2008-09-17 15:10:55

Yemen: 16 morti in un attentato della Jihad contro l'ambasciata USA


Ha provocato 16 vittime, tra cui 6 attentatori, 4 civili e 6 soldati, l’attacco terroristico contro l’ambasciata americana a Sanaa, rivendicato da un gruppo integralista che si definisce “Jihad islamica nello Yemen”. Il gruppo ha anche minacciato di compiere attentati contro l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Illeso il personale della sede diplomatica statunitense. Si sono vissuti momenti di grande paura con l’esplosione di un’autobomba davanti all’ambasciata. Alla deflagrazione è seguita una sparatoria condotta da uomini armati; contemporaneamente, si è sviluppato un incendio. Lo Yemen, Paese d’origine di Bin Laden, è da tempo teatro di attacchi alle ambasciate straniere.
 
Russia-Georgia-NATO
Al Cremlino, il presidente russo Medvedev ha firmato oggi trattati di amicizia e cooperazione con le repubbliche georgiane separatiste dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, riconosciute come indipendenti da Mosca. I documenti impegnano la Russia a sostenerle militarmente e a difendere le loro frontiere. La firma segue il duro comunicato del ministero degli Esteri russo sulla missione di una delegazione NATO in Georgia. Una visita definita “intempestiva” dal carattere “anti-russo” e che dimostra - secondo diversi analisti - la “mentalità da guerra fredda” che sussiste nell’Alleanza Atlantica. In particolare, Mosca ritiene che la NATO abbia effettuato una stima dei danni del conflitto soltanto in territorio georgiano senza visitare, allo stesso scopo, le altre due provincie secessioniste. Nel Caucaso, intanto, è sempre alta la tensione: stamani, dieci guerriglieri sono stati uccisi in Daghestan durante un’operazione speciale dei servizi segreti.
 
Russia
Il presidente russo Medvedev ha annunciato che Mosca intende tracciare “la frontiera esterna” della sua piattaforma continentale nell’Artico, zona nella quale rivendica l’estensione del suo spazio marittimo. “Il nostro principale obiettivo – ha detto il capo del Cremlino – è di fare dell’Artico una riserva di risorse per la Russia del XXI secolo”.

Ucraina
In Ucraina, dopo lo scioglimento della coalizione arancione, sono iniziate le consultazioni per la formazione di un nuovo governo, entro 30 giorni, anche se sembra più probabile la convocazione di nuove elezioni. Intanto, il premier Iulia Timoshenko ha deciso di non dimettersi nonostante la situazione creatasi “perché – ha detto – la coalizione non è morta”. Infine il parlamento della Crimea, regione russofona dell'Ucraina, ha chiesto al Parlamento ucraino di riconoscere l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud, sulle orme di Mosca.

Israele
Attesa in Israele per la scelta del successore di Olmert alla guida del partito centrista Kadima. A partire da stamattina, sono in corso le primarie per le quali, secondo i sondaggi, è favorita il ministro degli Esteri, Tzipi Livni. Se eletta, sarebbe la prima donna premier dopo 34 anni. Il servizio di Graziano Motta:RealAudioMP3

Le primarie del partito Kadima per la scelta del nuovo leader - l’attuale è il primo ministro Ehud Olmert - sono in corso da questa mattina e si concluderanno nella tarda serata. Il risultato ufficiale si conoscerà domani ma fin da ora, nessuno ha dubbi che a vincerle sarà la signora Tzipi Livni, attuale ministro degli Esteri. Dovrebbe vincere con un discreto margine sul principale contendente, il ministro della Difesa Shaul Mofaz. non sembrano avere chances gli altri due candidati in corsa, entrambi ministri. Appare anche proco probabile l'ipotesi del ballottaggio. Olmert, indagato per corruzione, ha annunciato che, appena scelto il suo successore, si dimetterà. Spetterà quindi al vincitore avviare alle consultazioni per la formazione, entro un mese, di un nuovo governo. Se non dovesse farcela, sarebbero necessarie nuove elezioni politiche alle quali sono contrari due dei principali partiti dell’attuale coalizione: la formazione laburista e quella dei pensionati. Nel frattempo, l’attuale premier Olmert continuerà a reggere la coalizione e proseguirà anche il dialogo di pace con il presidente palestinese, Abu Mazen. Così hanno deciso entrambi dopo l’incontro, avvenuto ieri a Gerusalemme, dandosi un nuovo appuntamento a dopo la sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Israele-Siria
Sono stati rinviati i colloqui indiretti, iniziati a maggio scorso, tra Siria e Israele in programma per domani in Turchia. Secondo una tv privata di Ankara lo spostamento è stato chiesto dallo stesso Stato ebraico per ragioni amministrative. La convocazione del quinto round dei negoziati di pace era stata annunciata dal premier turco Erdogan agli inizi di settembre.

