quelli
che Gli hanno già aperto il cuore e a quelli che non Lo hanno ancora conosciuto.
Un
lavoro pastorale “molto vasto ed estremamente difficile e complesso” a volte, osserva
il Papa, compiuto in diocesi “estese e non di rado prive di vie e di mezzi di comunicazione”,
ma c’è un pericolo che più di ogni altro incombe:
Sulle vostre società,
come altrove, si abbatte con sempre maggiore violenza il vento della scristianizzazione,
dell’indifferentismo religioso, della secolarizzazione e della relativizzazione dei
valori. Ciò crea un ambiente di fronte al quale le armi della predicazione possono
apparire, come nel caso di Paolo ad Atene, prive della forza necessaria.
Se
“in molte regioni i cattolici sono una minoranza a volte anche esigua”, ciò - fa notare
il Santo Padre - impegna i vescovi a confrontarsi “con altre religioni ben più forti
e non sempre accoglienti” nei loro confronti, chiamati anche a difendere i loro fedeli
“di fronte alla persecuzione e ad attacchi violenti”. A loro Benedetto XVI si rivolge
esortandoli a non avere paura, a non scoraggiarsi ma li invita a lasciarsi ispirare
da San Paolo “che dovette soffrire molto per le stesse cause”. Una sofferenza che
fa parte della Croce che i cristiani portano ogni giorno perché “l’evangelizzazione
e il suo successo” passano attraverso di essa e attraverso la stessa sofferenza.