Il Papa oggi a Lourdes per le prime tre tappe del Cammino del Giubileo
C'è grande attesa a Lourdes, dove il Papa arriva oggi pomeriggio verso le 18.00. Occasione
di questo 10.mo viaggio apostolico internazionale è proprio il 150.mo anniversario
delle Apparizioni di Maria nella cittadina francese. Benedetto XVI compirà le prime
tre delle quattro tappe del cammino del Giubileo: la visita alla chiesa parrocchiale
del Sacro Cuore dove venne battezzata Bernadette, al "Cachot" dove la veggente visse
con la famiglia, e alla Grotta della Apparizioni. In serata il Pontefice, dalla terrazza
inferiore della Basilica di Lourdes, si rivolgerà ai fedeli a conclusione della processione
"aux flambeaux". Tra di loro tanti giovani giunti per accudire i malati. Ma cosa li
spinge a questa esperienza? Davide Dionisi lo ha chiesto a padre Saverio
Zampa, responsabile del servizio giovani del Santuario di Lourdes:
R. – Credo
che la motivazione sia che Lourdes offre intanto uno spazio e un’occasione unica per
potersi rendere utili a qualcuno, e specialmente agli ammalati. Magari vengono una
prima volta a Lourdes come pellegrini, o col gruppo parrocchiale, o per curiosità,
ne hanno sentito parlare, e poi decidono: e questo è un passaggio importante, perché
decidono liberamente, serenamente, guardando gli altri magari, per poter fare qualcosa
di più. Ed è importante perché qui, ai giovani, vengono affidate persone che hanno
bisogno di loro, e questo gli fa un grande bene; hanno delle energie, sono generosi,
hanno delle risorse, quindi la possibilità di esprimerle - da questo punto di vista
– ma anche delle motivazioni religiose. Un appello che hanno sentito forte, nel profondo
del loro cuore, e che li spinge a fare qualcosa che non ha nessuna logica: prendere
le ferie, pagarsi il viaggio, pagarsi anche l’alloggio a Lourdes per fare servizio.
Non ha senso, guardato da un’altra ottica, e invece loro lo fanno. D.
– Qual è l’esperienza che un giovane trasmette dopo aver, appunto, vissuto qui a Lourdes,
a contatto con la sofferenza? R. – Quando tornano, raccontano
quello che hanno sentito, quello che hanno visto; poi l’esperienza che loro danno,
soprattutto, è che si sono sentiti bene, si sono sentiti in pace e hanno già deciso
di ritornare.