Indonesia: per la Chiesa la legge anti-pornografia in realtà introduce la sharia
La Chiesa cattolica indonesiana è contraria all’approvazione della legge sulla pornografia,
al vaglio del Parlamento chiamato a deciderne l’approvazione il prossimo 23 settembre.
Attraverso un comunicato congiunto diffuso dalla Commissione di Giustizia e Pace e
dalla Commissione per i laici della Conferenza episcopale (Kwi), ripreso dall'agenzia
Asianews, i vescovi del Paese “condannano con fermezza ogni tentativo di far passare
la legge in Parlamento”. La nuova legge sulla pornografia – come denunciato da ambienti
culturali, religiosi e artistici – con il pretesto di introdurre una “moralizzazione
dei costumi” e una “regolamentazione dei programmi e delle pubblicazioni” a sfondo
sessuale, in realtà finirebbe per distruggere “l’unità nazionale”, cancellare le “differenze
culturali e religiose” e, soprattutto, introdurre la sharia – la legge islamica –
nel Paese. Il comunicato delle commissioni episcopali, firmato da padre John Edy Purwanto
e padre Edy Sanasi Osc, rispettivamente segretario della Commissione per i laici e
della Commissione di giustizia e pace, esprime “profonda preoccupazione” e sottolinea
la “sfida”attraversata dalla nazione, chiamata a compiere un passo decisivo nel “cammino
verso la democrazia”. “La disgregazione sociale e la violenza settaria, favoriti dall’introduzione
della legge anti-pornografia – sono entrambe in contraddizione con il concetto di
democrazia”. “La legge – continua il comunicato – è lontana dallo spirito con il quale
è stata scritta la Costituzione, che invita alla pluralità e tutela ogni minoranza
in ogni angolo del Paese”. Critiche alla legge piovono anche dall’intellighenzia del
Paese, che bocciano il tentativo di fare passare la legge durante il Ramadan “un atto
di mera pornografia”, puntando sulla scarsa attenzione del pubblico in un momento
così particolare dell’anno. (R.P.)