La paternità spirituale nella tradizione ortodossa al centro del Convegno ecumenico
della Comunità di Bose
Domani, presso la Comunità Monastica di Bose, in Piemonte, inizia un Convegno ecumenico
internazionale sul tema della paternità spirituale nella tradizione ortodossa, organizzato
con il patrocinio del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di
Mosca. Ma quanto è importante oggi il ministero della “paternità spirituale? Sergio
Centofanti lo ha chiesto al priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi: R.
– E’ un ministero molto necessario nella vita ecclesiale, di cui oggi forse si comincia
anche a percepire una rinascita, perché c’è stata indubbiamente con ogni probabilità
una reazione delle generazioni precedenti nella loro “rivolta” verso il "padre". Ma
oggi i giovani sentono il bisogno di qualcuno che, più esperto, li accompagni nella
sequela del Signore che non sia tanto uno che comanda, quanto uno che pone domande,
che li aiuti a vedere la loro autentica vita spirituale e la sequela del Signore Gesù
Cristo. E’ un ministero molto sentito, in grande risveglio in tutte le Chiese ortodosse
ma anche nella Chiesa cattolica.
D. – Dalla paternità
spirituale all’obbedienza: che cosa vuol dire, da un punto di vista spirituale, “obbedire”?
R.
– Obbedire significa essenzialmente ascoltare, come dice anche il termine latino “ob-audire”,
cioè prestare l’orecchio. Quindi, se c’è un vero ascolto della Parola di Dio, un vero
ascolto della voce del Signore, allora c’è anche obbedienza. Anzi, nella Bibbia non
dovremmo mai dimenticare che il verbo “ascoltare” significa anche il verbo “eseguire”
e che tutta la spiritualità biblica proclama che uno ascolta veramente quando realizza
la Parola del Signore, la chiamata del Signore.
D.
– Recentemente il Papa, nel suo viaggio in Francia ha parlato dell’esperienza monastica
in Europa, come fondamento della cultura europea …
R.
– Sì, Benedetto XVI ha fatto un discorso straordinario al mondo della cultura, a Parigi,
facendo vedere come la linfa della spiritualità cristiana è una linfa umanistica che
serve effettivamente all’umanizzazione dell’Uomo; la spiritualità cristiana è un servizio
all’Uomo, al vero Uomo come Dio l’ha pensato. E all’interno proprio di quel discorso,
il Papa ha ricordato come l’obbedienza sia questo ascolto. Ecco, il ministero della
paternità spirituale è soprattutto un ministero maieutico che aiuta assolutamente
il discepolo ad imparare ad ascoltare e a realizzare la volontà del Signore tramite
il discernimento dei pensieri, il discernimento delle voci che gli giungono, in una
robusta vita spirituale ed ecclesiale.
D. – Per molti,
viviamo in una società senza padre, eppure il Papa nel suo viaggio in Francia ha detto
che i tempi sono favorevoli per un ritorno a Dio …
R.
– Sono convinto di sì, perché in questo momento si comincia a sentire una vera e propria
sete di qualcosa che vada oltre il visibile, oltre l’effimero. Le nuove generazioni
sono state effettivamente ferite da questa rivoluzione contro il "padre" che c’è stata,
perché in qualche misura li ha resi orfani. Oggi sentono il bisogno di tornare a Dio,
di sentire la paternità spirituale. Non dimentichiamo che il termine con cui Gesù
chiamava Dio era proprio “Abba” – “papà caro”, “papà amato”. E questa confidenza,
secondo me oggi i giovani la sentono come una nostalgia.