Benedetto XVI su Pio XII: con coraggio non risparmiò sforzi per salvare il più gran
numero possibile di ebrei. Interviste con padre Gumpel e mons. Hofmann
“L’alto profilo umano e spirituale” di Pio XII è stato ricordato dal Papa nel discorso
ai partecipanti al Simposio promosso dalla Fondazione Pave the Way sul Servo di Dio
Pio XII, incontrati stamattina a Castel Gandolfo. Pave the Way è stata fondata dall’ebreo
americano Gary Krupp per favorire i rapporti e il dialogo tra le religioni. Il servizio
di Fausta Speranza:
“Si
rimane conquistati dall’esemplarità della sua vita e dalla straordinaria ricchezza
del suo insegnamento”: con queste parole Benedetto XVI ricorda la figura del Papa
che ha vissuto “il difficile periodo del secolo scorso che ruota attorno al secondo
conflitto mondiale” e che oggi è Servo di Dio. “Non sempre sono stati posti nella
giusta luce i veri aspetti della sua multiforme azione pastorale”, ha spiegato Benedetto
XVI parlando ai partecipanti al Simposio, che si è concluso ieri a Roma, voluto espressamente
dalla Fondazione Pave the Way per presentare “tanta documentazione inedita basata
sulle dichiarazioni di testimoni oculari, che smentisce le accuse di indifferenza,
antisemitismo e connivenza con i regimi totalitari rivolte a Pio XII”. “Avete analizzato
senza preconcetti gli eventi della storia, unicamente preoccupati di ricercare la
verità”, ha sottolineato Benedetto XVI, ricordando “l’infaticabile azione pastorale
e umanitaria di Pio XII”. Il 50esimo anniversario della morte, avvenuta il 9 ottobre
1958, è “un’importante opportunità – ha spiegato il Papa - per approfondirne la conoscenza,
per meditarne il ricco insegnamento e per analizzare compiutamente il suo operato”.
“Tanto si è scritto e detto di lui in questi cinque decenni – ha aggiunto - e non
sempre sono stati posti nella giusta luce i veri aspetti della sua multiforme azione
pastorale”. Di Pio XII ha detto inoltre Benedetto XVI che “si apprezza la saggezza
umana e la tensione pastorale che lo hanno guidato nel suo lungo ministero e in modo
particolare nell'organizzazione degli aiuti al popolo ebraico”. Grazie al “vasto materiale
raccolto dalla Fondazione Pave the Way” – ha sottolineato il Papa il Simposio ha
offerto alla pubblica opinione “la possibilità di conoscere meglio e più compiutamente
ciò che Pio XII ha promosso e compiuto a favore degli ebrei perseguitati dai regimi
nazista e fascista”. “Si apprende allora che non risparmiò sforzi, ovunque fosse possibile,
per intervenire direttamente oppure attraverso istruzioni impartite a singoli o ad
istituzioni della Chiesa cattolica in loro favore”, ha detto Benedetto XVI ricordando
come il Simposio abbia evidenziato “i non pochi interventi da lui compiuti in modo
segreto e silenzioso proprio perché, tenendo conto delle concrete situazioni di quel
complesso momento storico, solo in tale maniera era possibile evitare il peggio e
salvare il più gran numero possibile di ebrei”. Una coraggiosa e paterna dedizione
che del resto è stata riconosciuta ed apprezzata durante e dopo il tremendo conflitto
mondiale da comunità e personalità ebraiche che non mancarono di manifestare la loro
gratitudine, ha spiegato il Papa ricordando “l'incontro che Pio XII ebbe, il 29 novembre
del 1945, con gli 80 delegati dei campi di concentramento tedeschi, i quali in una
speciale udienza loro concessa in Vaticano, vollero ringraziarlo personalmente per
la generosità dal Papa dimostrata verso di loro, perseguitati durante il terribile
periodo del nazifascismo”. Ai membri della Fondazione Pave the Way, dunque, il caro
saluto del Papa con un ringraziamento in particolare al presidente della Fondazione,
Gary Krupp.
