Medio Oriente: attesa per l'incontro tra Abu Mazen e Olmert che domani si dimetterà
dalla guida del partito Kadima
Si è aggravato il bilancio delle vittime dello scontro a fuoco avvenuto stamani a
Gaza tra miliziani di un clan familiare dei Dughmush, che si ispira ad Al Qaeda,
e i servizi di sicurezza di Hamas. Sarebbero più di 10 i morti. La violenza non si
ferma nemmeno nel giorno in cui è previsto un nuovo incontro a Gerusalemme tra il
presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Olmert per far proseguire
i negoziati di pace. Si tratta dell’ultimo colloquio che vede Olmert primo ministro
dello Stato ebraico: domani si terranno infatti le elezioni primarie in seno al partito
governativo Kadima. A succedere a Olmert, coinvolto in uno scandalo finanziario, sarà
probabilmente l’attuale ministro degli Esteri, Tzipi Livni, data favorita dai sondaggi
sull’ex capo di Stato maggiore, Shaul Mofaz. Ma cosa lascia l’era Olmert nelle trattative
con i palestinesi? Giada Aquilino lo ha chiesto a Ugo Tramballi, esperto
di Medio Oriente e inviato del Sole 24 Ore a Tel Aviv:
R. – Olmert
ha fatto dei passi sensazionali nel corso del processo di pace anche se politicamente
gli scandali hanno minato la sua credibilità. Comunque in questi giorni rassegnerà
le sue dimissioni e quindi, come sempre succede, un primo ministro israeliano che
non deve essere rieletto dai suoi elettori ha senz'altro più coraggio. Nel processo
di pace Olmert ha infatti offerto molte più concessioni di quante avesse fatto in
passato qualsiasi altro premier israeliano. Olmert ha presentato proprio in questi
giorni ad Abu Mazen la proposta di firmare un accordo quadro su tutti i grandi punti
essenziali del processo di pace sui quali Israele e Palestina sono divisi. Mi riferisco
alla spartizione di Gerusalemme, al diritto al ritorno dei profughi palestinesi, alle
frontiere sicure per Israele - anche se mi chiedo quali siano - e anche lo smantellamento
di moltissime colonie. Su questi temi, appunto, Olmert ha proposto un’intesa in modo
che quelli che verranno dopo, probabilmente Tzipi Livni per Israele
e un altro presidente degli Stati Uniti, avranno già il terreno pronto per fare un
passo decisivo, ovviamente se ci saranno le opportunità.
D. – Sarà Livni
il primo ministro che firmerà la pace innanzitutto con i palestinesi?
R.
– Gran parte del lavoro è pronto ma è difficile dirlo. Dipenderà anche da quanto sarà
diverso il prossimo presidente degli Stati Uniti e soprattutto quello che conta è
che non c’è alternativa a questo processo di pace. Perché se saltasse questa trattativa
in corso da quasi un anno, l’alternativa sarebbe un altro conflitto con una Hamas
armata di missili, un’Intifada nella quale interverrebbe probabilmente anche Hezbollah,
movimento già addestrato a combattere contro gli israeliani, come è accaduto due anni
fa.
Iraq-cronaca Nel corso di una cerimonia
a Baghdad e alla presenza del segretario alla difesa Gates, il generale americano
Ray Odierno ha preso ufficialmente il comando delle forze multinazionali in Iraq al
posto del generale David Petraeus. Nel suo discorso di insediamento, Odierno ha ricordato
che gli obiettivi raggiunti nel Paese del Golfo sono “fragili e reversibili”. Intanto
proseguono gli attentati nel Paese: ieri sera una donna-kamikaze si è fatta esplodere
provocando la morte di oltre 20 persone a Baladruz, nella provincia di Diyala.
Crisi
finanziaria-mercati Dopo i 30 miliardi di euro di liquidità immessi sul mercato
per garantirne la stabilità, la Banca Centrale Europea ha versato oggi altri 70 miliardi.
Una mossa che intende ridare fiducia alle banche dopo il fallimento dell'istituto
americano Lehman Brothers, il salvataggio in extremis della Merrill e i pericoli incombenti
sul futuro dell’AIG, la prima compagnia assicurativa mondiale. Intanto le borse continuano
a soffrire: quelle europee hanno tutte aperto in calo dopo aver bruciato ieri 125
miliardi di euro; quelle asiatiche hanno chiuso tra il meno 4 per cento e il meno
6 per cento nonostante l’immissione delle banche centrali di 27 miliardi di dollari
per ridare liquidità. Ieri il presidente americano Bush aveva assicurato che l’economia
è “robusta” e può sostenere “gli aggiustamenti” necessari. Il crack finanziario ha
diviso anche i due candidati alla Casa Bianca: McCain ha assicurato il cambiamento
delle regole a Wall Street nei primi cento giorni di presidenza, mentre Obama ha puntato
il dito contro la politica di Bush che, in otto anni, ha “ridotto le difese dei consumatori”
portando alla “più grave crisi dal tempo della Grande Depressione”.
Italia-Alitalia Ore
decisive per il destino di Alitalia. Tra domani e giovedì sono previsti nuovi incontri
tra il governo, le nove sigle sindacali e la Compagnia aerea italiana (CAI) sull’accordo
quadro raggiunto ieri. Restano distanze da parte dei piloti che hanno più volte chiesto
l’intervento del premier Berlusconi nel negoziato. Il ministro del Welfare Sacconi
ha nuovamente ribadito che, senza una soluzione nel contratto di lavoro, il salvataggio
della compagnia è seriamente compromesso.
