2008-09-18 16:08:06

Bolivia: nuovo appello dei vescovi contro le violenze


“No alla violenza, sì all’intesa!”. Questo il titolo del documento diffuso dalla Conferenza episcopale della Bolivia, al termine della riunione di due giorni del Consiglio permanente. I vescovi si dicono preoccupati per lo scontro sociale sempre più grave nel Paese. Nel documento si afferma che “La Bolivia sta vivendo in questi momenti un processo politico di forte cambiamento, e perciò occorre uno sforzo congiunto per superare la povertà e rispondere ai problemi delle persone più bisognose”. Constatano i presuli: “La Nazione è oggi minacciata da crescenti livelli di scontro e violenza tra fratelli che, con atteggiamenti di intolleranza, odio, xenofobia e razzismo, tentano di imporre la loro visione”. A fronte di questa situazione, forte l’appello: “Nel nome di Dio cessi la violenza e tutti, autorità e popolo, rendiamoci capaci di avviare un cammino di crescita integrale, fondato su valori della giustizia, della verità, della libertà e della solidarietà”. Tutto il Paese è infatti convocato a una Giornata Nazionale di preghiera per la pace prevista per venerdì. Intanto continuano le violenze: l’episcopato di San Ignacio di Velasco ha denunciato pochi giorni fa un’aggressione contro lo stesso vescovo della Diocesi mons. Carlos Stetter e alcuni lavoratori della Radio Juan XXIII da parte di gruppi di giovani armati e in stato di ebbrezza. In una lettera indirizzata a mons. Luis Morgan Casey, presidente della Commissione Episcopale di Pastorale Sociale e Caritas Bolivia, la Caritas America Latina e Caraibi ha espressa vicinanza e solidarietà al popolo boliviano. I firmatari - riferisce l'agenzia Fides - chiedono a Dio l’aiuto per la Bolivia in questo tempo difficile, affinché si riescano “a percorrere fraternamente strade di dialogo sincero e di rispetto tra tutti, generando veri spazi di intesa che annullino ogni spirale di violenza” e si possa accrescere la “dignità dell’essere persone, cittadini e credenti, capaci di ascoltarsi e ritrovarsi perché desiderose di costruire insieme una Patria per tutti i boliviani. I giovani della Bolivia, i vostri figli - continua la lettera - meritano un futuro di pace dove la concordia e la fraternità siano alla base della convivenza nelle vostre città”. Aumentare gli scontri, d’altra parte, contribuirà solamente ad aumentare “il dolore nei cuori e nelle famiglie”. (V.V.)







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