L’impegno a far emergere la verità storica su Pio XII, Fabio
Colagrande ha parlato con il padre gesuita Peter Gumpel, relatore della
Causa di Beatificazione di Pio XII: R.
– I fatti sono stati pubblicati. Io stesso ho dato, non centinaia, ma moltissime interviste.
Sono state pubblicate molte cose sul Pontificato di Pio XII. Hanno riportato per chi
voleva leggerlo tutto quello che lui ha fatto per salvare centinaia di migliaia di
ebrei. C’è tutto il materiale. Quindi, io sono molto contento che un’organizzazione
non cattolica, non settaria, faccia molto per la pace tra i popoli, tra le varie fazioni
che sono in lotta ed anche tra le varie religioni, e lo faccia di sua iniziativa e
non per iniziativa della Chiesa cattolica, in questo progetto di dare maggiore pubblicità
a ciò che Pio XII ha veramente fatto. I fatti che sono stati riportati non sono nuovi,
ma non sono noti o sono ignorati. Quindi, questa è un’ottima iniziativa che con tutto
il cuore appoggio, proprio perché sono stato giudice di investigazione erelatore
nominato da Papa Giovanni Paolo II per la Causa di beatificazione di Papa Pio XII.
Io ho studiato per molti anni queste cose, le conosco, e mi sono sempre meravigliato
che non si voglia prendere atto di certe cose. Questo vale in modo particolare per
il famoso museo Yad Vashem, a Gerusalemme, dove è esposta una fotografia di Pio XII
non come criminale di guerra, ma come una persona che non ha fatto niente, con delle
iscrizioni veramente offensive per noi cattolici. D.
– Quali sono queste iscrizioni? R.
– Queste iscrizioni danno l’impressione che lui non abbia mai fatto niente, che lui
fosse un politico e non volesse urti con i nazisti. Tutte queste cose, frase per frase,
sono sbagliate. E non è solo mia opinione. Il più famoso storiografo ebreo, un britannico,
sir Martin Gilbert, che è considerato dagli ebrei stessi il più competente storiografo
della Shoa, dell’Olocausto, è andato lì indignato. Ieri, in questo raduno, abbiamo
ascoltato una sua intervista, dove dice che ogni singola frase è una falsificazione
della storia.
D. – La documentazione verrà inviata
poi proprio al museo dello Yad Vashem a Gerusalemme? R.
– Ma io mi domando, naturalmente, se avrà qualche effetto. Me lo auguro con tutto
il cuore, ma sono scettico. E le dico che lo Yad Vashem è privo di logica. Da un lato
dicono: “Finchè noi, con i nostri propri studiosi, non avremo esaminato ogni singolo
documento che si trova negli archivi segreti vaticani, noi non possiamo giudicare”.
Questa è una cosa. Ma nonostante ciò loro hanno già giudicato e hanno già condannato
e questo è privo di logica e dal punto di vista storico è del tutto inaccettabile.
Sul
significato di questa udienza con il Papa, Fausta Speranza ha sentito il commento
di mons. Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i rapporti religiosi
con l’Ebraismo:
R. – Il
significato è per me molto grande, anzitutto perché il Papa Benedetto XVI ha detto
per la prima volta qualcosa in pubblico sulla figura di Pio XII e poi perché l’udienza
è stata chiesta da una Fondazione istituita da un ebreo. Sappiamo, infatti, che Pio
XII è una figura contestata da alcuni ambienti ebraici, ma sappiamo anche che Gary
Krupp ha promosso un Simposio per riabilitare la figura di Pio XII, attraverso testimonianze
e attraverso fatti storici, perché Pio XII ha veramente aiutato a salvare tanti ebrei
durante il periodo difficile della Seconda Guerra Mondiale. Il significato è, quindi,
duplice: un ebreo in favore di Pio XII e Benedetto XVI che si pronuncia pubblicamente,
per la prima volta, sulla figura di Pio XII.