Mons. Warduni: “no alle milizie cristiane in Iraq”
“Non è giusto che i cristiani abbiano delle milizie proprie”. Con queste parole il
vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, commenta al Sir la notizia che
alcuni villaggi cristiani, nel nord dell’Iraq, si siano dotati di una milizia per
difendersi dagli attacchi di gruppi di integralisti affiliati ad Al-Qaeda. In particolare
sul sito di Middle East on line è apparsa la notizia che gli abitanti del villaggio
di Tel Asquf, nei pressi di Ninive, hanno formato una milizia (200 persone). Secondo
mons. Warduni, “questa non è la via giusta. Noi lavoriamo per la pace, le milizie
sono per la guerra. Siamo contrari all’uso delle armi; l’unica risposta alla violenza
è il dialogo e la pace. L’Iraq ha bisogno di pace e non di altre armi”. I cristiani
– ha poi detto il presule - continuano a “subire violenze e abusi anche a fronte di
una situazione leggermente migliore. La stabilità e la sicurezza restano le priorità
di questo Paese”. Otmar Oehring, incaricato per i diritti umani dell’opera missionaria
cattolica Missio, relativamente all’accoglienza di profughi iracheni, ha affermato
intanto che “la Germania non può rimangiarsi quanto promesso”. Oehring ha messo in
guardia dalle recenti dichiarazioni del premier iracheno Nuri al-Maliki, secondo il
quale i cristiani in Iraq non verrebbero discriminati: “tutte le notizie dimostrano
invece che i cristiani non sono sicuri e non vengono protetti”. Per Oehring le minoranze
non islamiche “non hanno alcuna prospettiva di sopravvivenza” e lo stesso dicasi per
i cristiani rifugiatisi in Turchia, Giordania o Siria che “senza uno stato giuridico
durevole e senza lavoro vivono nella disperazione”. (A.L.)