2008-09-20 15:40:43

Le autorità vietnamite costruiscono un parco al posto della ex nunziatura


Ad una svolta la vicenda della ex nunziatura di Hanoi, il cui terreno, di proprietà dei Redentoristi fin dal 1928, era stato nazionalizzato dalle autorità comuniste “per utilità pubblica” ma che ultimamente sembrava potesse essere restituito alla Chiesa. Protetto da un imponente schieramento di polizia, un gruppo di operai è improvvisamente arrivato all’alba nel complesso della ex nunziatura, ha abbattuto la cancellata che lo circonda ed ha cominciato a lavorare. Lo riferisce l’agenzia AsiaNews. Secondo un annuncio della televisione, si vuole abbattere l’edificio e creare un parco pubblico. Bloccati sacerdoti e fedeli che dalla vicina cattedrale di San Giuseppe sono accorsi sul luogo, chiamati dalle campane. Si parla di due arresti. Sempre oggi, il quotidiano del Partito comunista, Nhan Dan, riporta la notizia che in una riunione, svoltasi il 17 settembre, il Comitato polare  (l’amministrazione comunale) di Hanoi “vuole tener conto delle legittime necessità dei fedeli per ampliare i luoghi di culto”, secondo le leggi. La stessa fonte parla di un incontro del vicecapo del Comitato, Vu Hong Khanh, con una rappresentanza della parrocchia di Thai Ha e delle petizioni avanzate “da alcuni sacerdoti” riguardo al terreno, del quale i Redentoristi chiedono la restituzione. Al tempo stesso, però, l’esponente comunista afferma che “lo Stato” fin dal 1961 ha concesso il terreno ad una ditta di abbigliamento, la Chien Thang Garment Joint Stock Company. Proprio i lavori che tale società ha cominciato ad inizio anno sono all’origine delle manifestazioni dei parrocchiani, che chiedono la restituzione del terreno. Inoltre il Comitato popolare chiede la rimozione delle croci e degli altri simboli religiosi posti sul terreno in questione e di restituirlo alle autorità del distretto di Dong Da, in modo che queste possano “procedere alla formulazione di un progetto di costruzione di pubblica utilità”. Ai parrocchiani è stato intimato di non tenere “comportamenti aggressivi”.  Il 2 febbraio scorso l’arcivescovo di Hanoi, mons. Joseph Ngô Quang Kiệt, aveva annunciato la promessa del governo di restituire alla Chiesa il complesso della ex nunziatura, mentre il 27 febbraio, pur non facendo cenno del precedente impegno, Trân Dinh Phung, membro permanente del Fronte patriottico ed incaricato degli Affari religiosi ed etnici, esprimendo il punto di vista del primo ministro sulla vicenda aveva definito “del tutto legittima” la richiesta della Chiesa di poter utilizzare il complesso per le attività della Conferenza episcopale. “Il governo non potrà ignorare”, aveva detto, la richiesta della massima espressione dei sette milioni di cattolici vietnamiti che da 27 anni, cioè dalla creazione della Conferenza episcopale, collabora con la nazione.







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