Yemen: 16 morti in un attentato della Jihad contro l'ambasciata USA
Ha provocato 16 vittime, tra cui 6 attentatori, 4 civili e 6 soldati, l’attacco terroristico
contro l’ambasciata americana a Sanaa, rivendicato da un gruppo integralista che si
definisce “Jihad islamica nello Yemen”. Il gruppo ha anche minacciato di compiere
attentati contro l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Illeso il personale della
sede diplomatica statunitense. Si sono vissuti momenti di grande paura con l’esplosione
di un’autobomba davanti all’ambasciata. Alla deflagrazione è seguita una sparatoria
condotta da uomini armati; contemporaneamente, si è sviluppato un incendio. Lo Yemen,
Paese d’origine di Bin Laden, è da tempo teatro di attacchi alle ambasciate straniere.
Russia-Georgia-NATO Al Cremlino, il presidente russo Medvedev
ha firmato oggi trattati di amicizia e cooperazione con le repubbliche georgiane separatiste
dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, riconosciute come indipendenti da Mosca. I documenti
impegnano la Russia a sostenerle militarmente e a difendere le loro frontiere. La
firma segue il duro comunicato del ministero degli Esteri russo sulla missione di
una delegazione NATO in Georgia. Una visita definita “intempestiva” dal carattere
“anti-russo” e che dimostra - secondo diversi analisti - la “mentalità da guerra fredda”
che sussiste nell’Alleanza Atlantica. In particolare, Mosca ritiene che la NATO abbia
effettuato una stima dei danni del conflitto soltanto in territorio georgiano senza
visitare, allo stesso scopo, le altre due provincie secessioniste. Nel Caucaso, intanto,
è sempre alta la tensione: stamani, dieci guerriglieri sono stati uccisi in Daghestan
durante un’operazione speciale dei servizi segreti. Russia Il
presidente russo Medvedev ha annunciato che Mosca intende tracciare “la frontiera
esterna” della sua piattaforma continentale nell’Artico, zona nella quale rivendica
l’estensione del suo spazio marittimo. “Il nostro principale obiettivo – ha detto
il capo del Cremlino – è di fare dell’Artico una riserva di risorse per la Russia
del XXI secolo”.
Ucraina In Ucraina, dopo lo scioglimento della
coalizione arancione, sono iniziate le consultazioni per la formazione di un nuovo
governo, entro 30 giorni, anche se sembra più probabile la convocazione di nuove elezioni.
Intanto, il premier Iulia Timoshenko ha deciso di non dimettersi nonostante la situazione
creatasi “perché – ha detto – la coalizione non è morta”. Infine il parlamento della
Crimea, regione russofona dell'Ucraina, ha chiesto al Parlamento ucraino di riconoscere
l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud, sulle orme di Mosca.
Israele Attesa
in Israele per la scelta del successore di Olmert alla guida del partito centrista
Kadima. A partire da stamattina, sono in corso le primarie per le quali, secondo i
sondaggi, è favorita il ministro degli Esteri, Tzipi Livni. Se eletta, sarebbe la
prima donna premier dopo 34 anni. Il servizio di Graziano Motta:
Le primarie
del partito Kadima per la scelta del nuovo leader - l’attuale è il primo ministro
Ehud Olmert - sono in corso da questa mattina e si concluderanno nella tarda serata.
Il risultato ufficiale si conoscerà domani ma fin da ora, nessuno ha dubbi che a vincerle
sarà la signora Tzipi Livni, attuale ministro degli Esteri. Dovrebbe vincere con un
discreto margine sul principale contendente, il ministro della Difesa Shaul Mofaz.
non sembrano avere chances gli altri due candidati in corsa, entrambi ministri. Appare
anche proco probabile l'ipotesi del ballottaggio. Olmert, indagato per corruzione,
ha annunciato che, appena scelto il suo successore, si dimetterà. Spetterà quindi
al vincitore avviare alle consultazioni per la formazione, entro un mese, di un nuovo
governo. Se non dovesse farcela, sarebbero necessarie nuove elezioni politiche alle
quali sono contrari due dei principali partiti dell’attuale coalizione: la formazione
laburista e quella dei pensionati. Nel frattempo, l’attuale premier Olmert continuerà
a reggere la coalizione e proseguirà anche il dialogo di pace con il presidente palestinese,
Abu Mazen. Così hanno deciso entrambi dopo l’incontro, avvenuto ieri a Gerusalemme,
dandosi un nuovo appuntamento a dopo la sessione dell’assemblea generale delle Nazioni
Unite a New York.
