Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Questa Domenica la Chiesa celebra la Festa della Esaltazione della Santa Croce: la
Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù, parlando a Nicodèmo, afferma che è necessario
che il Figlio dell’uomo sia innalzato, perché chiunque crede in lui abbia la vita
eterna. Quindi aggiunge:
“Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo
per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento di don Massimo Serretti, docente
di Cristologia all'Università Lateranense: “Che il Cristo
abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate
in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza
e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza” (Ef 3,
17-19). Le quattro dimensioni che abbracciano tutto, sono già secondo Ireneo, quelle
manifestatesi nella Croce di Cristo. La Croce abbraccia tutto e in essa si compiono
le nozze di Cristo con l’umanità decaduta. Tutto si riassume nella “economia del legno”
che tanta parte ha nell’Antico Testamento. Quando hai smarrito
il centro, il centro gravitazionale della tua esistenza e di quel che sei, riparti
dalla Croce. E’ San Bonaventura a suggerirlo. Similmente si fa con il centro del cerchio:
per reperirlo si traccia una croce. Da questo punto di vista, la croce è anche la
chiave, quel che consente l’accesso al Mistero di Dio. Però,
ci ammonisce Giovanni della Croce, molti sono quelli che desiderano i frutti che dalla
Croce provengono, ma pochi quelli che sono disposti effettivamente a prendere la “propria
croce”.