Essere antisemiti significa essere anticristiani: così il Papa alla comunità ebraica
francese
Ieri pomeriggio, alla vigilia dello shabbat, il Papa ha salutato i rappresentanti
della comunità ebraica francese nella sede della nunziatura apostolica. Un incontro
molto cordiale: Benedetto XVI ha sottolineato che cattolici ed ebrei a motivo di ciò
che li unisce e a motivo di ciò che li separa, hanno “una fratellanza da fortificare
e da vivere”, legame che costituisce “ un continuo invito a conoscersi meglio e a
rispettarsi”. Quindi ha ribadito che “la Chiesa cattolica si sente impegnata a rispettare
l’Alleanza conclusa dal Dio di Abramo, d’Isacco e di Giacobbe” in quanto anche essa
“si situa nell’Allenza eterna dell’Onnipotente, i cui disegni sono senza pentimento,
e rispetta i figli della Promessa, i figli dell’Alleanza, come suoi amati fratelli
nella fede”.
Benedetto XVI ha ripetuto con forza le parole di Pio XI: “Spiritualmente,
noi siamo semiti”. “La Chiesa perciò – ha aggiunto - si oppone ad ogni forma di antisemitismo,
di cui non v’è alcuna giustificazione teologica accettabile” nella consapevolezza
che “essere antisemiti” significa “anche essere anticristiani”. Il Papa ha poi reso
ancora una volta un “commosso omaggio a coloro che sono morti ingiustamente e a coloro
che si sono adoperati perché i nomi delle vittime restassero presenti nel ricordo”
ed esclama: “Dio non dimentica!”. Infine, Benedetto XVI ha voluto “richiamare il ruolo
eminente svolto dagli Ebrei di Francia per l’edificazione dell’intera Nazione e il
loro prestigioso apporto al suo patrimonio spirituale” donando “grandi figure al mondo
della politica, della cultura, dell’arte”.