Israele-Siria Sono stati rinviati i colloqui
indiretti, iniziati a maggio scorso, tra Siria e Israele in programma per domani in
Turchia. Secondo una tv privata di Ankara lo spostamento è stato chiesto dallo stesso
Stato ebraico per ragioni amministrative. La convocazione del quinto round dei negoziati
di pace era stata annunciata dal premier turco Erdogan agli inizi di settembre.
Thailandia La
Thailandia ha da oggi un nuovo premier. Si tratta di Somcahi Wongsawat, cognato dell'ex
premier Thaksin Shinawatra, ora incriminato per corruzione ed abuso di potere. La
nomina è avvenuta questa mattina al Parlamento thailandese con 306 voti su 480. Per
un commento su questa scelta, ascoltiamo Stefano Vecchia, giornalista esperto
di politica asiatica:
R. – La
Thailandia è un Paese in grande difficoltà in questo momento. L’opposizione ha comunque
messo in campo una resistenza forte, anche se considerano il partito di governo e
il nuovo premier Somchai Wongsawat una sorta di 'burattino' nelle mani
di Thaksin Shinawatra. Quest'ultimo è esule a Londra ma di fatto è ancora detentore
di forti poteri non solo politici. Nel Paese molti pensano che una mancanza di accordo
in tempi brevi e una mancanza di approvazione del nuovo primo ministro, da parte del
sovrano, potrebbe spingere i militari, da sempre ago della bilancia dei giochi politici
di questo Paese, ad un nuovo intervento. Quindi, non si può escludere un nuovo colpo
di stato.
D. – Al momento la situazione nel Paese
è tranquilla elo stato di emergenza è stato revocato...
R.
– E’ una situazione tranquilla ma anche di attesa. Io sono rientrato da pochi giorni:
ho trovato un Paese depresso, non soltanto dal punto di vista economico. La gente
sta aspettando che succeda qualcosa e non si fa molte illusioni. Sperano, per una
volta, che si vada verso nuove elezioni. I giochi politici non sono mai stati molto
sentiti dalla popolazione e, normalmente, l’affluenza alle urne è sempre stata molto
bassa. Ma ora c’è una nuova percezione: sentono che forse, impegnandosi nella politica,
possono finalmente evitare un ulteriore aggravarsi della situazione nel Paese.
D.
– Il turismo risente di questa situazione di incertezza?
R.
– Si, i dati parlano di prenotazioni cancellate per il 30 per cento e di un danno
per il turismo tailandese che, seguendo questo trend, entro la fine dell’anno dovrebbe
portare ad una perdita di 70 miliardi di baht. Si tratta di molte decine
di milioni di euro.
India-Pakistan Fonti di stampa indiane e
pachistane hanno riferito che l’India ha dispiegato jet di guerra in Kashmir, zona
contesa con Islamabad. I mezzi sarebbero capaci di portare armi nucleari. Secondo
un generale dell’esercito indiano, la misura è comunque temporanea. Crac
finanziari-mercati Con un prestito della Federal Reserve è stato assicurato
il salvataggio della AIG, una delle più grandi compagnie di assicurazioni del mondo.
Il prestito da 85 miliardi di dollari, in cambio del controllo del 79,9 per cento
del gruppo, ha evitato un ulteriore scossone sui mercati già provati dal fallimento
della banca americana 'Lehman Brothers'. Intanto, c’è preoccupazione a Londra per
lo stato di salute dell’istituto londinese HBOS, il cui titolo è precipitato in Borsa
a meno 30 per cento. Anche la Russia, viste le difficoltà dei mercati, ha immesso
nuova liquidità ed ha aperto un fondo straordinario di deposito per le tre maggiori
banche del Paese.
Alitalia “Per Alitalia non c’è più trattativa”:
così il ministro del Welfare Sacconi che ha convocato per le 15.30 le nove sigle sindacali.
Sul piatto c’è la sola proposta della Compagnia aerea italiana (CAI) e, secondo il
commissario straordinario di Alitalia Fantozzi, l’unica alternativa alla CAI è soltanto
il fallimento. Intanto sono 40 i voli cancellati dopo uno sciopero indetto fino alle
16 dalla CUB Trasporti. Per il ministro dei trasporti Matteoli, l’agitazione dimostra
“grande irresponsabilità”.