Thailandia
La Thailandia ha da oggi un nuovo premier. Si tratta di Somcahi Wongsawat, cognato dell'ex premier Thaksin Shinawatra, ora incriminato per corruzione ed abuso di potere. La nomina è avvenuta questa mattina al Parlamento thailandese con 306 voti su 480. Per un commento su questa scelta, ascoltiamo Stefano Vecchia, giornalista esperto di politica asiatica:RealAudioMP3

R. – La Thailandia è un Paese in grande difficoltà in questo momento. L’opposizione ha comunque messo in campo una resistenza forte, anche se considerano il partito di governo e il nuovo premier Somchai Wongsawat una sorta di 'burattino' nelle mani di Thaksin Shinawatra. Quest'ultimo è esule a Londra ma di fatto è ancora detentore di forti poteri non solo politici. Nel Paese molti pensano che una mancanza di accordo in tempi brevi e una mancanza di approvazione del nuovo primo ministro, da parte del sovrano, potrebbe spingere i militari, da sempre ago della bilancia dei giochi politici di questo Paese, ad un nuovo intervento. Quindi, non si può escludere un nuovo colpo di stato.

 
D. – Al momento la situazione nel Paese è tranquilla elo stato di emergenza è stato revocato...

 
R. – E’ una situazione tranquilla ma anche di attesa. Io sono rientrato da pochi giorni: ho trovato un Paese depresso, non soltanto dal punto di vista economico. La gente sta aspettando che succeda qualcosa e non si fa molte illusioni. Sperano, per una volta, che si vada verso nuove elezioni. I giochi politici non sono mai stati molto sentiti dalla popolazione e, normalmente, l’affluenza alle urne è sempre stata molto bassa. Ma ora c’è una nuova percezione: sentono che forse, impegnandosi nella politica, possono finalmente evitare un ulteriore aggravarsi della situazione nel Paese.

 
D. – Il turismo risente di questa situazione di incertezza?

 
R. – Si, i dati parlano di prenotazioni cancellate per il 30 per cento e di un danno per il turismo tailandese che, seguendo questo trend, entro la fine dell’anno dovrebbe portare ad una perdita di 70 miliardi di baht. Si tratta di molte decine di milioni di euro.

India-Pakistan
Fonti di stampa indiane e pachistane hanno riferito che l’India ha dispiegato jet di guerra in Kashmir, zona contesa con Islamabad. I mezzi sarebbero capaci di portare armi nucleari. Secondo un generale dell’esercito indiano, la misura è comunque temporanea.
 
Crac finanziari-mercati
Con un prestito della Federal Reserve è stato assicurato il salvataggio della AIG, una delle più grandi compagnie di assicurazioni del mondo. Il prestito da 85 miliardi di dollari, in cambio del controllo del 79,9 per cento del gruppo, ha evitato un ulteriore scossone sui mercati già provati dal fallimento della banca americana 'Lehman Brothers'. Intanto, c’è preoccupazione a Londra per lo stato di salute dell’istituto londinese HBOS, il cui titolo è precipitato in Borsa a meno 30 per cento. Anche la Russia, viste le difficoltà dei mercati, ha immesso nuova liquidità ed ha aperto un fondo straordinario di deposito per le tre maggiori banche del Paese.

Alitalia
“Per Alitalia non c’è più trattativa”: così il ministro del Welfare Sacconi che ha convocato per le 15.30 le nove sigle sindacali. Sul piatto c’è la sola proposta della Compagnia aerea italiana (CAI) e, secondo il commissario straordinario di Alitalia Fantozzi, l’unica alternativa alla CAI è soltanto il fallimento. Intanto sono 40 i voli cancellati dopo uno sciopero indetto fino alle 16 dalla CUB Trasporti. Per il ministro dei trasporti Matteoli, l’agitazione dimostra “grande irresponsabilità”.