Georgia-NATO La NATO ha
aperto le porte alla Georgia. E’ quanto ha confermato il segretario generale dell’Alleanza
Atlantica, Jaap de Hoop Scheffer, nel corso della visita di due giorni a Tblisi, senza
però indicare un termine temporale per il futuro ingresso georgiano. “Non permetteremo
ad altri Paesi di rompere i legami tra noi e loro – ha aggiunto - e nessun Paese metterà
il veto”, riferendosi implicitamente alla Russia. Solo ieri Scheffer, insieme con
il presidente georgiano Shakashvili, ha istituito ufficialmente la Commissione NATO-Georgia.
A dicembre i ministri degli Esteri della NATO si riuniranno per esaminare se Tblisi
abbia le caratteristiche per aderire all’Alleanza Atlantica.
Bolivia- vertice
UNASUR Il primo vertice dell'Unione delle nazioni del Sudamerica (UNASUR) ha
chiuso brillantemente le sue oltre dieci ore di lavoro, ieri a Santiago del Cile,
sotto la presidenza di Michelle Bachelet. Al centro della riunione la delicata e complessa
situazione interna della Bolivia nonché la crisi nei suoi rapporti politici e diplomatici
con gli Stati Uniti. Il servizio di LuisBadilla:
Un forte
e convinto sostegno al presidente boliviano Evo Morales è stato espresso dai nove
governanti, presenti al vertice, nella “Dichiarazione de La Moneda”, condizionando
però questa solidarietà alla ripresa del dialogo con l'opposizione boliviana e alla
sospensione delle azioni violente da parte di tutti. Il documento “condanna e respinge
qualsiasi tentativo di golpe civile o rottura istituzionale assicurando che non sarà
mai riconosciuta un’autorità che sorgesse da simili iniziative”. I governanti hanno
inoltre chiesto al presidente del Cile di presiedere una missione che si recherà nei
prossimi giorni in Bolivia per portare avanti il dialogo con le autorità ma anche
con i leader delle cinque regioni che più si oppongono alle politiche del governo
di Morales. I presidenti di Cile, Argentina, Brasile, Ecuador, Colombia, Venezuela
e Paraguay, insieme con il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani
(OSA), il ministro degli affari esteri del Perù in assenza del presidente Alan Garcìa
e i rappresentanti del Suriname e della Guayana, nell’esprimere solidarietà al governo
de La Paz hanno cercato anzitutto di scongiurare una nuova ondata di golpe militari.
Hanno dunque inteso difendere in particolare la democrazia, le libertà costituzionali
e civili. I partecipanti all’UNASUR non hanno mancato di segnalare nei loro interventi
e nel documento finale che in Bolivia, oggi più che mai, occorre responsabilità da
parte di tutti e quindi ricerca del dialogo sincero e del maggiore consenso possibile
per le riforme che riguardano l'intera società. Intanto, da la Paz, in queste ore,
arrivano buone notizie: il vice presidente della Repubblica Garcìa Lineras conferma
di aver ripreso il dialogo con alcuni dei governatori dei dipartimenti cosiddetti
"ribelli" della regione orientale e che più contestano, anche con minacce separatiste,
le politiche del governo di Evo Morales.
Somalia-pirati Il presidente
francese Sarkozy ha auspicato la creazione di “una polizia del mare” per mettere fine
alla pirateria nelle acque della Somalia, definita una “vera industria del crimine”.
L’intervento del capo dell’Eliseo segue la liberazione, avvenuta oggi con un blitz,
di due ostaggi francesi rimasti per settimane nelle mani dei sequestratori che li
avevano rapiti nel Golfo di Aden. Nella stessa zona anche oggi si è verificato un
nuovo rapimento: una nave cisterna, forse di proprietà di una società di Hong Kong,
è stata sequestrata da pirati armati. Nel Paese africano la violenza non conosce tregua:
un’organizzazione non governativa ha reso noto che sono oltre 800 i civili rimasti
uccisi in Somalia da giugno nel corso dei combattimenti tra insorti e truppe filogovernative
appoggiate da quelle dell'Etiopia.
Nigeria-politica-rapimento Smentita
da parte della presidenza nigeriana sulle dimissioni del capo di Stato Yar'adua per
ragioni di salute, precedentemente annunciate da fonti di stampa. Intanto, c’è preoccupazione
per la sorte di un cittadino britannico rapito ieri sera nella zona di Port Harcourt,
nel sud del Paese, da uomini armati non identificati. Il MEND, il movimento per l'emancipazione
del Delta del Niger, ha rivendicato inoltre la distruzione di un oleodotto della Shell
nella zona di Bakana avvenuta ieri.
Nord Corea-missile Un quotidiano
nord coreano ha annunciato il test di accensione per un missile a lungo raggio in
una nuova base in costruzione a 50 km dal confine con la Cina. L’esperimento sarebbe
avvenuto fra maggio e giugno. Seul non ha ancora confermato la notizia.
Spagna-partito
basco Decisione del tribunale supremo spagnolo che oggi ha messo al bando il
piccolo partito della sinistra indipendentista basca ANV, ordinandone lo scioglimento
per i suoi presunti legami con l’ETA, messa fuorilegge 5 anni fa. Per domani è attesa
la stessa sorte per il PCTV, il Partito comunista delle terre basche.(Panoramica
internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LII no. 260 E' possibile
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.