Italia-Cooperazione allo sviluppo Eliminare
la povertà estrema e la fame, raggiungere l’istruzione primaria universale, diminuire
la mortalità infantile: sono tre degli otto obiettivi del Millennio che i governi
nel 2000 si impegnarono a raggiungere entro il 2015. Oggi, nel corso di un convegno
a Roma, le principali associazioni italiane attive nel campo della cooperazione, al
fianco dell’Onu, hanno di nuovo sollecitato il governo italiano a migliorare l’efficacia
dell’aiuto pubblico allo sviluppo affermando che, se molti Paesi il loro impegno nella
lotta alla povertà lo stanno portando avanti, così non si può dire dell’Italia. Francesca
Sabatinelli:
Il messaggio
al governo italiano è preciso: in ottobre si scriverà la finanziaria e l’Italia è
molto indietro nel raggiungimento dello 0,7% del prodotto interno lordo che ha promesso
di dare in aiuto pubblico allo sviluppo. Il Paese è fanalino di coda in Europa, dove
molte nazioni hanno già adempiuto agli accordi internazionali, ribadisce la campagna
del Millennio delle Nazioni Unite che chiede all’Italia di rinnovare le sue promesse,
in vista del 27 settembre, giorno in cui a New York i vari capi di Stato e governo
faranno il punto del loro impegno nella lotta alla povertà davanti al segretario generale
dell’Onu Ban Ki-moon. Marta Guglielmetti, coordinatrice campagna
per gli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite per l’Italia:
R.
- L’Italia, essendo uno dei Paesi più ricchi tra quelli che si sono riuniti nel 2000
per definire questi obiettivi del Millennio, ha come impegno quella di aumentare gli
aiuti pubblici allo sviluppo, di migliorarne l’efficacia. Per cui, chiediamo all’Italia,
ancora una volta, di ricordarsi questo impegno e di applicare, già dalla prossima
finanziaria, degli incrementi, per lo meno di cancellare quei tagli che nella manovra
del giugno scorso, sono stati così drasticamente inseriti.
D.
– Che ammontare di tagli è stato deciso a giugno e questo, quindi, non è in linea
con quelle che erano le promesse?
R. – No, infatti.
I provvedimenti presi a giugno, indicano un taglio di 170 milioni annui dal 2009,
quindi vuol dire che, entro il 2011, arriveremmo a tagliare tre volte 170 milioni
ed arriveremmo ad avere una cooperazione che, con i dati che abbiamo ad oggi, sarebbe
di 350 milioni di euro che è come quella del Portogallo oggi. Il Portogallo è un Paese
molto più piccolo e, anche come impegni, ha molto meno da dare. Ma ancora più grave,
secondo me, è il segnale politico. Quindi chiediamo al governo di indicarci come pensano,
da un lato di continuare ad impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi del millennio
e quindi anche incrementare gli aiuti, e dall’altra parte, invece, di tagliare. Trattato
Europeo Secondo il presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Juncker, il Trattato
di Lisbona entrerà in vigore non prima del gennaio 2010. Si prevede una ratifica da
parte di tutti i 27 Paesi entro febbraio.
Nigeria Ancora nuove azioni
in Nigeria da parte del MEND, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger.
Ieri sera un gruppo di miliziani armati ha attaccato un impianto della compagnia petrolifera
anglo olandese Shell, nello Stato di Rivers. Il MEND ha fatto sapere che intende continuare
la sua offensiva contro le compagnie che operano nella zona. Le azioni proseguiranno
fino a quando non saranno soddisfatte le sue richieste, tra cui la redistribuzione
alla popolazione locale delle royalties petrolifere pagate dalle compagnie straniere
al governo nigeriano.
Bolivia E’ ripreso il dialogo in Bolivia tra
il presidente Morales e i prefetti delle province ribelli per cercare di risolvere
la crisi politica nel Paese. Il prefetto di Santa Cruz ha anche firmato un pre-accordo
su alcuni temi cruciali, come l'imposta sugli idrocarburi versata ai dipartimenti,
un sistema di autonomia regionale, il referendum sulla Costituzione e la restituzione
delle sedi degli organismi governativi occupati nelle settimane scorse in Santa Cruz,
Tarija, Beni e Pando.
Cina-scandalo latte E’ salito a tre bambini
morti il bilancio delle vittime per il latte in polvere contaminato in Cina. Sono
158 quelli che hanno subito un blocco renale acuto e si trovano ora in ospedale; sono
poi oltre seimila quelli intossicati. Nel latte è stata rinvenuta una sostanza, la
melamina, usata di solito per produrre plastica e colla. Era stata utilizzata per
renderlo maggiormente proteico. Intanto, il prodotto è stato ritirato dal mercato
anche in Bangladesh, Birmania, Burundi, Gabon e Yemen. (Panoramica internazionale
a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della
Radio Vaticana Anno LII no. 261 E' possibile
ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino
del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.