Italia-Cooperazione allo sviluppo
Eliminare la povertà estrema e la fame, raggiungere l’istruzione primaria universale, diminuire la mortalità infantile: sono tre degli otto obiettivi del Millennio che i governi nel 2000 si impegnarono a raggiungere entro il 2015. Oggi, nel corso di un convegno a Roma, le principali associazioni italiane attive nel campo della cooperazione, al fianco dell’Onu, hanno di nuovo sollecitato il governo italiano a migliorare l’efficacia dell’aiuto pubblico allo sviluppo affermando che, se molti Paesi il loro impegno nella lotta alla povertà lo stanno portando avanti, così non si può dire dell’Italia. Francesca Sabatinelli: RealAudioMP3

Il messaggio al governo italiano è preciso: in ottobre si scriverà la finanziaria e l’Italia è molto indietro nel raggiungimento dello 0,7% del prodotto interno lordo che ha promesso di dare in aiuto pubblico allo sviluppo. Il Paese è fanalino di coda in Europa, dove molte nazioni hanno già adempiuto agli accordi internazionali, ribadisce la campagna del Millennio delle Nazioni Unite che chiede all’Italia di rinnovare le sue promesse, in vista del 27 settembre, giorno in cui a New York i vari capi di Stato e governo faranno il punto del loro impegno nella lotta alla povertà davanti al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Marta Guglielmetti, coordinatrice campagna per gli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite per l’Italia:

 
R. - L’Italia, essendo uno dei Paesi più ricchi tra quelli che si sono riuniti nel 2000 per definire questi obiettivi del Millennio, ha come impegno quella di aumentare gli aiuti pubblici allo sviluppo, di migliorarne l’efficacia. Per cui, chiediamo all’Italia, ancora una volta, di ricordarsi questo impegno e di applicare, già dalla prossima finanziaria, degli incrementi, per lo meno di cancellare quei tagli che nella manovra del giugno scorso, sono stati così drasticamente inseriti.

 
D. – Che ammontare di tagli è stato deciso a giugno e questo, quindi, non è in linea con quelle che erano le promesse?

 
R. – No, infatti. I provvedimenti presi a giugno, indicano un taglio di 170 milioni annui dal 2009, quindi vuol dire che, entro il 2011, arriveremmo a tagliare tre volte 170 milioni ed arriveremmo ad avere una cooperazione che, con i dati che abbiamo ad oggi, sarebbe di 350 milioni di euro che è come quella del Portogallo oggi. Il Portogallo è un Paese molto più piccolo e, anche come impegni, ha molto meno da dare. Ma ancora più grave, secondo me, è il segnale politico. Quindi chiediamo al governo di indicarci come pensano, da un lato di continuare ad impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e quindi anche incrementare gli aiuti, e dall’altra parte, invece, di tagliare.
 
Trattato Europeo
Secondo il presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker, il Trattato di Lisbona entrerà in vigore non prima del gennaio 2010. Si prevede una ratifica da parte di tutti i 27 Paesi entro febbraio.

Nigeria
Ancora nuove azioni in Nigeria da parte del MEND, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger. Ieri sera un gruppo di miliziani armati ha attaccato un impianto della compagnia petrolifera anglo olandese Shell, nello Stato di Rivers. Il MEND ha fatto sapere che intende continuare la sua offensiva contro le compagnie che operano nella zona. Le azioni proseguiranno fino a quando non saranno soddisfatte le sue richieste, tra cui la redistribuzione alla popolazione locale delle royalties petrolifere pagate dalle compagnie straniere al governo nigeriano.

Bolivia
E’ ripreso il dialogo in Bolivia tra il presidente Morales e i prefetti delle province ribelli per cercare di risolvere la crisi politica nel Paese. Il prefetto di Santa Cruz ha anche firmato un pre-accordo su alcuni temi cruciali, come l'imposta sugli idrocarburi versata ai dipartimenti, un sistema di autonomia regionale, il referendum sulla Costituzione e la restituzione delle sedi degli organismi governativi occupati nelle settimane scorse in Santa Cruz, Tarija, Beni e Pando.

Cina-scandalo latte
E’ salito a tre bambini morti il bilancio delle vittime per il latte in polvere contaminato in Cina. Sono 158 quelli che hanno subito un blocco renale acuto e si trovano ora in ospedale; sono poi oltre seimila quelli intossicati. Nel latte è stata rinvenuta una sostanza, la melamina, usata di solito per produrre plastica e colla. Era stata utilizzata per renderlo maggiormente proteico. Intanto, il prodotto è stato ritirato dal mercato anche in Bangladesh, Birmania, Burundi, Gabon e Yemen. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)


Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 261

 
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